Abbandonata nel 1963 dopo una disastrosa frana, la città fantasma di Craco, in provincia di Matera, attira migliaia di turisti ogni anno. Negli ultimi due, però, nessuno ha potuto visitarla.
Molti di coloro che si spingono fino a Craco sono soprattutto cinefili: il paese fantasma, infatti, è stato scelto in passato come set cinematografico da numerosi registi. Ma il borgo abbandonato ha da sempre incuriosito per la sua storia e per la sua rinascita, almeno quella turistica.
Craco nel cinema
Primo fra tutti Francesco Rosi, che proprio qui girò alcune scene del film "Cristo si è fermato a Eboli" nel 1979, nel cui manifesto campeggia proprio l'immagine di Craco. I visitatori possono ammirare il panorama che si apre a valle del paese e riconoscere il luogo dove, nel film, si incontrano due personaggi, nel ruolo di confinati nella cittadina come il protagonista Gian Maria Volonté nei panni di Carlo Levi.
O l'antica torre normanna che, dai suoi 20 metri d'altezza, domina la valle, a oggi scalfita solamente da un fulmine ma, per il resto, perfettamente conservata nonostante frane e smottamenti del terreno.
Ma il fascino di questo luogo ha ispirato anche Mel Gibson, che vi ha ambientato il suicidio di Giuda, la scena clou del film "The Passion" del 2004. Craco non poteva non comparire, inoltre, in "Basilicata coast to coast", il film del 2010 di Rocco Papaleo, nonché, come ogni paese fantasma che si rispetti, in un film horror americano, mai arrivato in Italia.
La storia del borgo fantasma
Le prime tracce di Craco sono legate ad alcune tombe risalenti all’VIII secolo a.C.. Così come altri centri abitati vicini, si ipotizza che possa aver offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, trasferiti in collina forse per sfuggire alla malaria che imperversava in pianura. La prima testimonianza del nome risale al 1060, quando il territorio venne sottoposto all’autorità dell’arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che lo chiamò Graculum ovvero "piccolo campo arato".
Il soprannome di “città fantasma” è legato a quanto accaduto negli Anni '60. Fu abbandonato a causa del progredire di una frana tra il 1959 e il 1972. Nei secoli precedenti si erano verificati anche dei terremoti. Non essendo più sicuro, la popolazione si trasferì a Craco Peschiera, mentre alcuni abitanti risiedono ancora oggi nel nuovo rione contiguo al centro storico.
Cosa vedere a Craco
Durante i due anni di pandemia, il borgo abbandonato di Craco è stato off limits, ma ora è tornato a essere accessibile ai turisti che possono addentrarsi nel "Parco museale scenografico" di Craco Vecchia. Se nel 2019 i visitatori erano stati circa 25mila, ora ne sono previsti almeno il doppio che possono essere accompagnati tra gli stretti vicoli del borgo, indossando un caschetto protettivo sulla testa, dai giovani volontari del posto.
L'interesse di tanti visitatori ha portato alla creazione del Museo Emozionale di Craco (MEC), allestito nell'antico monastero di San Pietro, che include una sala proiezioni e un archivio digitale storico, cinematografico e della memoria.
Oggi a Craco c'è anche un Atelier dell’arte e del cinema, sorto nell'ex scuola, dove è possibile prendere parte a laboratori d'arte, cinematografici, nonché degustare prodotti tipici del territorio. Vi è anche una foresteria di supporto per le attività artistiche creative.
Quando visitare Craco
Il parco è aperto tutti i giorni dal 1° aprile al 31 ottobre, dalle 10 alle 18. Dal 1° novembre al 31 marzo, invece, può essere visitato solo nei fine settimana e nei giorni festivi, dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 15.