Tutti i luoghi da visitare nelle Marche

Borghi medievali, bellezze naturali e patrimoni artistici tutti da scoprire: ecco tutti i luoghi delle Marche da visitare assolutamente

Le Marche sono senza dubbio una delle regioni più belle d’Italia. Nel corso degli ultimi anni questa regione ha fatto sempre più parlare di sé grazie agli sforzi che sono stati fatti per preservare e tutelare un’eccezionale concentrazione di piccoli borghi medievali, antiche città d’arte, paesaggi naturali unici, eccellenze enogastronomiche famose in tutta Italia e non solo. Ecco brevemente i tanti luoghi che è possibile visitare in questa straordinaria regione, in modo tale che ciascuno possa comporre il proprio suggestivo alla scoperta dei territori delle Marche.

Urbino: la città di Raffaello

Patrimonio dell’umanità Unesco, la città universitaria di Urbino è famosa in tutto il mondo per essere il simbolo del Rinascimento italiano. Non solo perché qui è nato il grande pittore Raffaello Sanzio (1483-1520), ma anche per le bellezze architettoniche e artistiche custodite nel suo centro storico, squisitamente medievale e perfettamente conservato. Meritano sicuramente una visita il palazzo Ducale, uno tra i più alti esempi di architettura del Rinascimento italiano, quel “palazzo a forma di città” che fu la reggia Federico da Montefeltro (1422-1482), celebre capitano di ventura tra i più potenti signori dell’epoca rinascimentale, nonché la magnifica galleria Nazionale delle Marche, uno dei musei più visitati d’Italia. Ospitata nelle sale del palazzo Ducale, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca, Federico Barocci, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì.

Ancona: il porto delle Marche

Con il porto, l’anfiteatro Romano e il duomo di San Ciriaco il cui profilo domina dall’alto su tutto il suo centro storico, Ancona è il capoluogo delle Marche. Da menzionare anche l’arco di Traiano (I secolo d.C.) e la mole Vanvitelliana, un’isola artificiale a pianta pentagonale situata all’interno del porto, oggi sede di mostre d’arte e del museo Tattile “Omero”, l’unico museo al mondo pensato per i non vedenti. Ancona è famosa anche per le sue spiagge come quella centrale del Passetto con i suoi grandi scogli bianchi, tra cui la Seggiola del Papa e lo scoglio del Quadrato. Non si può lasciare infine Ancona senza aver assaggiato lo stoccafisso all’Anconetana.

Pesaro: la città di Rossini

Animata e variegata, la città di Pesaro è la seconda città delle Marche dopo Ancona. Famosa in tutto il mondo per aver dato i natali al celebre compositore italiano Gioacchino Rossini (1792-1868). Al centro del suo vivace lungomare, che corre parallelo a un ampio litorale sabbioso lungo circa 7 km, si trova la grande sfera di bronzo realizzata dall’artista pesarese Arnaldo Pomodoro, la Palla di Pomodoro, nel 1998. Tra i numerosi luoghi rossiniani che permettono di scoprire gli angoli più suggestivi della cittadina si ricordano la casa natale del compositore, situata nei pressi del palazzo Ducale di Pesaro, che raccoglie una piccola collezione di oggetti, stampe e ritratti di Rossini e il conservatorio Rossini, una delle scuole di musica più prestigiose d’Italia. Da non perdere inoltre la cattedrale romanica di Santa Maria Assunta, duomo cittadino, eretta sui resti di un edificio di epoca romana con la bella facciata incompiuta e, all’interno, un interessante pavimento musivo.

