Anche se le frontiere dell’Unione Europea rimangono formalmente aperte, purtroppo la pandemia Covid-19 è nuovamente così fuori controllo che vengono ripristinate le barriere di protezione tra i Paesi membri.
Infatti, la Germania ha nuovamente disposto la quarantena per chiunque provenga dall’Italia, a eccezione della Calabria.
Il Robert Koch Institut (Rki), il centro epidemiologico tedesco, ha aggiornato, ampliandola, la lista delle aree geografiche europee dove la diffusione dell’epidemia da coronavirus ha superato i 50 nuovi contagi su 100 mila abitanti.
Non è stato possibile, per Berlino, ignorare la drastica crescita dei nuovi contagi in Italia così come quelle di Belgio, Francia, Gran Bretagna, e Spagna.
L’Italia, diventa, quindi “zona rossa”: ciò significa che, dal 1 novembre, le autorità tedesche sconsigliano i viaggi nella penisola, a eccezione della Calabria dove i casi sono minori, e chi deciderà comunque di partire, al rientro, dovrà osservare la quarantena di 14 giorni o sottoporsi al test e attendere il risultato negativo prima di poter uscire di casa.
Il governo ribadisce che non è sua intenzione limitare i viaggi come la scorsa primavera ma è chiaro che gli “avvertimenti” del ministero degli Esteri puntano a scoraggiare tutti i viaggi non necessari nei Paesi considerati a rischio.
Inoltre, nel mese di novembre, il Paese tedesco entrerà in lockdown light con la chiusura di ristoranti, bar e luoghi di intrattenimento, lasciando aperti soltanto negozi e scuole.
Stessa linea segue la Francia, dove il lockdown light è già entrato in vigore, dopo settimane di impennata costante dei contagi.
Il Belgio ha annunciato nuove misure più drastiche per contenere l’epidemia, “misure da ultima possibilità”: dal 2 novembre, infatti, tutti i negozi che non vendono bene essenziali rimarranno chiusi per un mese e mezzo così come le professioni di contatto quali estetiste e parrucchieri.
Scuole chiuse fino al 15 novembre e telelavoro obbligatorio saranno ulteriori strategie per contenere il dilagare dei contagi che sono cresciuti del 38% nelle ultime settimane.
La Spagna, invece, spera di riuscire a scongiurare la chiusura totale e si dichiara fiduciosa circa l’efficacia delle misure restrittive adottate fino a oggi per stabilizzare la curva dei contagi. Tuttavia, per ora i dati dalla penisola iberica continuano a non essere incoraggianti.
Decisioni difficili ma prese per contenere l’ondata autunnale e scongiurare un ulteriore aggravarsi della già difficile situazione mondiale.