Stroncone, il borgo arroccato su di un colle olivato

Borgo fortificato dalla storia e dall'aspetto millenari, è uno di quei luoghi "fuori dal tempo" che invita a passeggiare senza fretta

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

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Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

L’Umbria si distingue per gli innumerevoli borghi medievali che sono autentici gioielli, immersi in un dolce e verdeggiante paesaggio collinare: uno di questi è Stroncone, nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, arroccato a 450 metri su un colle adorno di ulivi in provincia di Terni.

Borgo fortificato dalla storia e dall’aspetto millenari, è uno di quei luoghi “fuori dal tempo” che invita a passeggiare senza fretta vicolo dopo vicolo e a godere di preziosi scorci tra salite e discese, strette stradine, case in pietra, botteghe artigiane e piazzette raccolte.

Una visita al borgo medievale

Su di uno sperone roccioso dei Monti Sabini, Stroncone affascina con la sua bellezza eterna che si svela già fuori le mura con Piazza della Libertà che si affaccia sulla Conca Ternana e offre subito l’occasione di ammirare la cinquecentesca Fontana delle Tre Tazze e la Porta Principale (o Maggiore) che, sovrastata dallo stemma comunale, segna l’ingresso al borgo.

E la meraviglia ha inizio: ecco Piazza San Giovanni (un tempo Piazza Maggiore) con il caratteristico pozzo medievale e la quattrocentesca Chiesa di San Giovanni Decollato, una gemma artistica e architettonica custode di pregevoli affreschi dedicati alla vita del Santo, stucchi a opera di artisti locali e altari barocchi.

Proseguendo nel cammino, tra tortuose viuzze che rendono appieno l’anima antica di Stroncone, ecco la Chiesa di San Nicolò, dalla facciata impreziosita dal portone con bassorilievi bizantini e interno ricco di opere degne di una sosta. Ancora, sorprende il Palazzo Comunale, nato dall’unione del Palazzo dei Priori del XIII secolo e del Palazzo Apostolico del Cinquecento: da vedere svariate opere d’arte, tra cui i Codici di Stroncone, nove codici miniati su pergamena del XIV secolo, e la Sala del Consiglio.

Nel punto più alto del borgo, Piazza della Torre, è il momento di scoprire l’Oratorio della Madonna del Gonfalone, con interno finemente decorato con stucchi dorati e dipinti, per poi arrivare in Via Vici con il Palazzo omonimo e la cappella di Santa Maria della Neve (o della Porta di Sotto) con altare del primo periodo barocco.

Il ritorno in Piazza della Libertà consente di apprezzare il monumento ai caduti della Grande Guerra e di spostarsi, fuori dal centro storico, verso il Convento di San Francesco, la cui chiesa conserva affreschi del Quattrocento. In più, il convento vanta una ricca biblioteca con molteplici documenti francescani.

I musei da non perdere

Avendo tempo a disposizione, è interessante prevedere una sosta al Museo dei Corali, al Museo di Storia Naturale e al Sacrario delle Armi.

Il primo trova posto presso la chiesa della Madonna del Gonfalone in Piazza della Torre, ed espone periodicamente i già citati “Corali di Stroncone“, nove preziosi codici liturgico-musicali di grande formato che uno schermo interattivo rende possibile sfogliare in maniera digitale.

Il secondo, visitabile su richiesta, si trova in Piazza della Libertà, e propone una vasta collezione di reperti che vanno dal Giurassico fino al Pleistocene e raccontano le caratteristiche paesaggistiche e ambientali del territorio. Non mancano spazi per la didattica.

In Via Contessa, all’interno della Chiesa del Santissimo Sacramento, ecco poi il Sacrario delle Armi, dove sono raccolti cimeli storici, armi da fuoco e loro parti, congegni, munizioni, armi bianche e anche la riproduzione fotografica della lettera che un prigioniero degli Austriaci, ufficiale di Stroncone, riuscì a inviare al padre grazie a un altro prigioniero, in cui racconta la sorte dei soldati catturati.

Una menzione va infine all’Antica Bottega Artigiana di Falegnameria, in Via Delfini 36, fedele ricostruzione dove scoprire gli “arnesi” del mestiere, alcuni risalenti all’Ottocento.