Tour tra le panchine giganti, un itinerario mozzafiato

Un'iniziativa per incoraggiare le persone a sorprendersi ammirando il paesaggio con occhi nuovi, un'esperienza immersiva che tutti possono sperimentare

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Redazione

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Il 28 e il 29 aprile a Dogliani (Cuneo) si terrà il primo Festival dedicato alle panchine giganti, le curiose e celebri Big Bench ideate dal designer statunitense Chris Bangle, residente con la moglie a Clavesana dal 2009.

Sarà un’occasione per valorizzare il territorio e promuoverlo dal punto di vista storico e culturale, una grande festa organizzata dalla Fondazione no profit Big Bench Community Project Ets, aperta a tutti gli appassionati con intrattenimento musicale, cena, asta benefica e il convegno riservato ai promotori delle 286 panchine giganti già installate e delle numerose in fase di realizzazione.

Le panchine giganti: un forte impatto emozionale

Sono centinaia ormai le suggestive panchine giganti sparse in tutta Italia, in luoghi poco frequentati e spesso isolati ma di grande bellezza, dove ammirare panorami superlativi seduti a due metri da terra tornando anche un po’ bambini.

Tutto nasce dall’inventiva di Chris Bangle che, nella Borgata a Clavesana (Cuneo) dove si trovano la sua residenza e lo studio di design, realizza la prima panchina gigante nel 2010 come un’installazione panoramica accessibile ai visitatori.

È un progetto che ha preso il via tra “amici e vicini di casa”, un’iniziativa senza scopo di lucro per incoraggiare le persone a sorprendersi ammirando il paesaggio con occhi nuovi, un’esperienza collettiva e immersiva che tutti possono sperimentare e condividere, anche sui social come Facebook dove è nato un apposito gruppo dedicato ai “cacciatori di panchine giganti”.

Le colorate installazioni artistiche, che riproducono la classica panchina da giardino ma in formato gigante, hanno l’obiettivo di donare un forte impatto visivo ma soprattutto, emozionale: sedersi su una di esse abbracciati dallo scenario naturale delle colline piemontesi, in gran parte punteggiate da vigneti, è una sensazione impagabile, un modo eccezionale per staccare dalla frenetica vita quotidiana e ritagliarsi un momento tutto per sé, come in una favola.

Per i più affezionati, inoltre, Big Bench Project ha ideato il “Passaporto delle Panchine Giganti” da far timbrare in ogni luogo visitato a testimonianza di questa esperienza unica nel suo genere.

Dove ammirarle in Piemonte

Il Piemonte è la terra natia delle panchine giganti, il punto di partenza ideale per conoscerle da vicino e godere della loro meraviglia.

Nel corso degli anni, il progetto si è ampliato senza sosta e tuttora è in continuo aggiornamento, suddiviso tra le province di Cuneo, Asti, Alessandria, Torino, Novara, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.

Tuttavia, un itinerario perfetto per intraprendere l’avventura al cospetto delle originali installazioni può iniziare proprio dallo splendido territorio in cui hanno visto la luce, le Langhe, i cui vigneti sono riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Cominciamo dalla “Capitale del Tartufo“, Alba, e dai suo dintorni: qui si possono ammirare la panchina gigante di Alba n. 14, in località Scaparone, quella di Diano d’Alba, n. 65, di Neive, n. 23, di Montelupo Albese, n. 100, di Coazzolo, n. 26, di Monchiero, n. 22, di Sinio, n. 63, di Monforte d’Alba, n. 12 (quella viola) e n. 6 (quella rosa), e di Dogliani, n. 13.

Partendo, invece, dalla prima panchina pensata da Chris Bangle a Clavesana, la n.1 rossa “ufficiale”, nello stesso paese spiccano anche la n. 3 gialla in Borgata Palazzetto e la n. 4 blu in Frazione Lo Sbaranzo.

Vi sono poi le panchine giganti di Carrù, la grande panchina n. 7 e le piccole nella piazza principale (Small Big Bench), quella di Farigliano, n. 2, di Piozzo, n. 8 e di Cigliè, n. 43.

Proseguendo lungo l’incantevole territorio dell’Alta Langa, le panchine sono disseminate a Niella Belbo (n. 16), San Benedetto Belbo (n. 85), Paroldo (n. 44), Ceva (n. 28), e Arguello (n. 11).

Infine, nella zona del Roero, parte nord-orientale del Cuneese, da vedere le panchine di Canale (n. 47), Montà (n. 167), Vezza d’Alba (n. 5) e Castellinaldo (n. 157).