La fortuna di Fano tra impero Romano e Malatesta

Terza città delle Marche, anche Fano è una città millenaria, già dominio degli antichi Piceni e famosa per il suo carnevale, uno dei più antichi d’Italia. Il suo impianto urbanistico tradisce l’inconfondibile matrice romana fatta di cardo e decumano a partire dalla via Flaminia, il cui antico tracciato attraversa ancora oggi il centro storico. Anche le mura, ampliate nel Cinquecento dai Malatesta e visibili ancora per due terzi del loro circuito originario, sono di origine romana e ancora oggi collegano l’imponente arco di Augusto (I secolo d.C.) oggi simbolo della città, con l’imponente rocca Malatestiana. Nella chiesa di San Francesco sono custodite le sontuose tombe Malatestiane risalenti al XV secolo, mentre all’interno della cattedrale di Santa Maria Assunta merita una visita la barocca cappella Nolfi risalente al XVII secolo.

Fermo e la sala del Mappamondo

Le origini di Fermo risalgono a prima degli Etruschi (IX-VIII secolo a.C.) e il suo centro storico, oggi perfettamente conservato, costituisce un vero e proprio viaggio indietro nel tempo entro la cinta muraria quattrocentesca, di epoca sforzesca, ancora esistente. Un dedalo di viuzze dal caratteristico impianto medievale conduce alla rinascimentale piazza del Popolo, cuore della cittadina. Qui si affaccia il cinquecentesco palazzo dei Priori oggi sede del Comune, della pinacoteca e della biblioteca Civica “Romolo Spezioli” con la meravigliosa sala del Mappamondo, una stanza, realizzata dall’abate Moroncelli nel 1713, le cui pareti sono rivestite di carta di Fabriano scritta a mano raffiguranti enormi cartine geografiche del mondo allora conosciuto. Non si può lasciare Fermo senza visitare inoltre il duomo di Fermo dedicato a Santa Maria Assunta con la caratteristica facciata asimmetrica in stile gotico, l’antico palazzo quattrocentesco del Monte di Pietà con il bel portale gotico realizzato da Marino di Marco Cedrino, nonché le cisterne Romane, una delle opere di ingegneria idraulica ipogea più importanti d’Italia che si sviluppa su circa 2 mila mq e risale al 40 d.C.

Senigallia: una rotonda sul mare

Famosa località turistica distesa di fronte all’Adriatico, la cittadina di Senigallia conserva le tracce di un grande passato che ha visto avvicendarsi Galli (che la fondarono nel IV secolo a.C.), Romani e Bizantini prima di cadere sotto il controllo dei Malatesta, di Cesare Borgia e dei Della Rovere. Tra queste tracce, meritano una menzione il palazzo Ducale, con i magnifici soffitti a cassettoni realizzati da Taddeo Zuccari nella seconda metà del Cinquecento, e la massiccia rocca Roveresca (1480), che si fronteggiano sulla rinascimentale piazza del Duca, cuore antico della cittadina. Alle spalle della rocca, verso il mare, si raggiunge invece il moderno lungomare sul quale svetta l’elegante Rotonda a Mare, divenuto ormai simbolo della Senigallia turistica. Da non perdere anche la centralissima piazza Roma con il seicentesco palazzo del Governo e la fontana del Nettuno e, infine, gli ottocenteschi portici Ercolani, 126 arcate in pietra d’Istria sotto alle quali effettuare una piacevolissima passeggiata lungo la sponda destra del fiume Mila.

Riviera del Conero: un sogno verde e azzurro

Spiagge di ciottoli, mare cristallino. Da non perdere la spiaggia delle Due Sorelle di Sirolo, che prende il nome dai due scogli gemelli che emergono dal mare. Molto frequentata d’estate, la si raggiunge scendendo un ripido sentiero sterrato che necessita di scarpe comode, soprattutto al ritorno quando lo si deve affrontare in salita, ma la giornata passata in questa famosa spiaggia ripagherà ogni sforzo. Il parco Naturale del Conero tutela questa natura incontaminata fatta di soffice verde a picco su un mare blu. Nella Riviera del Conero Sirolo è di certo il borgo più suggestivo, con la sua piazzetta, una splendida balconata da cui si gode un panorama incantevole sull’Adriatico. Gli altri due centri balneari della zona sono Numana e infine Portonovo, dove bisogna assaggiare il tipico mosciolo selvatico, presidio Slow Food, una varietà di cozze che vivono attaccate agli scogli sommersi del Conero.

