Estate in Islanda, il Paese che non ha mai chiuso al turismo

La Adventure Travel Trade Association (ATTA) ha eletto l’Islanda la migliore meta avventura del mondo del 2020

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Redazione

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La Adventure Travel Trade Association (ATTA) ha eletto l’Islanda la migliore meta avventura del mondo del 2020. Sostenibilità, sicurezza, risorse naturali e culturali, attività, infrastrutture turistiche e immagine, sono questi i criteri di valutazione adottati dall’associazione per assegnare al Paese il titolo. Quest’anno, in particolare, che la pandemia di Coronavirus obbligherà i turisti al distanziamento sociale, l’Islanda, grazie ai suoi ampi spazi disabitati, è la meta perfetta dove praticare questo tipo di vacanza.

Le lande sperdute e incontaminate dell’isola saranno luoghi più sicuri rispetto ad altre destinazioni più affollate.

L’Islanda non soltanto è riuscita a contenere l’epidemia di Covid-19, ma ha anche ridotto il numero di malati in breve tempo. Pur senza obbligare la popolazione al lockdown. Merito di un sistema veloce ed efficace di tracciamento in grado di isolare i casi sull’isola.
Ecco perché, chi desidera trascorrere le proprie vacanze in Islanda quest’estate, lo potrà fare tranquillamente. Con le dovute precauzioni, però, richieste dal governo locale. Ecco quali sono.

A partire dal 15 giugno riprenderanno i voli verso l’Islanda. All’aeroporto internazionale di Keflavik chi arriva potrà scegliere di sottoporsi al test gratuito (fino all’1 luglio quando bisognerà pagare 58 euro con pre-registrazione online, 71 senza, per farlo) oppure di rispettare un periodo di quarantena di 14 giorni. Saranno obbligati alla quarantena gli italiani provenienti dal Nord Italia, in particolare da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. I bambini nati dopo il 2005 sono esenti sia dal test sia dalla quarantena. Sarà obbligatorio per tutti compilare un questionario prima di mettere piede sulla terra islandese e, una vota arrivati, scaricare la app Rakning C-19.

Ciò significa che una vacanza in Islanda on potrà durare meno di due settimane, che si dovrà mantenere il distanziamento sociale cercando di evitare tutti quei luoghi e quelle attrazioni che solamente sono prese d’assalto dai turisti, come la Blue Lagoon per esempio (che comunque è già organizzata in base a turni, pertanto il numero di bagnanti può essere controllato).

Per evitare di incontrare troppi vacanzieri, vale la pena scoprire zone del Paese meno note. Come quella dei Westfjords, uno dei luoghi più intatti e meno battuti dal turismo nel Nord-Ovest dell’Islanda. Proprio l’isolamento ha mantenuto la natura di questa regione ancora selvaggia e incontaminata. È proprio questa, secondo le guide locali, zona più avventurosa, una penisola poco abitata nonché una riserva naturale, paradiso della volpe artica e di diverse altre specie animali. Per no parlare dei paesaggi. Le cascate Dynjandi, che in lingua islandese significa “tonante”, per via del rumore dell’acqua, sono a dir poco spettacolari.

La regione dei Westfjords è rimasta sempre isolata, colpa (o merito) del territorio poco accessibile (oggi c’è un comodo aeroporto per raggiungerla). Motivo per cui qui anche le tradizioni qui sono molto radicate. L’oceano, per esempio, gioca un ruolo fondamentale sia nel folklore sia nella cucina locale, così come le storie e le leggende legate alla stregoneria, a mostri e a strane creature provenienti dal mare.