Un viaggio in Danimarca significa fare i conti con la cucina locale, tutt’altro che scontata. Si comincia con colazioni abbondanti a base di uova strapazzate, frittelle, pancetta danese e salsicce, da non perdere quella di maiale essiccata e affumicata della regione dello Jutland meridionale. Per i più temerari la giornata può iniziare con un toast a base di pesce affumicato.
A Bornholm si può visitare uno degli antichi affumicatoi dell’isola, dove assaggiare un celebre piatto composto da aringhe su pane di segale, erba cipollina e tuorlo crudo. La cucina danese ha ricevuto numerosi attestati di riconoscimento, basti pensare che il Noma, ristorante di Copenhagen, è in testa alla classifica dei 50 World’s Best Restaurants.
La cucina danese dipende in larga parte dai prodotti dell’agricoltura e della pesca: carne di maiale, verdure fresche e pesce. Le preparazioni dipendono anche dalle tecniche di conservazione come l’affumicatura e la salamoia. Skagen, una piccola città di pescatori, ha dato il nome al toast a base di gamberetti e uova di storione, al profumo di aneto. Copenaghen è la capitale anche degli smorrebrod: pane di segale con pesce affumicato oppure salumi, formaggi e verdure. Il negozio di Ida Davidsen, è il posto giusto per gustarne fino a 250 versioni. Il Danablu o blue cheese è un formaggio erborinato, prodotto su tutto il territorio della Danimarca.
Nella zona dello Jutland settentrionale si coltivano abbondantemente tutte le bacche: mirtilli, rossi e scandinavi, fragole e lamponi. I dolci sono preparati con burro, formaggio fresco e ricotta, pasta sfoglia e ovviamente i frutti rossi. I dolci più noti sono gli spandauer, con crema, marmellata e glassa e le kanelsnegle, girelle di sfoglia alla cannella. I gammeldags sono dolce al cucchiaio a base di composta di mele, pan grattato dolce e panna montata.