Fabriano: la città della carta fatta a mano

Città creativa Unesco, il borgo medievale di Fabriano merita senza dubbio una visita per scoprire il museo della Carta e della Filigrana, le cui sale illustrano la storia e i passaggi della tipica lavorazione della carta a mano, prodotta in Fabriano sin dalla seconda metà del Duecento. Il centro storico di Fabriano custodisce nel suo tracciato medievale perfettamente conservato anche numerose chiese ed edifici antichi tra i quali meritano una segnalazione il complesso conventuale di San Domenico, sede del museo della Carta, con la meravigliosa sala capitolare dipinta da Antonio da Fabriano nel 1480 circa, il palazzo del Podestà (1255) situato nella centrale piazza del Comune al centro della quale si erge l’imponente fontana Sturinalto, e il suggestivo loggiato di San Francesco e la sua serie di arcate prospettiche che collega la chiesa di San Francesco al trecentesco palazzo del Comune ricostruito nel 1690. Assolutamente da assaggiare prima di ripartire è il tipico Salame di Fabriano coi lardelli, presidio Slow Food.

Gradara: il castello di Paolo e Francesca

Il borgo medievale di Gradara è celebre in tutto il mondo per la sua splendida rocca Malatestiana in cui, secondo la leggenda, trovarono la morte Paolo Malatesta e Francesca da Polenta assassinati per gelosia da Ganciotto Malatesta, fratello di Paolo. La tragica storia d’amore consumatasi sugli spalti della rocca di Gradara è stata poi narrata da Dante nel Canto V dell’Inferno. Sul camminamento di ronda delle mura del castello è possibile godere di un panorama mozzafiato sulle colline che si allungano fino al mare, mentre nelle sale interne si trova una piccola pinacoteca Civica che custodisce numerose opere d’arte tra cui la pala d’altare con la splendida Sacra Conversazione (1484) di Giovanni Santi, padre di Raffaello, e la pala in terracotta invetriata di Andrea Della Robbia (1480 circa) raffigurante una Madonna con Bambino e Santi, che da sole valgono la visita al castello.

Jesi e i castelli del Verdicchio

Colonia romana nel 247 a.C., città natale di Federico II di Svevia nel 1194 e del compositore Giovanni Pergolesi nel 1710. Città d’arte per eccellenza, presenta una cinta muraria medievale tra le meglio conservate della regione e per questo ha ottenuto il titolo di città Esemplare Unesco. Piazza Federico II, sorta nell’area dell’antico foro romano, ospita oggi il museo interattivo “Stupor Mundi”, il primo museo al mondo dedicato alla figura e alla curiosità intellettuale dell’imperatore Federico II di Svevia. I castelli che si trovano sulle colline che circondano Jesi sono famosi per le loro architetture medievali perfettamente conservate, come Monte Roberto, Castel Bellino e Maiolati Sponti, e per i filari di Verdicchio che li circondano, dai quali si ottiene l’omonimo e tipico vino marchigiano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Recanati: la casa di Giacomo Leopardi

Il piccolo borgo di Recanati ha dato i natali al celebre poeta italiano Giacomo Leopardi (1798-1837) e al cantante lirico Beniamino Gigli (1890-1957). Recanati ha un incantevole centro storico medievale che è una sorta di balconata di pietra spalancata verso le colline circostanti e punteggiata dagli immortali luoghi leopardiani: il settecentesco palazzo della famiglia Leopardi con la preziosa biblioteca di oltre 20 mila volumi, la casa di Silvia, la piazzetta de Il Sabato del villaggio, il panorama sulla cima del monte Tabor, la siepe davanti alla quale pare Leopardi abbia scritto L’infinito e la torre de Il Passero Solitario, che si trova nel cortile del chiostro di Sant’Agostino.

