Mito, storia e infinita meraviglia: sono queste le prime parole che vengono in mente quando si pensa a quella che possiamo definire una città che “canta”. Un patrimonio antico ricco di storia, di fascino e di magia dove poter ammirare monumenti ed edifici che hanno molto da raccontare. Scopriamo insieme di quale importante luogo vi stiamo parlando.
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Hampi, incredibile gioiello indiano
La città in questione si chiama Hampi e si trova nel cuore dello stato del Karnataka, sulle rive del fiume Tungabhadra in India. Più che una città è un piccolo – ma decisamente straordinario – villaggio il cui nome significa “Città della Vittoria”: dal 1336 al 1565 fu la Capitale del Regno di Vijayanagar, che governava la maggior parte del Sud dell’India.
Negli ultimi anni gli archeologi e gli studiosi di tutto il mondo hanno riportato alla luce splendidi palazzi e templi, elaborati acquedotti e altre infrastrutture. Proprio per questo motivo Hampi è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1986.
Non a caso, le cose da vedere da queste parti sono davvero tantissime e, prima di arrivare a spiegarvi perché Hampi è una città che “canta”, vi diremo cosa non perdere assolutamente.
Cosa vedere ad Hampi
Incredibile crederci, ma per lunghi secoli Hampi è rimasta un luogo trascurato e dimenticato, una terra desolata dove la natura cercava di riprendersi il suo posto, tanto che qui gli animali selvatici vagavano liberamente.
Anche oggi che è Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, in realtà solo una piccola parte dei suoi monumenti gode delle status di protezione. La maggioranza di essi, infatti, giace ancora in uno stato di abbandono parziale o, in alcuni casi, persino totale. Il sito di Hampi è molto grande, vi basti pensare che alcuni ne parlano come il sito archeologico più esteso del mondo. Ciò vuol dire che seppur non facile da raggiungere, Hampi vale di per sé, e senza ombra di dubbio, un viaggio in India.
La prima cosa da ammirare in questa città è l’imponente Lotus Mahal. Se vi state chiedendo cosa sia la risposta è molto semplice: nessuno lo sa con certezza. Viene descritto come “un’importante struttura secolare che si rivela un esempio di stile architettonico Vijayanagara”. Si ipotizza che fosse una sorta di sala chiacchiere riservata alle donne della famiglia reale, ma di preciso non ci è dato – per il momento – saperlo.
Da non perdere ad Hampi sono le antiche rovine delle stalle degli elefanti. Ritrovarsele di fronte lascia davvero senza fiato: una fila di cupole dove si aprono porte larghissime e di cui nessuna foto è realmente in grado di rappresentare al meglio la magnificenza di questi resti.
Perfettamente restaurato, l’Hazara Rama era un tempo il tempio privato dei re. Dedicato a Rāma, una divinità Indù, conserva gelosamente importanti reliquie e soprattutto si presenta al visitatore con colonne dai bordi netti e bassorilievi con scene raffiguranti la storia dell’epico Ramayana.
Bellissima la Queen’s Bath, un’antica e colossale piscina quadrata che esemplifica l’eccellenza architettonica prevalente dell’Impero Vijayanagara.
Poi ancora il Rhagunatha Temple, un tempio ancora in uso che è costruito attorno a una roccia e, subito accanto, ecco il tempietto bianco di Shiva che si distingue per essere stato edificato sotto un masso che si trova proprio in cima a una collinetta.
Tra le altre meraviglie da non perdere vi segnaliamo il Tungabhadra River, il fiume sacro della zona che rappresenta anche la vita e la ricchezza di Vijayanagara. Sulle rive potrete ammirare enormi massi neri, un tappeto verde di giacinti d’acqua e le imbarcazioni tipiche.
E poi il Virupaksha Temple, un complesso che ospita anche i santuari di Bhuvaneshwari e Vidyaranya. Esso è circondato da tre gopura (torri), di cui la principale sfoggia 9 piani ed è alta ben 50 metri.
Ma perché Hampi è la città che “canta”
Abbiamo iniziato questo pezzo dicendovi che Hampi è una città che “canta”, ma per quale motivo lo è? La risposta è che un’altra della attrazioni da non perdere in questo spirituale quanto magnifico villaggio indiano è il Vittala Temple che è la struttura in assoluto più ornata della zona, un vero e proprio capolavoro dell’architettura dravidica che abbina dimensioni massicce con dettagliate decorazioni.
Assolutamente degno di nota è l’immenso santuario di pietra scolpito a forma di carro. Questa meraviglia celebra Garuda, il veicolo di Dio Vishnu che era considerato il re degli uccelli.
Ma non solo: inserite perfettamente nell’architettura del tempio ci sono 56 colonne musicali, che fungono anche da strutture portanti sorreggendo il tetto.
Sì, avete capito bene! Sono dei pilastri stupefacenti che sono in grado di produrre musica e che, allo stesso tempo, sono eleganti e magnificamente ornati. Da queste parti musicisti, danzatori e artisti di vario genere decorano la superficie delle colonne sonore: musica e scultura si fondono armoniosamente in un capolavoro che ancora sopravvive ai secoli e alle manate dei curiosi.
Ricavate da un unico monolite, secondo gli studiosi la roccia con cui sono state realizzate contiene una certa concentrazione di silicio e diversi materiali che permettono a queste imponenti strutture rocciose di produrre dei suoni metallici quando vengono percosse.
I pilastri sono denominati SaReGaMa, con riferimento alle note della scala standard nella musica classica indiana, simili a quelle che noi conosciamo come Do Re Mi Fa.
Fortunatamente, per ragioni legate alla tutela e conservazione dei siti, oggi è giustamente proibito toccare le colonne musicali. Questo perché alcune di esse sono già state distrutte dalle mani dei tanti curiosi.
Hampi con i suoi oltre 1000 monumenti raccolti in un piccolo luogo al sapore di antico, con i suoi templi ben conservati, padiglioni sofisticati, palazzi maestosi e paesaggi puntellati da giganteschi massi di granito dalle forme più particolari, è un luogo da visitare almeno una volta nella vita.
Del resto, anche se meno conosciuta di tante altre località indiane, è stata la Capitale del grande impero Indù per più di 200 anni. Un passato glorioso il suo, tanto da essere stata abitata da centinaia di migliaia di persone durante il suo periodo d’oro. Quel che è arrivato a noi, quindi, è di un’importanza e di una bellezza davvero non quantificabile.