Questo scoglio di Vieste ha ispirato la leggenda di Cristalda e Pizzomunno

“La gente lo ammira, gigante di bianco calcare che aspetta tuttora Il suo amore rapito e mai più tornato”, così descrive lo scoglio di Vieste Max Gazzè.

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

“La gente lo ammira, gigante di bianco calcare che aspetta tuttora Il suo amore rapito e mai più tornato”, così descrive lo scoglio di Vieste Max Gazzè nel testo della canzone che ha presentato al Festival di Sanremo 2018, La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno.

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

Lo sfondo in cui è ambientata questa leggenda è quello di Vieste, la località di mare della Puglia che ogni estate attira migliaia di turisti affascinati dal mare turchese e dalla costa caratterizzata dal candore della bianca scogliera che dirada a strapiombo sul mare.

Dalla scogliera si distacca una roccia appuntita che, secondo la leggenda, è Pizzomunno pietrificato in seguito alla morte della sua innamorata Cristalda per via di “Quell’onda beffarda che affonda il tuo amore indifeso”.

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, citata nella canzone, narra il vero amore, quello di due giovani pugliesi che si amavano, ma che per gelosia delle sirene videro il loro amore infrangersi tra le onde.

Il monolite simbolo di Vieste

Una storia ambientata proprio sulla costa di Vieste, nel Parco del Gargano, uno degli angoli di mare più belli della regione, più volte insignita della Bandiera Blu.

All’enorme monolite, alto circa 25 metri, che troneggia sulla spiaggia di Vieste è stato dato proprio il nome del giovane innamorato, il Pizzomunno, che si staglia lungo la costa in riva al mare.

Il faraglione da queste parti è rimasto il simbolo assoluto dell’amore, tanto che gli innamorati scelgono questo luogo iconico per trascorrere serate romantiche in riva al mare, specie quando di notte si illumina della luce della Luna che si rispecchia sulla pietra d’arenaria di un bianco abbagliante.

Per aver cantato la leggenda ed evocato la bellezza di questo luogo, il cantautore romano ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vieste in quanto ha raccontato “Il luogo dove si erge il maestoso monolite che la Natura ha donato alla nostra cittadina assieme ad una costa di straordinaria bellezza”.