Nasce la Rete delle Città Medievali Italiane, con 28 comuni di 10 regioni

È nata la Rete delle Città Medievali Italiane, 28 comuni in 10 regioni, dal significativo patrimonio materiale e immateriale legato al Medioevo

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Flavia Cantini

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Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

È nata la Rete delle Città Medievali Italiane, in tutto 28 comuni suddivisi in 10 regioni, contraddistinti da un significativo patrimonio materiale e immateriale legato al Medioevo.

Si tratta di un progetto, firmato con Enit (l’Agenzia Nazionale del Turismo), che si pone l’obiettivo di sviluppare e digitalizzare la tipologia di turismo incentrata sulle peculiarità medievali dei luoghi nonché di organizzare un fitto e avvincente calendario di eventi e rievocazioni storiche di eccellenza.

La promozione delle specificità dei territori

A supporto della nuova Rete, Enit si impegnerà nell’organizzazione di workshop sulla comunicazione e sull’area tematica del “turismo delle tradizioni” e nella pianificazione di indagini mirate.

Infatti, il consigliere Enit Sandro Pappalardo ha così commentato l’iniziativa: “Vogliamo promuovere le specificità, le unicità dei singoli territori e allargare il protocollo ad altri borghi, perché dagli ultimi dati emerge un forte interesse per i territori interni e per le rievocazioni storiche che offrono“.

Piccoli borghi storici, città d’arte e antichi castelli torneranno così alla ribalta per un vero e proprio “viaggio indietro nel tempo” da aprile a ottobre grazie a rievocazioni storiche, mercatini tipici medievali, sfilate e banchetti d’epoca: un modo per accendere i riflettori su molteplici realtà del Belpaese e riportare alla luce un notevole bagaglio di leggende, eventi e costumi tradizionali.

Sulla base delle ultime ricerche effettuate dall’Ente, infatti, assistiamo a un rinnovato interesse per il Medioevo, per le aree interne e per le rievocazioni anche da parte dei turisti provenienti dall’estero: la nascita della Rete delle Città Medievali Italiane e l’accordo con Enit si pongono quindi come un faro per apportare ancora più risorse e valorizzare le rievocazioni storiche per le quali, presto, arriverà una legge così da avere un quadro normativo e un modello di riferimento a livello nazionale.

Inoltre, la realizzazione di un calendario di rievocazioni ed eventi di qualità darà un forte contributo alla destagionalizzazione del turismo fornendo un richiamo durante tutto l’anno per far scoprire località anche meno conosciute e rendere davvero popolare il turismo medievale.

Tutti i Comuni che aderiscono alla Rete

Fermo restando che sono molti i Comuni che hanno manifestato interesse e chiedono di entrare a far parte della Rete, a oggi sono 28 le realtà aderenti, distribuite in 10 regioni con Viterbo come capofila che, il 22 marzo, presenterà un’anteprima della sesta edizione del Festival dei Luoghi Medievali nella cornice del Palazzo dei Priori.

I requisiti richiesti? Architettura medievale e almeno un evento storico in programma.

Le città medievali scelte (per il momento) sono: Pistoia, Prato, Fucecchio (Firenze), Calenzano (Firenze), Volterra, Incisa Scapaccino (Asti), Ariano Irpino (Avellino), Fermo, Monteriggioni (Siena), Serravalle Pistoiese, San Gimignano, Sutri (Viterbo), Civita di Bagnoregio, Cairo Montenotte (Savona), Anagni (Frosinone), Boville Ernica (Frosinone), Stroncone (Terni), Vitorchiano (Viterbo), Tarquinia, Mandas (Provincia del Sud Sardegna), San Gemini (Terni), Viterbo, Narni, Bevagna, Perugia, Santa Fiora (Grosseto), Scurcola Marsicana (L’Aquila) e Pandino (Cremona).

Via, quindi, al Medioevo, definito la nuova frontiera del turismo culturale, e ai luoghi che ne detengono tuttora l’autenticità, l’esclusività storica e il fascino millenario, e che sanno farlo rivivere tra palii, sbandieratori, musiche, eventi e buona tavola.