Alla scoperta del Trave di Ancona, il fascino segreto della Riviera del Conero

Una parete rocciosa si tuffa nel mare per circa un chilometro. È lo Scoglio del Trave, un molo naturale che ripara dalle mareggiate la Spiaggia di Mezzavalle

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Redazione

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Pubblicato: 22 Luglio 2019 10:07Aggiornato: 11 Aprile 2025 22:05

Il nome, Trave di Ancona, potrebbe far pensare a qualcosa di prodotto dall’uomo, a un’opera ingegneristica che impreziosisce questa stessa città della Marche. Tuttavia, questo luogo così speciale è anche conosciuto con un altro nome, che ci fa intuire che, forse, è il frutto del lavoro millenario della natura: Scoglio del Trave.

Ad onor del vero, anche questa seconda denominazione inganna perché più che di uno scoglio si tratta di una vera e propria parete rocciosa in cui sembra che il mare si allunghi verso l’orizzonte, come se volesse toccare l’infinito. Un rarissimo esempio di molo naturale, che si stende verso il mare come un sentiero di pietra, antico e silenzioso, sospeso tra cielo e acqua.

Dove si trova lo Scoglio del Trave

Questa suggestiva formazione rocciosa sorge lungo la Riviera del Conero e, più precisamente, a nord della Spiaggia di Mezzavalle, tra le frazioni di Varano e Montacuto. Si estende per circa un chilometro nell’azzurro del Mare Adriatico, dando vita a una sorta di pontile roccioso. Questa affascinante zona d’Italia, infatti, è nota per essere caratterizzata da una costa alta, bianca e rocciosa, in cui si nascondono piccole spiagge e scogliere naturali dalle forme più bizzarre.

Può essere raggiunto sia attraversando un sentiero che parte vicino alla rotonda di Portonovo (sono consigliate scarpe da ginnastica per affrontare la discesa, poiché i percorsi sono ripidi, seppur non difficili), o via mare, ancorando la barca a largo della spiaggia.

Cos’è esattamente e come si è formato

Guardando dall’alto il Trave di Ancona, oppure una foto con vista aerea di questo territorio, può sembrare di osservare un molo, un lungo ponte costruito in pietra e che da tempo resiste alla forza delle onde del mare. Invece non è propriamente così: è stata la natura a crearlo poiché si tratta di una stratificazione di roccia sedimentaria, formata da marne e arenarie, che si è accumulata sui fondali di un antico mare milioni di anni fa, per poi emergere col sollevamento dell’Appennino.

Un altro dei tanti miracoli di Madre Natura, che sotto il pelo dell’acqua continua persino per diversi metri. Alla fine di questo vero e proprio “trave”, inoltre, riposa una piccola statua bianca di una Madonna, proprio sulla punta dello scoglio. Ancora oggi funge da punto di riferimento per i pescatori e come figura protettiva per chi attraversa queste acque.

Da dove poter ammirare il Trave di Ancona

Il suggestivo Trave di Ancona può essere osservata dalla Spiaggia di Mezzavalle o dalle alte falesie del Conero, specialmente lungo il Sentiero 310 che lo domina dall’alto. Un’altra possibilità è utilizzare il kayak o la barca per avvicinarsi a questa bellezza via mare.

In alternativa c’è anche il Belvedere del Trave, un affascinante punto panoramico che si rivela ottimale per chi ama la fotografia (una piccola chicca: è anche uno degli spot più belli della regione per godere di un’alba mozzafiato). Il belvedere è accessibile tramite i sentieri del Parco del Conero, soprattutto il numero 309 e il 310.

Scoglio del Trave, Ancona
Fonte: Getty Images
Lo Scoglio del Trave visto dal Belvedere

Ma non è tutto, perché per i più avventurosi c’è anche la recentissima Ciclopedonale del Conero, un percorso inaugurato nel 2024 che collega il quartiere Vallemiano di Ancona alla baia di Portonovo, che consente di esplorare la costa e ammirare questa meraviglia della natura in un modo unico. ​È bene sapere, tuttavia, che non è assolutamente possibile camminare direttamente sullo Scoglio del Trave, sia per proteggere l’ambiente che i visitatori.

Leggende e curiosità sullo Scoglio del Trave

Un posto così eccezionale non poteva di certo non essere avvolto da segreti e leggende. Del resto, questa zona del Conero, antica e piena di mistero, inspira racconti popolari e credenze da sempre, che poi vengono tramandate oralmente tra i pescatori e gli abitanti della zona di generazione in generazione.

La prima di cui vi vogliamo parlare narra che, durante una tempesta particolarmente violenta, un gruppo di pescatori rimase in balia delle onde nei pressi dello scoglio. La barca sembrava volersi rovesciare da un momento all’altro e, in quell’esatto istante, uno di loro decise di rivolgersi alla Madonna, promettendole di far costruire in suo onore una statua se si fossero salvati. Fu così che il mare si calmò e i pescatori riuscirono a tornare alla loro vita di tutti giorni.

Questa leggenda spiegherebbe, dunque, perché alla fine di questa formazione naturale si trovi una scultura della Vergine Maria che, ancora oggi, resiste al tempo e alle mareggiate.

Stando ad altre credenze popolari, durante le notti di nebbia o mare grosso, si udirebbero voci e suoni di remi provenire dal largo, che corrisponderebbero alle anime dei pescatori scomparsi in mare. Pare che lo facciano per “tenere sotto controllo” la costa che li ha cresciuti. Si dice che chi le sente dovrebbe fermarsi, ascoltare in silenzio, e lasciare un sasso sulla riva in segno di rispetto.