Le vie dei tratturi del Molise

La rete di tratturi attraversa molte parti d'Italia: un tempo trafficatissime, oggi è possibile ammirarle intatte in regioni come il Molise

3.100km: tanta è la lunghezza della rete di tratturi presente in Italia. Migliaia di chilometri di sentieri naturali, erbosi, pietrosi o in terra battuta: queste non solo semplici strade, ma hanno una storia tutta loro da raccontare.

Un tempo non esisteva la rete di strade così come la conosciamo noi. I contadini, i pastori, i mercanti, i briganti e gli avventurieri, si incamminavano a piedi o con i carri per lande un tempo brulle, allo scopo di raggiungere una meta. A forza di solcarli, si sono formati dei veri e propri sentieri naturali creati sì dall’uomo, ma non in modo artificiale. Questi si chiamano tratturi: in Italia si trovano soprattutto nella zona centro-meridionale, ed erano usati soprattutto per il trasporto delle greggi da una regione all’altra.

I tratturi interessano principalmente sei regioni in Italia: l’Abruzzo, il Molise, l’Umbria, la Basilicata, la Campania e la Puglia. Cinque sono i sentieri principali, dai quali si diramano poi strade secondarie, dette bretelle. Una vera e propria rete viaria che si divide in cinque tratturi principali, detti Regi Tratturi: L’Aquila – Foggia, Centurelle – Montesecco, Celano – Foggia, Pescasseroli – Candela e Castel di Sangro – Lucera.

Originari della preistoria, molti tratturi sono arrivati inalterati ai giorni d’oggi. Questo è avvenuto soprattutto nelle regioni interne, come il Molise, che è totalmente attraversato da questi sentieri. Chi si trova ad ammirare il paesaggio, avrà il fiato mozzato per la vista incantevole e che trasporta indietro nel tempo. Sentieri in terra, pietra o erba: ce ne sono per tutti i gusti. Sempre in Molise, è possibile trovare ancora qualche pastore che porta le proprie greggi a pascolare sui tratturi: alcuni di essi, inoltre, conservano la larghezza originaria di 111 metri, che in altre regioni è invece andata perduta.

Con l’avvento dell’era industriale, i tratturi sono diventati un sentiero sempre meno battuto. Il trasporto del bestiame, infatti, è oggi fatto con treni e furgoni: non si parte più a piedi dall’Abruzzo per arrivare in Puglia come un tempo. Molti terreni, inoltre, sono stati poi espropriati e usati per le coltivazioni, cosa che prima non era possibile visto il via vai generato dal traffico. Anche se non sono più percorribili, è possibile continuare ad ammirarli.