Cosa fare in Val di Scalve, tesoro della Lombardia

Un vero paradiso per chi ama le attività all'aria aperta e gli sport di montagna, ma anche per chi vuole scoprire storia, cultura e tradizioni di luoghi immersi in scenari mozzafiato

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Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Protetta dalla corona delle Orobie, la Val di Scalve riunisce nel suo territorio una varietà di contesti naturali incontaminati che la rendono il luogo ideale per la pratica di tutti gli sport di montagna, ma anche per esplorarne cultura e tradizioni immersi in un silenzio rigenerante. Esperienze uniche e coinvolgenti accontentano chiunque percorra questa fantastica valle, ricca di opportunità sia in inverno che in estate.

Val di Scalve, un luogo ricco di storia

Situata nella parte nord-orientale della provincia di Bergamo, e confinante con le province di Sondrio e Brescia, la Val di Scalve si estende per una larghezza di 19 km tra una cerchia di montagne prealpine, fra le cui cime spiccano il maestoso Massiccio della Presolana , il Pizzo Tornello, il Cimon della Bagozza e il Pizzo Camino.

Vanta origini antichissime, dagli antichi Romani era conosciuta come Vallis Decia, dal torrente che la solca, il Dezzo, che nella parlata locale viene chiamato ‘Decc’. Secondo alcuni storici, il nome ‘Scalve’ deriverebbe, invece, dal celtico Skalf, che significa ‘fessura’, una caratteristica riconducibile alla natura della valle che si presenta, a chi risale dalla Valle Camonica tramite il corso del torrente Dezzo, come un’angusta fessura tra i monti, ma c’è anche chi pensa che possa riferirsi all’attività di scavo delle numerose miniere che fin dai tempi remoti  ha caratterizzato la storia di questo luogo.

Cosa fare in inverno in Val di Scalve

Questa rara isola alpina è un vero paradiso per chi ama le attività all’aria aperta e gli sport di montagna. In inverno, i meravigliosi sentieri escursionistici, che in estate sono immersi nel verde dei prati, diventano tracciati perfetti per gli amanti delle ciaspolate e dello scialpinismo. Potrete vivere momenti di svago e condivisione sulle piste innevate, adatte sia a snowboarders sia a sciatori, senza tralasciare le aree attrezzate per bob e slittini, con diversi fuoripista in powder che permettono di raggiungere isolati rifugi alpini.

La conformazione montana della Val di Scalve regala un’ampia scelta di percorsi per gli scialpinisti, come la conca dei Campelli, il Pizzo Camino, il Monte Ferrante e il Monte Barbarossa. A ovest della valle si staglia la Presolana che, con i suoi pendii, offre un ottimo comprensorio sciistico con piste che si spingono sino a 2250 metri.

Una delle mete più scenografiche della Val di Scalve, e per questo più amate, è il Passo dei Campelli, a 1889 metri di quota, cui si arriva – partendo dalla località Fondi di Schilpario – con una camminata di due ore e 630 metri di dislivello, circondati da boschi da fiaba. In cima vi sorprenderà un panorama spettacolare, con la vista che si apre verso la Val Camonica fino a scorgere l’inconfondibile sagoma dell’Adamello.

Gli sciatori o alpinisti più esperti possono, invece, raggiungere in tre o quattro ore il Cimon della Bagozza, ammirando scenari incantati fino a ritrovarsi in vetta a 2409 metri di altitudine, oppure, partendo dal parcheggio di Piazzale Alpini, arrivare in quattro o cinque ore di cammino al Pizzo Camino a quota 2491 metri.

La Val di Scalve vanta, inoltre, la presenza di scuole di sci certificate e di lunga esperienza nelle varie discipline, da cui sono passati campioni di fama mondiale. Una volta qui, chi lo desidera può approfittare delle lezioni personalizzate, per gruppi e anche per disabili, con maestri pronti a insegnare i più piccoli trucchi per diventare dei provetti sciatori.

Val di Scalve in estate: gli itinerari naturalistici

Se desiderate trascorrere un’estate in totale tranquillità, lontani dal caotico affollamento delle spiagge, la Val di Scalve vi offre l’alternativa ideale, con i suoi splendidi itinerari naturalistici che comprendono boschi, varie specie animali, percorsi tematici e miniere.

Un punto di partenza dal nome evocativo è il Sentiero del Bosco Incantato, una passeggiata ideale per tutta la famiglia, dove le sculture di legno accompagnano i bambini per tutto il percorso, raccontando le storie della tradizione bergamasca.

Gli appassionati di trekking e sky-race ameranno, invece, la natura lussureggiante che circonda il borgo di Azzone, posto alla destra del fiume Dozzo, a poca distanza dalla Riserva Naturale Giovetto di Paline, ricoperta quasi interamente di abeti rossi.

Giungendo al passo della Presolana, ci si incammina verso il Sentiero dell’Orso, un percorso eco-didattico che permette di osservare da vicino piccoli esempi della complessità del sistema forestale. Seguendo il cartello che indica il Salto degli Sposi, si raggiunge uno splendido belvedere. La leggenda narra che due innamorati stranieri, chiamati dalla gente del posto “gli sposi”, senza un motivo apparente, si suicidarono, gettandosi dal dirupo abbracciati.

Un’escursione che unisce la bellezza della natura e il ricordo del crollo della diga nel 1923 è quella che passa per la Diga del Gleno a Vilminore di Scalve. Qui è stato realizzato anche l’Arboreto alpino Gleno, che ospita uno spazio espositivo con le schede descrittive delle circa 100 specie botaniche piantumate nei primi anni 2000.