Le grotte di Frasassi: un tesoro sotterraneo di acqua e calcare

Nei pressi del piccolo borgo di Genga, in provincia di Ancona, si trovano le celebri grotte di Frasassi, uno dei complessi ipogei più grandi d’Europa compreso oggi all’interno del parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi. Lungo un sentiero di circa 1,5 nelle viscere della terra è possibile ammirare le meravigliose conformazioni calcaree createsi grazie all’azione dell’acqua in oltre 190 milioni di anni. Immersi in questo magnifico paesaggio naturale bisogna assolutamente vedere anche il tempietto del Valadier e l’eremo di Santa Maria Infra Saxa, due strutture religiose ricavate all’ingresso di una grotta presso la quale d’inverno si tiene uno dei più suggestivi presepi viventi italiani. Nei pressi delle grotte di Frasassi si trova infine l’abbazia di San Vittore alle Chiuse, uno dei migliori esempi di architettura romanica delle Marche.

Meraviglie naturali delle Marche: la gola del Furlo e le Marmitte dei Giganti

Lungo l’antica via Flaminia di epoca romana (220 a.C.) si apre la suggestiva gola del Furlo, una valle pittoresca e suggestiva formatasi dall’azione erosiva delle acque del fiume Candigliano. Sui suoi picchi verticali nidifica l’aquila Reale e nel suo complesso costituisce uno dei paesaggi più suggestivi delle Marche. Nei pressi del ponte di Diocleziano, detto anche ponte dei Saltelli, del borgo di Fossombrone, si apre invece un vertiginoso canyon sul quale si innalzano le cosiddette Marmitte dei Giganti. Questa profonda forra ha infatti ripide pareti verticali, alte anche 30 m sopra il livello del fiume e circa 20 m al di sotto, che mettono a nudo una storia geologica di oltre 140 milioni di anni. Uno dei modi migliori per ammirarle è quello di percorrere durante una bella escursione in canoa o in kayak.

I monti Sibillini: le lame Rosse, la Sibilla e il lago di Pilato

Le lame Rosse possono essere considerate come il Grand Canyon delle Marche, uno dei luoghi più affascinanti e conosciuti dei monti Sibillini. Un itinerario unico nel suo genere, lungo 7 km, che vi permetterà di avvicinarvi il più possibile a queste meravigliose formazioni rocciose a pinnacoli e torri. L’area dei monti Sibillini, oggi compresa entro l’omonimo parco Nazionale, è stato da molti definito magico e selvaggio in quanto, secondo una leggenda, corrisponderebbe al regno della mitica Sibilla. Al confine tra le Marche e l’Umbria, questi luoghi sono ancora intrisi di antichi miti e leggende, rendendo ancora più suggestivi alcuni punti di interesse come appunto la grotta della Sibilla e quella di Pilato, situata accanto all’omonimo lago, l’unico di origine naturale dell’intera regione, chiamato anche lago con gli occhiali per via della sua particolare conformazione. Un habitat unico dove convivono numerose specie animali e vegetali anche introvabili altrove, come il piccolo e raro chirocefalo Marchesonii, un minuscolo crostaceo endemico proprio del lago di Pilato, che dona a queste acque la loro tipica colorazione rossastra.

Il santuario di Loreto: culla della spiritualità marchigiana

La basilica fortezza della Santa Casa di Nazareth custodisce appunto la piccola costruzione in mattoni, trasportata fin qui dalla terra Santa, dove secondo la tradizione nacque e visse Maria, e dove avvenne il celebre episodio biblico dell’annunciazione. Racchiusa da un sontuoso recinto marmoreo progettato dal Bramante, la Santa Casa è meta ogni anno di migliaia di pellegrini da tutto il mondo. L’edificio è caratterizzato dagli originali camminamenti di ronda e dai torrioni, sui quali si può salire per ammirare il panorama circostante, dal mare verde delle colline a quello azzurro dell’Adriatico. Da segnalare all’esterno la magnifica cupola rinascimentale di Giuliano da Sangallo e il settecentesco campanile Vanvitelliano, l’architetto italiano autore anche della Reggia di Caserta. All’interno invece si segnalano la volta della Sagrestia di San Marco con i bellissimi affreschi di Melozzo da Forlì, quella di San Giovanni con gli affreschi di Luca Signorelli, la sala del Tesoro con le Scene della vita della Vergine alternate a sei Profeti e altrettante Sibille realizzate da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio tra il 1605 e il 1609 e ovviamente, al di sotto della cupola, la Santa Casa di Nazareth che custodisce l’immagine settecentesca della Vergine Lauretana, ovvero la Madonna Nera di Loreto.

