Nasce il braccialetto elettronico per i viaggiatori: cos’è

Dopo Singapore anche Israele testa il braccialetto elettronico per i viaggiatori non vaccinati

Periodo di fermento per il settore turistico e in cui nascono tantissime nuove idee al fine di poter tornare a viaggiare nella massima sicurezza possibile. A breve, infatti, verrà introdotto il passaporto vaccinale per esentare le persone che sono state immunizzate contro il Covid-19 da tamponi e quarantene. Coloro, invece, che non potranno/vorranno sottoporsi al vaccino potranno usufruire (in alcuni Paesi, per il momento) del braccialetto elettronico di tracciamento.

La prima a proporre questa soluzione per il monitoraggio del virus è stata la Città-Stato di Singapore e ora, a causa delle temute varianti che si stanno diffondendo in tutto il mondo, anche Israele sta testando i braccialetti di tracciamento per consentire ai residenti di tornare a casa dai viaggi internazionali senza dover trascorrere la quarantena in un Covid-hotel.

L’iniziativa parte, quindi, dal Paese leader nelle vaccinazioni e che ha già creato diversi corridoi turistici con alcuni Paesi del mondo tra cui la Grecia. Una sperimentazione iniziata lunedì presso l’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv. In questa prima fase sono stati messi a disposizione solo 100 sistemi di tracciamento, pari allo stesso numero di persone che attualmente sta trascorrendo i 14 giorni a casa indossando un tracker Gps.

Il braccialetto, infatti, è in grado di comunicare dove ci si trova e se viene rimosso e/o spento. Non vengono memorizzati, tuttavia, i dati personali, ma viene solo inviato un segnale agli “addetti ai lavori” ogni volta che si esce dall’area di residenza designata.

Un sistema già in uso a Singapore dove, sia turisti che residenti, sono tenuti a indossare il dispositivo elettronico rischiando severe punizioni in caso di violazioni. Il progetto di Israele, invece, è stato pensato solo per chi vive regolarmente nel Paese. Ma se darà i buoni esiti che si attendono, potrebbe essere proposto su vasta scala per monitorare il rispetto della quarantena in tutta la Nazione.

Ad oggi, infatti, chi arrivava in Israele dall’estero deve soggiornare in un hotel per due settimane e poi sottoporsi al tampone, il tutto a spese dello Stato. Questo a meno che non si sia già in possesso del Green Pass, il passaporto vaccinale che consente a chi è completamente vaccinato di andare anche in palestra e a eventi pubblici come concerti e meeting.