Inaugurato alla presenza del sindaco capitolino, il Parco Archeologico del Celio è un preziosissimo sito che racchiude alcune splendide testimonianze dell’antica Roma. E, al suo interno, apre i battenti un nuovo museo che permette di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo: si tratta del Museo della Forma Urbis, che conserva i frammenti marmorei della planimetria della città voluta dall’imperatore Settimio Severo.
Il Parco Archeologico del Celio
Il 12 gennaio 2024 apre al pubblico il Parco Archeologico del Celio, situato lungo il versante settentrionale del colle (quello che guarda verso il Colosseo). È qui, nell’area designata a giardino, che si trovano numerosi reperti archeologici di grande valore storico e artistico, come ad esempio le fondazioni perimetrali del Tempio del Divo Claudio. Questi importanti resti d’epoca romana sono stati rinvenuti durante gli scavi condotti nell’800, periodo a cui risale anche la costruzione dell’Ex Antiquarium Comunale, adibito a magazzino e – successivamente – a sede museale in cui venivano esposti i ritrovamenti del parco.
Altri due edifici sono stati realizzati, a cavallo tra l’800 e il ‘900, all’interno del sito archeologico. Il primo è noto come la Casina del Salvi, edificata nei pressi del Tempio del Divo Claudio: inizialmente aveva funzione di coffee-house, ma ormai da decenni è chiusa al pubblico. Grazie ai nuovi lavori, organizzati all’interno di un più ampio programma in vista del Giubileo, anche la Casina tornerà presto a splendere e riprenderà il suo aspetto originario di coffee-house, oltre ad ospitare una delle nuove Aule Studio di Roma. L’altro edificio, realizzato negli anni ’20 del secolo scorso, è invece l’Ex Palestra della Gioventù Italiana del Littorio.
Il nuovo Museo della Forma Urbis
L’Ex Palestra della Gil ospita oggi il nuovo Museo della Forma Urbis, un allestimento preziosissimo per i visitatori: si tratta infatti dell’esposizione dei frammenti della celebre Forma Urbis Romae, una gigantesca planimetria in marmo dell’antica Roma. Venne realizzata per volere dell’imperatore Settimio Severo, tra il 203 e il 211 d.C. È passato quasi un secolo dall’ultima volta che venne esposta, ovvero all’inizio del ‘900 nel giardino del Palazzo dei Conservatori e, fino al 1939, nell’Ex Antiquarium, entrando poi nella collezione dei Musei Capitolini. Ora torna ad essere finalmente fruibile dal pubblico.
La Forma Urbis, originariamente esposta sulla parete di un’aula nel Foro della Pace, era incisa su ben 150 lastre marmoree – per un totale di circa 18 x 13 metri. Venne scoperta nel corso del ‘500, e purtroppo da quell’epoca molti frammenti andarono perduti. Solo alcuni vennero ritrovati successivamente: ad oggi, ne possediamo circa un decimo dell’intera piantina della città. Ma è comunque una preziosa testimonianza di come si presentava l’antica Roma in un periodo storico di cui si conservano solo alcuni reperti.
Il Parco Archeologico del Celio, con al suo interno il Museo della Forma Urbis, è dunque un’ottima opportunità per i turisti: l’ingresso al sito è gratuito, mentre per il museo è necessario acquistare il biglietto. Qui sarà possibile ammirare non soltanto la pianta marmorea dell’antica città, ma anche numerosi cimeli architettonici e decorativi che un tempo erano conservati nell’Ex Antiquarium. A proposito, anche quest’ultimo verrà presto recuperato, grazie ad alcuni lavori in previsione nei prossimi mesi: l’edificio, abbandonato da quasi un secolo, tornerà a splendere.