Il cambiamento climatico è una drammatica realtà e le sue conseguenze sono ormai evidenti a tutti: il clima è impazzito e le calamità naturali in tutto il mondo sono sempre più frequenti. Condizioni che mettono in ginocchio intere popolazioni e che distruggono la fondamentale biodiversità del nostro pianeta. Per questo motivo, della magnifiche isole disperse nell’Oceano Pacifico Centrale stanno pensando di introdurre una tassa sul clima.
La tassa sul clima delle Hawaii
È già successo in Grecia, che negli scorsi mesi ha dovuto affrontare incendi boschivi disastrosi e pesanti alluvioni: il governo ha deciso di mettere in piedi numerose iniziative per finanziare gli sforzi di ricostruzione in tutto il suo territorio, tra cui la tassa climatica.
Ed ora probabilmente accadrà anche in un magnifico arcipelago vulcanico rinomato per i paesaggi selvaggi fatti di scogliere, cascate, vegetazione tropicale e spiagge di sabbia dorata, rossa, nera e persino verde: le Hawaii.
Come riporta l’Agenzia di Viaggi Magazine, a voler optare per questa misura è il governatore locale, Josh Green. Stando a quanto proposto, la tassa sarà a carico dei turisti e avrà un costo 25 dollari. In discussione da tempo, tale proposta di legge prevede un supplemento monetario una tantum per contribuire a finanziare la conservazione e il ripristino delle risorse naturali in tutto lo stato di Aloha.
In sostanza, si tratta di una legge che non è ancora stata approvata, ma nell’eventualità in cui accadesse sarebbe la prima tassa di questo tipo in assoluto negli Stati Uniti.
Cosa spinge a inserire questa tassa
“Malama” in hawaiano vuol dire “prendersi cura, proteggere” e negli ultimi mesi questa importante parola è stata affiancata ad un termine altrettanto rilevante: “Aloha”, quindi amore, compassione, rispetto per l’altro e per la terra.
Le Hawaii, infatti, hanno scelto di invitare i loro visitatori a trasformare il loro viaggio in un’esperienza di “Malama”, restituendo al territorio quello che l’oceano, la terra e gli animali regalano ogni giorno.
Ciò vuol dire che queste isole hanno deciso di cambiare quasi radicalmente i concetti di turismo e ospitalità: i viaggiatori potranno fare certamente le loro vacanze come desiderano, ma dovranno anche contribuire a lasciare le isole più belle e pulite di come le hanno trovate.
Degli esempi importanti sono l’uso di crema solare che non danneggi i coralli, esperienze di volontariato, ingressi contingentati e così via.
Ma è finita qui perché, come tutti purtroppo sappiamo, Maui nel 2023 è stata colpita da dei drammatici incendi che hanno causato danni per almeno 6 miliardi di dollari. Come è possibile intuire, le richieste di finanziamenti per limitare i disagi provocati dall’overtourism sono ben più pressanti di prima. Per questo motivo, si sta seriamente pensando di approvare la tassa sul clima, che può aiutare ad arginare gli impatti del cambiamento climatico su queste misteriose isole.
Stando alle prime ipotesi, le entrate generate dalla tassa sul clima frutterebbero circa 68 milioni di dollari all’anno. Soldi che, secondo il disegno di legge, saranno destinati a misure di prevenzione degli incendi e delle inondazioni, nonché alla conservazione della barriera corallina.