Un visto unico per visitare 6 magici Paesi del Sud-Est asiatico: quali

Dopo il Covid, alcuni Paesi del Sud-Est asiatico stanno valutando una nuova iniziativa per incentivare il turismo: scopriamo il progetto del visto unico

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Giulia Sbaffi

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Web content writer, da sempre appassionata di storie e di viaggi.

Le politiche di immigrazione nel Sud-Est asiatico richiedono ai turisti provenienti da gran parte del mondo (tra cui anche noi italiani) di adottare un visto particolare per poter fare ingresso in ciascun Paese. La più grande difficoltà consiste nel dover organizzare i vari visti se si vuole fare un viaggio multitappa, alla scoperta delle tante bellezze di questa regione. È dunque la Thailandia a farsi promotrice di un’iniziativa davvero interessante: adottare un visto unico per 6 Paesi, così da consentire ai turisti di spostarsi agevolmente oltre i confini.

Il visto unico: l’iniziativa della Thailandia

Prima di organizzare un viaggio all’estero, è importante informarsi accuratamente sulla necessità di richiedere un visto d’ingresso: molti Paesi lo adottano ancora, mentre altri hanno già iniziato a snellire la burocrazia per favorire il turismo. Tutto ciò accade soprattutto post-Covid, dopo cioè che la pandemia ha messo in ginocchio il settore turistico. Mentre i flussi tornano pian piano a stabilizzarsi (e in alcuni casi persino ad aumentare rispetto al 2019), si sente il bisogno di fare qualcosa per incentivare i visitatori, meglio ancora se quelli con i più alti livelli di spesa.

La Thailandia (per la quale, tra l’altro, gli italiani in visita per un periodo di tempo inferiore ai 30 giorni non hanno bisogno di visto), sta vagliando l’attuazione di una nuova regolamentazione. L’idea è di consentire ai turisti di arrivare nel Paese e di muoversi liberamente anche oltre i confini con un solo visto, così da rendere molto più agevole viaggiare alla scoperta del Sudest asiatico. Si tratta naturalmente di un’iniziativa che avrà bisogno di molto lavoro: l’obiettivo è infatti quello di coinvolgere altri 5 Paesi dell’area, unificando la normativa sull’immigrazione.

Un’impresa non facile: sono ormai diversi anni che il blocco Asean (Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico, la quale comprende 10 Paesi) cerca di raggiungere un accordo sul visto comune, senza però tuttavia trovare la quadra in merito alle diverse politiche sull’immigrazione. La Thailandia si fa ora promotrice di questo nuovo progetto, nella speranza di arrivare finalmente ad una risoluzione che agevolerebbe il turismo – e naturalmente l’economia locale. Basti infatti pensare che il Paese ha accolto più di 9 milioni e 370mila viaggiatori internazionali nei primi tre mesi del 2024, numeri in continua crescita.

I Paesi che potrebbero aderire

Il Primo Ministro thailandese, Srettha Thavisin, ha dunque in programma di avviare le trattative per l’adozione del visto unico con altri 5 Paesi del Sudest asiatico. Si tratta della Cambogia, del Laos, della Malesia, del Myanmar e del Vietnam, che insieme alla Thailandia hanno ospitato circa 70 milioni di turisti, lo scorso anno. Sarebbe dunque un incredibile vantaggio per tutti, se si riuscisse a trovare una politica comune in grado di soddisfare le esigenze di ogni governo. Thavisin, intanto, sta lavorando duramente per trasformare il suo Paese in un hub per facilitare i viaggi verso i suoi confinanti.

In cosa consisterebbe questo visto unico? L’idea è di adottare una normativa che ricordi quella dell’area Schengen: ovvero ciascun turista internazionale, proveniente da un Paese esterno, può richiedere un visto d’ingresso per un soggiorno di breve durata con il quale può varcare i confini di tutti gli Stati membri – a parte alcune specifiche eccezioni che potrebbero essere adottate in caso di motivi particolari.