C’è un borgo disabitato in Sardegna che si prepara alla sua seconda vita

L'antico e disabitato borgo nel cuore del Logudoro rinasce grazie a un campus cinematografico. È questa l'occasione migliore per scoprire la sua storia e le leggende che lo popolano

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Redazione

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Eretto su un costone roccioso che domina tutta la piana di Santa Lucia, l’affascinante borgo fantasma è ormai popolato solo da storie e leggende che lo hanno reso celebre in tutto il Paese. Del prestigioso passato medioevale che ha caratterizzato tutto il territorio, restano le poche case in pietra restaurate, una chiesa e un cimitero sconsacrato che rendono il paesino ancora più inquietante. Ma Rebeccu, il villaggio disabitato nel cuore del Logudoro, si prepara a vivere la sua seconda era.

Tutto merito del campus cinematografico Titoli di coda che si terrà dal 30 agosto al 5 settembre all’interno del borgo fantasma e che lo renderà assoluto protagonista di una serie di eventi che si alterneranno per tutta la settimana. Trasformatosi con gli anni nella scenografia misteriosa e un po’ inquietante per film e set fotografici, questa è l’occasione migliore per riscoprire la storia del borgo e per conoscerlo in una veste assolutamente inedita.

La piccola chiesetta, la fonte sacra, il cimitero sconsacrato e il silenzio, assoluto custode di misteri mai svelati che non possono essere raccontati ad alta voce, fanno del borgo sardo un luogo intriso di leggende tutte da scoprire.

La sua posizione strategica, al confine tra i giudicati d’Arborea e Torres, ha fatto sì che il villaggio, in passato, fosse il capoluogo della curatoria di Costavalle. Con i secoli, però, le persone hanno cercato fortuna altrove, complice anche la leggenda della principessa Donoria.

La storia vuole che la giovane donna, figlia del re Beccu, feudatario del villaggio, fu allontanata dalla sua casa perché considerata una strega. Prima di lasciare il villaggio in fiamme, però, la ragazza lanciò una maledizione: Rebeccu non avrebbe mai potuto avere più di 30 abitanti. La leggenda vuole che a seguito della maledizione in molti fuggirono via, altri, invece, provarono a ricostruire il borgo non superando mai, però, il limite delle trenta case.

Secondo la storia, invece, è stato un distaccamento catalano arrivato ad Alghero nel 1353 a sterminare la popolazione a bruciare il villaggio. Indipendentemente da ciò che si crede, resta il fatto che passeggiare per le strade e i vicoli acciottolati restituisce un’atmosfera davvero suggestiva e misteriosa.

Ma la quiete più assoluta a destinata a cessare, almeno per un po’. Come abbiamo anticipato, infatti, il borgo medievale e disabitato della Sardegna si rianimerà grazie al campus di scrittura e produzione cinematografica che sarà dedicato agli under 25.

La maggior parte delle case sono state ristrutturate dal comune per il progetto di creare un albergo diffuso, e attirare così viaggiatori da tutto il mondo. Ora queste verranno messe a disposizione dei ragazzi che parteciperanno al campus. L’obiettivo è presto detto: riabitare il borgo antico e abbandonato e ridargli una seconda vita.

Rebeccu
Fonte: Wikimedia/Gianni Careddu
Rebeccu