Il lato oscuro dei viaggi: il tourism leakage

Viaggiare è sempre un'esperienza meravigliosa, ma possiamo impegnarci ancora un po' di più per farlo in maniera responsabile: ecco cos'è il tourism leakage

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Web content writer, da sempre appassionata di storie e di viaggi.

Diverse indagini confermano che il 2023 sarà l’anno d’oro per il turismo: dopo la pandemia e le relative misure sanitarie adottate per ridurre il rischio di contagio, finalmente abbiamo ripreso a viaggiare e siamo tornati a scoprire le bellezze del mondo. Perché non sfruttare l’occasione per farlo in maniera più responsabile? Uno dei problemi principali, che impatta soprattutto sulle località turistiche più affollate, è il tourism leakage. Scopriamo di cosa si tratta e come possiamo evitarlo.

Che cos’è il tourism leakage

Sono moltissimi i turisti che stanno organizzando il loro prossimo viaggio, pronti a ripartire dopo un lungo periodo caratterizzato da frontiere chiuse e restrizioni di ogni genere. Nella maggior parte dei casi, le persone preferiscono rivolgersi ad agenzie di viaggio – soprattutto quando si tratta di una vacanza lunga e particolarmente strutturata, meglio ancora se dall’altra parte del mondo. Affidarsi ad esperti permette di partire più tranquilli, ed è la scelta migliore per chi non è abituato a muoversi molto o a chi non vuole incappare in qualche imprevisto.

Ma anche quando non si coinvolge un’agenzia di viaggio, è molto probabile che la gran parte dei turisti preferisca prenotare presso compagnie aeree, strutture alberghiere e ristoranti di grandi catene, che dovrebbero essere indice di qualità e sicurezza. Tutto questo ha però un risvolto negativo per le comunità locali: si chiama tourism leakage, ed è considerato il lato oscuro del turismo. Di che cosa si tratta? Semplicemente, il denaro speso per un viaggio giunge raramente (e solo in percentuali davvero ridotte) nelle tasche della gente del posto.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, ben l’80% dei soldi spesi in un pacchetto turistico all-inclusive finisce all’estero, e solo una piccola parte va dunque a rimpolpare l’economia locale. Un problema che aumenta in maniera vertiginosa se prendiamo in considerazione le più classiche mete turistiche, quelle prese d’assalto dai viaggiatori e che subiscono già le gravi conseguenze derivate dall’overtourism. Possiamo fare qualcosa per evitare il tourism leakage e diventare viaggiatori più responsabili?

Come viaggiare in modo responsabile

Per fare del bene alle comunità locali e all’ambiente, possiamo semplicemente adottare alcune piccole accortezze che ci faranno anche apprezzare di più il nostro viaggio. Innanzitutto, scegliamo mete meno affollate: va bene andare alla scoperta delle grandi capitali europee, ma perché non alloggiare in qualche piccolo borgo nelle vicinanze? Potremmo così viaggiare a ritmi più lenti e ammirare paesaggi meravigliosi, senza rinunciare a qualche tappa più turistica. E se proprio non possiamo fare a meno di andare in una destinazione più rinomata, almeno scegliamo un periodo in bassa stagione. Sarà ancora più bello visitare musei e monumenti senza dover fare a gomitate tra la calca.

Per favorire l’economia locale, invece, possiamo evitare di soggiornare e mangiare in strutture di grandi catene, prediligendo piccoli alberghi e trattorie gestite da persone del luogo. Questo è anche un ottimo metodo per vivere un’esperienza autentica, seppur non di lusso come potrebbe garantirci un grande hotel. Nella scelta del mezzo di trasporto, invece, potremmo cercare di evitare l’aereo. Sebbene sia indubbiamente molto comodo, è anche di gran lunga più inquinante. Meglio optare per il treno, così da regalarci una bella avventura su rotaie. Infine, cerchiamo di fare del bene all’ambiente. Anche in vacanza, potremmo partecipare a qualche progetto a sostegno della natura o degli animali, così da unire l’utile al dilettevole.