Giappone: usi e abitudini per immergersi nella cultura locale

Il Giappone è un paese affascinante e ricco di cultura: scopriamone usi e abitudine per non trovarci impreparati quando andremo a visitarlo

Una delle prime cose che apprendiamo del Giappone è che i giapponesi sono persone che tengono in alta considerazione l’educazione. La parola d’ordine per la convivenza sociale all’intero del Paese del Sol Levante è umiltà, anche e soprattutto se ci si trova nel paese per questioni di lavoro. Se in Occidente si viene incoraggiati a mettere in mostra le proprie qualità individuali, sviluppando l’orgoglio, in Giappone è pratica diffusa minimizzare le proprie competenze, anche quando sono buone, e mantenere un approccio umile e desideroso di imparare davanti alle situazioni più disparate. Ad esempio, potreste ricevere educati complimenti sul vostro accento giapponese. In questo caso, non è carino sorridere inorgogliti e dire semplicemente “Grazie” (“arigatou”). Una delle molte risposte corrette a una simile affermazione potrebbe essere: “Sto ancora imparando”. I giapponesi tendono a valorizzare le qualità altrui minimizzando le loro: questo gioco che, in Occidente, potrebbe apparire quasi incomprensibile, è un sistema che mantiene stabilità e armonia, aiutando a ridurre l’insorgenza dei conflitti.

I giapponesi sono persone gentili. Quando un italiano pensa alla parola gentilezza, ha un concetto molto caldo e affettuoso del significato della parola. Un giapponese è gentile, quasi fino all’esasperazione, senza mai lasciarsi andare a effusioni o al contatto fisico. Il loro concetto di gentilezza riguarda soprattutto il fornire un qualche tipo di assistenza prima che l’ospite lo possa richiedere. Questa forma di “divinazione” delle necessità è un punto cruciale della vita in Giappone, ed è uno dei motivi per cui l’ospitalità nipponica è così famosa, stimata e apprezzata nel resto del mondo.

Uno dei momenti più importanti dello scambio tra due persone è il saluto. Quando ci si incontra, ci si saluta facendo un piccolo inchino. La testa va piegata leggermente in avanti, come per annuire, e il corpo si piega di qualche grado in avanti. Inchini più profondi indicano massimi ossequi e vanno utilizzati davanti a persone per cui si nutre grande rispetto. In Giappone non è inusuale la stretta di mano e, nelle situazioni più informali, sarà sufficiente piegare appena la testa. Durante un incontro formale si riceveranno molti biglietti da visita che devono essere conservati con la massima cura, come segno di cortesia.

In Giappone, come in Cina e in Corea, il cognome viene prima del nome. Quando ci si rivolge a una persona che si conosce da poco, è importante chiamarla con il cognome con un titolo onorifico come –san, (es: Suzuki-san) tra i più neutrali e quasi tutte le situazioni. Nel caso in cui si desideri interloquire con una personalità molto importante, si opterà invece per il titolo -sama (Suzuki-sama). I celebri -kun e -chan dovrebbero essere utilizzati solo con membri della propria famiglia o amici molto vicini, onde evitare l’imbarazzo generale. In Giappone, ci si chiama per nome solo quando ci si conosce abbastanza da poterlo fare con leggerezza. Il suffisso -sensei si utilizza invece quando si ha davanti una figura con un livello di istruzione più alto del proprio, a cui si vuole rendere omaggio.

Naturalmente, i Giapponesi non si aspettano che i turisti rispettino alla lettera l’infinità di regole e abitudini della loro terra. Quello che conta, come sempre, è la buona volontà e la gentilezza. A seguire, elenchiamo alcune delle usanze giapponesi più diffuse, in cui quasi sicuramente incapperete, per limitare la percentuale di figuracce da portare a casa insieme ai souvenir!

Prima di iniziare a mangiare è buona norma esprimere la propria gratitudine con la locuzione: “itadakimasu” (ricevo umilmente questo cibo). Un’altra pratica che, da Occidentali, potrebbe sconvolgerci, è quella di fare rumore quando si mangia cose molto, calde, come il ramen. Ebbene sì: risucchiare gli spaghetti dal brodo bollente, facendo l’inconfondibile rumore gorgogliante, è sintomo di apprezzamento per il cibo e notoriamente considerato buona educazione.

Il capitolo bacchette richiede una discussione a sé. Per prima cosa, è buona norma non “pugnalare” il cibo che non riusciamo ad afferrare. Infilzare le bacchette nel riso è vista come un’operazione di cattivo gusto, e anche utilizzarle impropriamente per picchiettare i vari oggetti sul tavolo non è un’operazione particolarmente rispettosa. Sui menù dei ristoranti in Giappone non troverete sicuramente il coniglio, considerato un animale da compagnia alla stregua del gatto o del cane.

Quando ci si trova su un mezzo pubblico, è fondamentale mantenere una postura decorosa, parlare a bassa voce e spegnere il telefono nel caso dovesse squillare. Soprattutto sulle lunghe tratte di percorrenza dove le persone dormono o si rilassano, è fondamentale mantenere contegno e rivolgersi agli interlocutori senza disturbare gli altri passeggeri. In caso di mezzi ad alta frequentazione, è buona regola togliersi lo zaino dalla schiena e poggiarlo in mezzo alle gambe per permettere alla struttura di contenere quante più persone possibile. A tal proposito, esiste una figura professionale in guanto bianco che si chiama oshiya, ovvero il “buttadentro”. Queste persone invitano, con qualche spinta, a stringersi il meglio possibile all’interno dei mezzi, affinché viaggino alla massima capienza.

I giapponesi sono una popolazione molto riservata, ed è bene evitare effusioni amorose quando ci si trova in un luogo pubblico. Va da sé che è bene evitare i baci appassionati e, per non arrecare imbarazzo, è consigliabile astenersi anche dai bacetti sulla guancia o abbracci. Esporre i tatuaggi in Giappone non è visto particolarmente bene. Se li si possiede è meglio non farne sfoggio e, quando possibile, coprirli. Questo dettaglio risulta particolarmente importante negli onsen, ovvero i bagni pubblici giapponesi dove si entra completamente nudi. In questi luoghi molto tradizionali chi possiede un tatuaggio sarà invitato a coprirlo con una benda. Inoltre, molte palestre o piscine vietano l’ingresso a chi ne ha uno. I tatuaggi vengono culturalmente associati alla criminalità, alle prigioni e alla Yakuza, l’associazione criminale che ha dato all’inchiostro su pelle una cattiva fama.

Il Giappone è un paese sicuro, dove camminare per le strade, anche di notte, non rappresenta un pericolo, anche per una donna sola. Chi cammina per le strade del Giappone rimarrà inoltre meravigliato dalla quantità (e dalla diversità) delle macchinette che distribuiscono cibo e oggetti di ogni tipo a un prezzo modico. In esse si trovano cibi confezionati, ma anche uova freschissime, pollo fritto o, in alcuni casi, automobili. Inoltre, i giapponesi compongono una fila ordinata per fare qualsiasi cosa: salire sul treno, ordinare al ristorante o pagare in un negozio. Attenersi alla fila è simbolo di educazione, così come quando si porgono (per esempio) le banconote al commesso, è buona norma afferrarle con entrambe le mani per mostrare rispetto.