Da non perdere, infine, una visita al Parco Minerario Andrea Bonicelli, che dal 1997 si occupa di recuperare la storia e la cultura mineraria della Val di Scalve per trasmetterla alle future generazioni, attraverso diversi percorsi museali all’interno delle antiche gallerie dismesse nelle miniere di Schilpario. I percorsi si snodano per chilometri e su più livelli, con itinerari attrezzati con illuminazione elettrica, che si affrontano inizialmente a bordo di un fantastico trenino che scorre sui vecchi binari usati per il trasporto del minerale. Il percorso nella miniera prosegue poi a piedi, accompagnati dalle guide, pronte a illustrare un’affascinate documentazione fotografica che mostra il lavoro dell’uomo a contatto con la montagna e le sue viscere e a spiegare il funzionamento di oggetti e utensili della storia della miniera.

Il favoloso panorama dalla Big Bench

A pochi passi dal centro abitato di Schilpario, si può raggiungere la famosa Big Bench, installata il 2 luglio 2020, che rientra con il n. 96 fra le oltre 100 panchine progettate da Chris Bangle all’interno del Big Bench Community Project (BBCP). La panchina gigante è raggiungibile percorrendo un facile e breve sentiero, che permette di ammirare un panorama imperdibile, che abbraccia in lontananza il massiccio della Presolana, ma anche il Pizzo Tornello dalle ripide pendici erbose, il Pizzo Camino, Ezendola e parte del complesso della catena rocciosa dei Campelli.  Mentre l’abitato del comune di Schilpario rimane parzialmente nascosto più a Est, dalla Big Bench si possono ammirare le frazioni di Pradella, Ronco, Barzesto, e anche i più lontani centri di Vilmaggiore e Vilminore.

La spettacolare Cascata del Vò

La Cascata del Vò è tra le principali mete estive della Val di Scalve. In circa mezz’ora si raggiunge una meravigliosa cascata formata dall’omonimo torrente, un salto di 25 metri immerso nel verde dei boschi. La valle del Vò si apre poco prima dell’abitato di Schilpario, nei pressi del piccolo borgo di Ronco, fra il Monte Bognaviso e il Pizzo Tornello. Sul fondo scorre il fiume Vò che da il nome all’intera vallata. La vegetazione alterna boschi di abete rosso, pino mugo, ontani e noccioli. La fauna è ricca di camosci e altri animali selvatici.

Sul tragitto per raggiungere la cascata, ci si imbatte in un esempio di “poiat”, una struttura di rami e tronchetti di legna che serviva alla fabbricazione del carbone, di vitale importanza per le genti che un tempo abitavano la zona. L’antica mulattiera del percorso veniva sfruttata, in passato, per raggiungere “la reglana” un forno di fusione del minerale, del quale ne rimane traccia poco prima della cascata. Esistono, infatti, testimonianze di un’importante attività di scavo delle numerose miniere di ferro della Val di Scalve fin dai tempi dei Romani.

A spasso tra i borghi della Val di Scalve

La Val di Scalve è formata da quattro comuni – Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore di Scalve – ciascuno dei quali offre percorsi culturali, artistici e gastronomici, immersi in scenari incontaminati e mozzafiato.

Azzone è un piccolo borgo ai piedi del Pizzo Camino, nonché porta di accesso alla Riserva Naturale del Giovetto, dove si possono ammirare le operose formiche appartenenti alla specie Rufa, che hanno la capacità di proteggere l’intero ambiente boschivo dall’attacco di insetti nocivi. Il suo centro abitato rispecchia la struttura tipica dei paesi montani. Il suo cuore è la piazza, su cui si affaccia il palazzo comunale, mentre fra i tetti delle case, spiccano la il campanile della chiesa parrocchiale e la Torre Civica.

Colere è, invece, famoso per lo sci alpino e lo sci alpinismo in inverno, per il trekking e le vie d’arrampicata in estate. Dal paese si può giungere attraverso vari sentieri di facile percorribilità il Rifugio Luigi Albani, inserito nel Sentiero delle Orobie Orientali. Molto suggestiva è la grotta del ghiaccio, così chiamata per la presenza, in ogni periodo dell’anno, di uno strato di ghiaccio che ne ostruisce l’ingresso.

Incastonato nella cornice naturale delle Orobie Bergamasche e posto all’ingresso di un’affascinante abetaia, Schilpario è un luogo ricco di storia, sapori e tradizioni. La sua straordinaria posizione ambientale e paesaggistica ne ha fatto una meta turistica fra le più apprezzate degli appassionati di montagna.  Dal paese partono diversi sentieri che sovrastano l’intera Val di Scalve e portano ai rifugi Tagliaferri, Vivione e Campione. Vi troverete anche percorsi ciclabili o a cavallo.

Infine, incontriamo il piccolo borgo di Vilminore di Scalve, posto al centro soleggiato della valle, a un’altezza di 1018 m. s.l.m., e punto nevralgico della stessa, poiché sede della storica Comunità Montana di Scalve. Ognuna delle sue nove frazioni conserva importanti tracce del passato della comunità scalvina. La più importante è senza dubbio la Diga del Gleno, che conserva i segni della tragedia che avvenne il 1° dicembre 1923, quando la diga crollò e una grandissima quantità di acqua, fango e detriti si riversò sui centri abitati sottostanti, causando numerosi danni e centinaia di vittime. I resti della diga sono tutt’oggi visibili e sono raggiungibili tramite una suggestiva camminata che parte proprio da Vilminore di Scalve.