La villeggiatura più particolare che c’è la puoi fare qui

La "villeggiatura di una volta", una vacanza intesa di nuovo come periodo di relax perfetto per andare alla ricerca di silenzi e di luoghi autentici

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

Content Writer

Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

È un turismo lento, autentico, a pieno contatto con il territorio e con gli abitanti che lo vivono tutti i giorni.

Un “mix di emozioni e di sensazioni legate da luoghi particolari“, la “villeggiatura di una volta“, una vacanza intesa di nuovo come un periodo di relax perfetto per andare alla ricerca di silenzi, di genuinità, di vestigia antiche ma anche di opere moderne, il tutto inserito in un contesto paesaggistico dai panorami invidiabili e dal mare Bandiera Blu.

Tutto questo è possibile a Motta D’Affermo, in provincia di Messina, nella valle della Halaesa, interessato da un significativo progetto di recupero del centro storico con le prime case vacanze disponibili, un intervento reso possibile dal finanziamento del PSR Sicilia,  e dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e dalla cooperativa KaraSicilia.

Il borgo, con circa 700 abitanti, può essere definito come una delle tante realtà in via di spopolamento ma pronto a rimettersi in gioco e ad avviare un percorso di rigenerazione urbana riutilizzando le abitazioni del centro per dare vita a un turismo autentico che possa offrire al viaggiatore del Terzo Millennio un’occasione di recupero non solo fisico ma anche psicofisico, culturale e, perché no, anche gastronomico.

Insomma, non più “turisti” ma “ospiti”, non più “vacanzieri” ma “villeggianti”.

Motta D’Affermo, una storia importante

A 660 metri sulle falde del Monte Corno, il borgo di Motta D’Affermo trova le sue origini in un piccolo insediamento a seguito della diaspora, in età tardo imperiale romana, degli abitanti di Halaesa.

In seguito, nel periodo tra il VII e IX secolo, un gruppo di Bizantini fonda il casale di Sparto (ovvero “ginestra” in greco, fiore che punteggia le colline del territorio tutt”oggi).

Dopo numerosi passaggi, nel 1380, Sparto  ha il suo signore in Muccio Albamonte, mercenario proveniente dalle Marche, che ripopola l’antico casale e se ne proclama, appunto, signore e barone: da qui, il nome “Motta di Muccio di Fermo” che diventerà poi l’attuale denominazione “Motta D’Affermo”.

Un discendente di Muccio, Guglielmo Albamonte, sarà uno dei dodici eroi della Disfida di Barletta nel 1503.

Cosa vedere a Motta D’Affermo

L’affascinante borgo medievale, il cui territorio si affaccia sul Tirreno e include anche la frazione marina di Torremuzza, dona viste incredibili e un’atmosfera di altri tempi dove è bello “sentirsi a casa”.

La natura, la storia, il folklore, le tradizioni, le opere d’arte di artisti internazionali e i monumenti storici lo rendono uno dei borghi più interessanti del Medioevo siciliano.

Suo simbolo è il Castello, da cui lo sguardo spazia dal mare, al promontorio di Cefalù, alle Madonie fino all’ampia valle della vicina Fiumara consentendo di scorgere ben 120 chilometri di costa tirrenica.
La fortezza militare, già presente nel 1260, ha subito varie opere di restauro e di abbellimento tra il Seicento e l’Ottocento con l’aggiunta di decori e stucchi per omologarsi sempre più alla bellezza cittadina.

Altra tappa saliente nel centro storico è la Chiesa Madre di Maria Santissima degli Angeli, risalente al Trecento, completamente rimaneggiata  nel 1453 e oggetto di costanti migliorie nel 1647 e poi durante il Settecento.
La facciata che possiamo ammirare oggi è invece ottocentesca, ricca di dettagli, lesene e colonne, e grande portale d’ingresso. L’interno, a tre navate, è custode di pregevoli dipinti di artisti siciliani e non, di una fonte battesimale in Marmo di Carrara e delle cripte.

Fiore all’occhiello di Motta D’Affermo, che lo rende un vero e proprio museo a cielo aperto, è poi la Fiumara d’Arte, un’eccellenza della zona dove l’arte incontra il paesaggio e crea un unicum che sa davvero conquistare.
Il progetto, che consta di 11 magnifiche opere, nasce nel 1982 grazie all’interesse di Antonio Presti che pensa alla Fiumara di Tusa come al luogo ideale in cui collocare grandiosi capolavori: il primo è stato “La Materia Poteva non Esserci” di Pietro Consagra, apprezzato astrattista, installato nel 1986.