Sulle orme dei cistercensi nelle Marche: Fiastra e Fonte Avellana

Oltre alla Santa Casa di Loreto, altri due luoghi simbolo della spiritualità marchigiana sono senza dubbio l’abbazia di Chiaravalle di Fiastra, un’eremo nascosto tra le incantevoli colline che si estendono ai piedi del monte Catria, in provincia di Macerata Questo sobrio edificio monastico capace di mescolare armoniosamente elementi romanici, d’influenza lombarda, e gotici è il più importante delle Marche ed è attestato sin dal 971 d.C. Il vasto complesso conserva ancora oggi l’originale scriptorium trecentesco dove i monaci ricopiavano a mano gli antichi manoscritti. Sempre alle pendici del monte Catria, ma questa volta sul versante di Pesaro e Urbino, si trova inoltre il monastero di Fonte Avellana, anch’esso fondato verso la fine del primo millennio d.C. e che rappresenta uno dei più alti esempi di architettura cistercense in Italia. Ricordato anche da Dante nel Canto XXI del Paradiso.

Le mille anime di Macerata

La cittadina di Macerata è innanzitutto sede di una delle università più antiche del mondo. Merita sicuramente una visita per l’arena Sferisterio progettata da Ireneo Aleandri in stile neoclassico, testimonianza dell’antico gioco tradizionale, antenato del calcio, diffuso in molti borghi delle Marche, e che da anni fa da cornice al prestigioso Macerata Opera Festival. Da non perdere anche il settecentesco palazzo Buonaccorsi con la meravigliosa sala dell’Eneide.

Ascoli Piceno: olive e anisetta

La piazza del Popolo di Ascoli Piceno è da sempre considerata una delle piazze più belle d’Italia, sulla quale si affacciano l’imponente palazzo dei Capitani, lo storico caffè Meletti con le sue decorazioni liberty e la chiesa gotica di San Francesco, adiacente alla medievale loggia dei Mercanti. Non si può lasciare Ascoli Piceno senza aver addentato nemmeno un’oliva Ascolana, il celebre street food cittadino ormai conosciuto in tutto il mondo, o senza aver assaggiato la tipica Anisetta, un liquore a base di anice verde.

San Benedetto del Tronto e la riviera delle Palme

Storico borgo marinaro e celebre località balneare dell’Adriatico con il suo lungo litorale sabbioso e i suoi stabilimenti balneari dotati di tutti i comfort, che ricordano da molto vicino quelli della riviera Romagnola. Non mancate di assaggiare il tipico brodetto alla Sambenedettese.

Scoprire i piccoli borghi delle Marche

Servirebbe un articolo per ciascuno dei piccoli borghi che interessano il territorio delle Marche talmente sono ricchi di storia e di arte. Occorre però citare almeno i più belli, affinché con una veloce ricerca si possano includere nel vostro prossimo itinerario alla scoperta della regione Marche: Cingoli, Corinaldo, Macerata Feltria, Frontino, Mondavio, Mondolfo, Montecassiano, Montecosaro, Montefabbri, Monte Grimano Terme, Elcito (il Tibet delle Marche), Visso, Porto San Giorgio, Osimo, Montefiore dell’Aso, Montelupone, Moresco, Morro d’Alba, Offida, Offagna, Pergola, San Severino Marche, Grottammare, Sassoferrato, Servigliano, Cagli, Arcevia, Camerino, Cupramontana (capitale del Verdicchio), Smerillo (il tetto delle Marche), e Treia.

Cosa vedere nelle Marche
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