Green Pass e viaggi: lo studio su come affrontare le paure

Ansia per i viaggi post-vaccino? Secondo uno studio non siete soli. La buona notizia è che ci sono dei metodi utili per combatterla

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Redazione

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Freme l’attesa per il Green Pass, che sarà realtà in Italia dal 16 maggio (ma la Liguria si è già portata avanti). La carta verde nazionale faciliterà gli spostamenti tra le regioni per chi ha concluso il ciclo di vaccinazione, è risultato negativo al tampone eseguito entro le 48 ore prima della partenza o è guarito dal Covid. Eppure, non tutti i viaggiatori accolgono con entusiasmo la prospettiva di un ritorno alla normalità.

Diversi specialisti della salute mentale americani, intervistati dal “Washington Post”, si trovano concordi nel sostenere che la pandemia abbia esacerbato quella che Sigmund Freud definì “reiseangst”, ossia la “paura di viaggiare”, che, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, non è legata al timore di contrarre il virus. Il pensiero di tornare a muoversi liberamente da una parte all’altra del mondo rappresenta, infatti, un peso per molte persone, anche dopo la vaccinazione.

Una preoccupazione identificata come “sindrome da rientro” che, stando a uno studio dell’American Psychological Association, sta colpendo la metà degli adulti.

A tal proposito, gli psicologi statunitensi hanno suggerito alcune tecniche utili per combattere la paura di viaggiare. Tra gli approcci più efficaci contro ansia, stress, fobie e crisi di panico, troviamo la terapia di esposizione, ossia il ripetuto confronto con stimoli che provocano paura. I metodi utilizzati sono i più disparati, a seconda dei casi: nell’ambito specifico dei viaggi, la soluzione per i terapeuti potrebbe essere quella di utilizzare scenari immaginari, simulazioni di volo in realtà virtuale oppure dare priorità alle esperienze di vita reale.

Un altro metodo considerato valido è quello di riabituarsi agli spostamenti in maniera graduale, facendo pratica nella propria zona e magari svolgendo alcune attività che solitamente si fanno in viaggio. Un esempio? Andare in un ristorante che già conosciamo, qualora mangiare fuori sia fonte di stress. È stato, infatti, dimostrato che si può riprendere a viaggiare con più fiducia se ci si avventura prima in un ambiente familiare.

In alternativa, si può considerare la possibilità di fare un viaggio “di prova”, magari una gita fuori porta, per prepararsi agli spostamenti a lungo raggio. Anche in questo caso, la familiarità di un luogo non troppo lontano da casa aiuta a prendere dimestichezza con l’idea di un ritorno alla normalità.

Se l’ansia è legata al viaggio in aereo, gli esperti consigliano di prenotare voli più brevi e diretti, quando possibile. Un altro suggerimento utile è quello di tenere a bada i pensieri ‘catastrofici’ e concentrarsi sul presente. Chi ha il timore di soggiornare in strutture troppo affollate, anche dopo il vaccino, potrebbe optare per soluzioni che offrano spazi più ampi.

In alcuni casi, sarebbe bene evitare di prepararsi “troppo” per il viaggio, per non incorrere nella cosiddetta “ansia anticipatoria”. Il consiglio generale, comunque, è di non assecondare la paura, ma di esercitarsi a fare l’opposto di quello che ci dice. In questo modo, conclude lo studio, “l’emozione negativa si correggerà da sola”. Certo, ci vuole tempo e pratica, ma se ciò consentirà di riprendere a viaggiare con serenità ne sarà valsa sicuramente la pena.