Qui si paga la tassa “sulla resilienza climatica” al posto di quella di soggiorno

Niente più tassa di soggiorno, ma un'imposta destinata ad aiutare chi è stato colpito da disastri naturali: in Grecia nasce la tassa "sulla resilienza climatica"

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Web content writer, da sempre appassionata di storie e di viaggi.

Considerata una delle più suggestive mete del bacino mediterraneo, la Grecia attira ogni anno milioni di turisti, in particolar modo nel periodo estivo: le sue spiagge sono tra le più belle – e frequentate – d’Europa. Quest’anno, il governo ha deciso di sfruttare il potente motore economico alimentato dal turismo per aiutare tutti coloro che sono rimasti vittima di disastri naturali. È così che nasce la nuova imposta “sulla resilienza climatica”, destinata a sostituire la tassa di soggiorno solitamente richiesta ai viaggiatori.

Cos’è la tassa “sulla resilienza climatica”

Il cambiamento climatico è una realtà, e le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: non solo estati sempre più lunghe e bollenti, ma anche calamità naturali che si abbattono in tutto il mondo, devastando città e mettendo in ginocchio intere popolazioni. La Grecia, negli scorsi mesi, ha dovuto affrontare incendi boschivi disastrosi e pesanti alluvioni, cui hanno fatto seguito inondazioni che hanno distrutto ampie zone abitate. Il governo ha messo in piedi numerose iniziative per finanziare gli sforzi di ricostruzione in tutto il Paese, individuando una nuova fonte di denaro.

Si tratta del turismo: d’altra parte, la Grecia è da sempre una meta tra le più ambite dai viaggiatori provenienti da tutta Europa (e non solo). E dopo il periodo nero del Covid, il settore sta vivendo una grandissima ripresa – si stima che, nel 2024, il Paese supererà il record di 33 milioni di visitatori dell’anno appena passato. Nasce così l’idea di sostituire la tassa di soggiorno con un’imposta “sulla resilienza climatica”, volta ad aiutare la ricostruzione post-disastro. Potrebbe rivelarsi anche un ottimo metodo per arginare gli effetti – spesso devastanti – dell’overtourism, un fenomeno che mette a rischio le risorse naturali delle più affollate destinazioni in tutto il mondo.

Cosa cambia per i turisti

Niente più tassa di soggiorno, dunque, per i viaggiatori che quest’anno si recheranno in Grecia. La nuova imposta sul clima, tuttavia, è un po’ più onerosa rispetto alla precedente. Le tariffe sono individuate in base al periodo dell’anno in cui si va in vacanza e all’alloggio scelto per il proprio soggiorno. In alta stagione, da marzo a ottobre, le fasce di prezzo sono più elevate: per soggiornare in hotel a 1 o 2 stelle si pagherà 1,50 euro a notte, mentre la precedente tassa di soggiorno ammontava appena a 0,50 euro. Si sale nel caso in cui si pernotti in un albergo a 3 stelle (3 euro a notte, contro i precedenti 1,50 euro), in un albergo a 4 stelle (7 euro a notte, contro i precedenti 3 euro) o in un albergo a 5 stelle (10 euro a notte, contro i precedenti 4 euro).

Un’altra novità riguarda gli affitti brevi, che prima erano esclusi dal pagamento della tassa di soggiorno: chi deciderà di prenotare una casa vacanza in Grecia dovrà versare l’imposta sulla resilienza climatica. A quanto ammonta? Se si alloggia in un appartamento, la tariffa sarà di 1,50 euro a notte, mentre per le case unifamiliari e le ville di lusso si salirà a 10 euro a notte. In bassa stagione, ovvero nel periodo compreso tra novembre e febbraio, l’importo dell’imposta sul clima rimarrà uguale a quello della tassa di soggiorno, ovvero tra i 0,50 e i 4 euro a notte (a seconda della sistemazione scelta).