L’evoluzione dell’arte: a Parigi, il primo museo digitale e interattivo

A Parigi è diventato realtà il primo museo digitale d'arte: ecco la differenza rispetto a quelli tradizionali

Se siete appassionati di tecnologia e arti digitali, tutto quello che vi rimane da fare dopo aver letto questo articolo è prenotare un bel viaggio a Parigi.

Nella capitale della Francia è stato inaugurato – dopo il primo hotel con consegna dei libri in camera – il primo museo digitale d’arte della città. Si chiama L’Atelier de Lumières ed è opera di Culturespaces (fondazione museale specializzata in esposizioni artistiche immersive). Più che di mostra d’arte, qua si parla di un’esperienza interattiva a tutto tondo. Chi farà tappa in questo museo vedrà i dipinti muoversi lungo le pareti (e non solo). Non si tratta ovviamente di dipinti reali ma di proiezioni che, grazie alla tecnologia, invitano lo spettatore a viaggiare all’interno del magico mondo dell’arte.

La sala più grande de L’Atelier de Lumières, sorto all’interno di un’antica fonderia di Parigi, è dedicata alle opere di Gustav Klimt e alla pittura viennese. All’interno del museo ci sono però anche opere di Egon Schiele e Friedrich Stowasser, meglio noto come Hundertwasser. Una sala più piccola, chiamata Le Studio, è dedicata invece alle opere degli artisti emergenti e alle installazioni digitali e di intelligenza artificiale.

Tutte le opere d’arte presenti all’interno del primo museo digitale d’arte di Parigi offrono un incredibile show immersivo che si estende lungo tutto l’ambiente a disposizione. L’esperienza offerta è multisensoriale: la visione, infatti, è accompagnata dalle musiche di Wagner, Chopin, Beethoven e di altri importanti artisti.

L’intuizione alla base della nascita del museo digitale è anche un tentativo per avvicinare le giovani generazioni all’arte. Il presidente di Culturespaces, Bruno Monnier, ha dichiarato a ‘The Guardian’: «Le persone, oggi, non si approcciano alla cultura allo stesso modo di come facevano in passato. C’è un’evoluzione in corso e l’offerta culturale deve saper stare al passo con i tempi. Il matrimonio tra arte e tecnologia digitale, a mio parere, è il futuro della diffusione dell’arte tra le generazioni future».

La risposta del pubblico non è tardata ad arrivare: nei primi tre mesi d’apertura, oltre 400 mila persone hanno visitato L’Atelièr de Lumieres. Stando alle parole di Bruno Monnier, il risultato ha superato le aspettative di Culturespaces: «Stiamo già pensando a un altro sito», ha dichiarato il presidente della fondazione museale.

Un tuffo nell'arte: a Parigi è nato un museo davvero speciale