Lei non ha bisogno di presentazioni, la sua fama la precede. È l’assoluta protagonista della storia dell’arte, un’opera iconica ed enigmatica, quella che raffigura uno dei ritratti più celebri al mondo. Sarà merito di quel sorriso indecifrabile, di tutte quelle domande senza risposte che si sono susseguite nei secoli o di quella tecnica pittorica del Maestro Da Vinci: quello che è certo è che la Gioconda è uno dei dipinti più famosi al mondo. E una scoperta fatta di recente apre nuove ipotesi sulla sua realizzazione.
Per noi è la Gioconda, ma all'estero - inclusa la Francia dove l'opera è conservata - la chiamano Monna Lisa (o Mona Lisa), ed è il dipinto a olio realizzato su tavola di legno di pioppo dal genio Leonardo. Ora torna a essere protagonista indiscussa per una nuova scoperta. Non che abbia mai smesso di esserlo in tutti questi secoli (pensate che è stata anche oggetto di studi psicoanalitici), ma la tanto amata e idolatrata opera di Leonardo è di nuovo oggetto di analisi.
Uno studio, questo, che si focalizza non tanto sull'enigmatica figura, quanto più sullo sfondo del dipinto. Secondo gli esperti, infatti, a campeggiare dietro i mezzo busto della donna non c'è il Montefeltro come si pensava, bensì una località dell'Emilia Romagna.
Bobbio sullo sfondo della Gioconda
Ammirata ogni giorno da migliaia di visitatori che entrano nel Museo del Louvre, e tenuta a debita distanza con un cordone che funge da protezione, la Gioconda è diventata di nuovo oggetto di studio da parte di un gruppo di studiosi dell'Università di Genova e del Museo di Storia Naturale di Piacenza per una nuova e sensazionale scoperta.
Da anni, infatti, ci si interroga su quale località faccia da sfondo al quadro della Gioconda. Per Andrea Baucon e Gerolamo Lo Russo, a capo di un gruppo di ricerca, non ci sono dubbi, si tratterrebbe di Bobbio, il delizioso borgo italiano situato nel cuore della Val Trebbia, in provincia di Piacenza.
Ad avanzare per prima la tesi era stata Carla Glori. Secondo la ricercatrice, infatti, il paesaggio situato alle spalle della Gioconda è quello di Bobbio visto dal possente castello Malaspina-Dal Verme della città.
Il legame tra Leonardo Da Vinci e Bobbio
La teoria dello sfondo bobbiese nel quadro di Leonardo Da Vinci è sempre più accreditata, ora anche dal gruppo di scienziati guidati da Baucon e Lo Russo. Cosa ha portato a credere che dietro la Gioconda ci sia Bobbio lo ha spiegato la stessa Glori.
La ricercatrice, infatti, ha collegato gli icnofossili del Comune di Pierfrancesco, che si trovano a Bobbio, a quelli di cui parla Leonardo nel "Codice Leicester", noto anche come "Codice Hammer", un manoscritto di Leonardo che comprende 36 fogli databili tra il 1506 e il 1510. Inoltre, il legame tra la Val Trebbia e l'artista è confermato dal fatto che nella sua vigna milanese - la Vigna di Leonardo - l'artista coltivava la malvasia di candia aromatica, una specie caratteristica della vicina Val Tidone, confermando ancora di più la conoscenza del territorio da parte del Genio.
A queste conferme si aggiungono anche i disegni murali del castello Malaspina Dal Verme che sono dedicati a Galeazzo Sanseverino, mecenate e grande amico di Leonardo. Non è difficile immaginare che Da Vinci, visionando il progetto, si sia lasciato ispirare proprio dalla veduta di Bobbio dal maniero.