Riaperte al pubblico le stanze segrete di Maria Antonietta

In occasione dei 400 anni della Reggia di Versailles, si può finalmente accedere all'appartamento segreto di Maria Antonietta, dopo un restauro durato 10 anni

Foto di Emma Santo

Emma Santo

Giornalista specializzata in Travel

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Pubblicato: 30 Giugno 2023 13:27

La Reggia di Versailles festeggia i suoi lunghi 400 anni e lo fa in grande stile. Per l’occasione, infatti, i visitatori potranno varcare le porte dell’appartamento privato di Maria Antonietta, finalmente riaperte al pubblico. Si tratta di uno degli ambienti più segreti e raffinati dell’antica residenza reale, nascosto dietro una porta nella camera da letto dell’ultima regina di Francia.

Le stanze segrete di Maria Antonietta a Versailles

 “Uno spazio affascinante per chi è interessato all’ultimo periodo di gloria della monarchia francese”. È così che Laurent Salomé, direttore del Museo nazionale della Reggia di Versailles e Trianon definisce l’appartamento in cui Maria Antonietta si rifugiava per riposarsi dalla corte e trascorrere il tempo con i figli e pochi amici, lontana da occhi indiscreti, ma anche il luogo dove la regina si ritirò quando la folla attaccò la Reggia prima del suo arresto, durante la Rivoluzione francese, nel 1789.

Poche persone al mondo possono affermare di aver messo piede in questa zona inviolata dell’ex residenza reale. L’appartamento, restituito al pubblico dopo ben 10 anni di ricerche, restauri e acquisizioni, è un mondo nascosto che svela camere da letto, un boudoir, una biblioteca e persino una sala da biliardo, distribuite su due piani, con affaccio su un cortile interno.

Si potranno ammirare tutti i mobili presenti nelle stanze, ma anche la boiserie, le dorature, i lussuosi ricami, i preziosi dipinti, le eclettiche tele di Jouy con motivi floreali o esotici, come gli ananas che impreziosiscono i rivestimenti murali del boudoir. Il motivo per cui questo frutto è protagonista nelle stanze reali è da attribuire al fatto che fosse stato portato dal Nuovo Mondo in Europa da Cristoforo Colombo nel 1493, per cui, data la sua rarità, era diventato un simbolo di ricchezza e potere. Durante i moderni lavori di ristrutturazione, gli archivisti hanno inoltre trovato prove di stoffe e materiali scelti dalla regina per tende e tappezzerie.

Un viaggio nella storia

Al di là dei dettagli e del patrimonio custodito in queste sale riportate a nuova vita, ciò che viene offerto ai visitatori è un vero e proprio tuffo nella storia. Austriaca di nascita, Maria Antonietta aveva 14 anni quando arrivò in Francia per sposare il futuro Luigi XVI. La regina si prendeva molta cura dei suoi appartamenti e, fino al 1788, li trasformava, li ampliava, li sistemava e li abbelliva continuamente. La decorazione era la sua vera passione. Fece allestire queste stanze con gli arredi più eleganti, a testimonianza dell’armonia e della perfezione delle arti decorative francesi sul finire dell’Ancien Régime.

Si racconta anche che le sue richieste di modifiche alle stanze e la sua impazienza nel portare a termine il lavoro abbiano provocato le ire dell’architetto capo del re, Ange-Jacques Gabriel. Distribuito su due piani, questo mondo finora nascosto “offrirà una nuova comprensione della storia, con questo paradosso tra vita pubblica e privata, etichetta e intimità, una straordinaria storia condensata in pochi metri quadrati”, ha dichiarato all’AFP Catherine Pégard, presidente della Reggia di Versailles dal 2011.

Così piccole da poter essere visitate solo da gruppi di 10 persone al massimo, queste stanze sono un concentrato di preziosi dettagli che offrono ai visitatori una nuova visione della vita di Maria Antonietta, dopo la riapertura di altri appartamenti e della fattoria della regina, sollevando mille domande sulla intimità della sovrana, considerata l’incarnazione della frivolezza e della passione sfrenata per l’effimero. Benché la ricostruzione sia stata complicata dalla mancanza di documenti storici, i curatori hanno fatto davvero del loro meglio per dare l’illusione di entrare in un luogo “che la regina ha appena lasciato”.