In provincia di Sondrio, a meno di due ore da Milano, c’è una valle incantata che ha preservato tutta la sua straordinaria bellezza grazie all’assenza di strade e, di conseguenza, di auto: stiamo parlando della Val Codera, laterale della Valchiavenna, raggiungibile con due ore di cammino tra precipizi e aspri passaggi lungo una mulattiera di montagna.
Leggenda vuole che, dopo la Creazione, a Dio rimanessero ancora un bel pò di pietre: le sparse a caso e così nacque questa valle il cui nome deriva proprio da “cotaria”, “cote”, ovvero masso.
Val Codera, autentico eden montano
Priva di strade carrozzabili e di automobili, la valle appartata è uno scrigno di natura alpina, lontano dalla frenesia della vita quotidiana, dal traffico, dallo smog e dai mille rumori assordanti delle città.
Qui, tra il silenzio dei boschi, si ritrova il contatto con sé stessi e la quiete è garantita: sono sei gli abitanti in totale, più una ventina che, durante la bella stagione, riaprono la casa di famiglia.
Ideale per chi desidera immergersi in uno scenario vocato al relax, la Val Codera è inoltre paradiso per gli escursionisti, i trekker e i biker: sono numerosi i sentieri per escursioni mozzafiato a partire da quello che porta alla frazione la Cola dove donarsi una vista incredibile sul Lago di Como e sul Lago di Mezzola.
Inoltre, in valle si svolge la prima tappa (e una buona parte della seconda) del noto Sentiero Roma, classica e impegnativa Alta Via delle Alpi che collega il Rifugio Gianetti, il Rifugio Bonacossa, il Ponti e l’Omio: la prima tappa parte da Mezzoalpiano fino ad arrivare al Rifugio Brasca.
Il “paese che non c’è”
Difficile immaginare che in una vallata “aspra e selvaggia” (come la definì Leonardo da Vinci nel codice Atlantico) possa sorgere un paese abitato. E invece è proprio così, la Val Codera ospita una piccola e tenace comunità che vive qui tutto l’anno, in un ambiente incontaminato e ricco di atmosfere e valori rimasti intatti.
Per raggiungere l’abitato a piedi vi sono due possibilità: la prima è seguire il ripido sentiero a gradoni con tornanti che si stacca dal parcheggio delle auto della località di Mezzoalpiano e che, prima di giungere a Codera, attraversa Avedée, mentre la seconda è il noto e suggestivo sentiero del Tracciolino, scavato nella roccia seguendo il tracciato dell’antica ferrovia che collegava la Val Codera e la Val dei Ratti, pianeggiante e ideale da percorrere in bici.
Il paese esiste ed è vivo eccome: la vecchia scuola è stata trasformata nella Locanda e Osteria Alpina che offre agli ospiti alloggio, buona cucina locale e anche la connessione internet, e non manca un museo, il Museo della Val Codera, dove scoprire la cultura, le attività del territorio e quanto qui sia da sempre “sacro” il castagno, “l’albero del pane” del tempo che fu.
Passeggiando tra le viuzze acciottolate del borgo, tra scalinate e ballatoi, lo sguardo si sofferma poi sulle case in sasso, il famoso granito di Sanfedelino, e sulla Chiesa di San Giovanni Battista, ampliata nel corso del Seicento, con il maestoso campanile staccato dal corpo dell’edificio.
Val Codera