Camminare e scoprire l’Italia a passo lento è una delle forme di viaggio più intime e profonde che si possano fare. Il nostro Paese offre una rete di sentieri incredibili e che portano in angoli meravigliosi in cui pare che il tempo – e in alcune circostanze anche la mano dell’uomo – non sia mai passato.
Il Cammino Materano è uno di questi, un percorso di mobilità lenta che attraversa alcuni luoghi di culto dell’Italia Meridionale, scoprendo parte di Puglia, Molise, Basilicata e Campania per giungere a Matera. Composto di sei meravigliose vie – Via Peuceta, Via Ellenica, Via Sveva, Via Jonica, Via Dauna, e Via Lucana – è un turbinio di emozioni autentiche. E in particolare lo è la magnifica Via Ellenica, che va da Alberobello a Matera.
Indice
Tutta la bellezza della Via Ellenica
La Via Ellenica collega due affascinanti siti Unesco: i Trulli di Alberobello e i Sassi di Matera, passando per gli incantevoli borghi della Valle d’Itria, il paradiso naturalistico del Parco delle Gravine, e molto altro ancora.
Composta di 8 affascinanti tappe, è lunga 170 chilometri e permette di ritrovarsi al cospetto di profondi canyon, villaggi, chiese rupestri ancora decorate, boschi, masserie e paesaggi di insolita bellezza, insieme a tantissimi borghi dove si respira un’atmosfera d’altri tempi.
Tappa 1: Alberobello – Martina Franca
La prima tappa della Via Ellenica ha una lunghezza di 19 chilometri e si percorre in circa 5 ore. Si parte dall’affascinate borgo di Alberobello, in provincia di Bari, che pare uscito direttamente da un libro di favole. Merito dei suoi preziosi trulli, straordinarie testimonianze di edilizia in pietra a secco a lastre dal tetto a forma conica o piramidale, e della particolare atmosfera che pare non essere stata toccata dal tempo.
Da qui si attraversano i sentieri del Bosco Selva, pieno di alberi di fragno, leccio, roverella e diverse tipologie di arbusti, per poi immettersi su sentieri e stradine incorniciate da muretti a secco e inondati di campi di grano, uliveti e vigneti.
La tappa termina a Martina Franca, in provincia di Taranto, anch’esso un borgo che è riuscito a mantenere intatto il suo fascino senza tempo.
Tappa 2: Martina Franca – Crispiano
Da Martina Franca, che fa innamorare il visitatore con il suo centro storico che pare un museo a cielo aperto, ci si inerpica in sentieri che si snodano in aree boschive di grande pregio naturalistico. Ne è un esempio la Riserva naturale orientata Murge
Orientali, luogo dove regnano silenzio e natura, quest’ultima fatta di calcari affioranti e radure impreziosite da una ricchissima vegetazione di macchia mediterranea e fioriture spontanee.
La Via Ellenica prosegue lungo sentieri e contrade che conducono al Bosco delle Pianelle, uno dei più importanti ed estesi polmoni verdi della Puglia, dove si cammina per ben 7 chilometri fino a giungere a Crispiano, sempre in provincia di Taranto, luogo conosciuto come la “terra della 100 masserie” e dalle origini molti antiche: è stato abitato fin dalla preistoria, come testimoniano numerosi reperti di epoca greca, tra cui un interessantissimo “corredo tombale” del IV secolo.
Tappa 3: Crispiano – Massafra
La terza tappa del cammino inizia da Crispiano, oggi elevato a “Unicità” della Regione Puglia, e si inoltra in maniera poetica nella Terra delle Gravine, una delle più importanti aree naturalistiche d’Europa: è un susseguirsi di imponenti canyon carsici disposti a
ventaglio intorno all’arco ionico del Golfo di Taranto.
Si attraversano così diverse (ed emozionanti) gravine, fino a giungere alla Masseria Amastuola, un’antica masseria del 1400, per arrivare a Massafra, in provincia di Taranto, città arroccata sulle sponde della gravina di San Marco che è pregna di abitazioni ipogee ed insediamenti rupestri: non a caso il suo soprannome è “Tebaide d’Italia”.
Tappa 4: Massafra – Mottola
La quarta tappa parte da Massafra e si estende per 23 chilometri. Da qui inizia un lungo sentiero che si sviluppa tra gli ulivi secolari, fino a condurre nell’emozionante cornice del Bosco di Sant’Antuono, dal quale, attraverso un vecchio tratturo, si arriva a Mottola.
Parte dalla provincia di Taranto, è una località di collina, campagna e mare, e una città con un centro antico austero e sobrio. Di particolare interesse è il quartiere medievale detto Schiavonia, interamente costruito sulla roccia locale e completamente imbiancato a calce.
Tappa 5: Mottola – Castellaneta
Dopo aver scoperto tutte le meraviglie di Mottola, si prosegue scendendo sul colle su cui erge la città, solcando un antico tratturo che conduce verso una zona ricchissima di insediamenti rupestri, tra cui il villaggio di Casalrotto e la chiesa di Sant’Angelo. Quest’ultima è un vero capolavoro: l’unica chiesa rupestre d’Italia ad essere disposta su due piani di calpestio.
Passo dopo passo ci si ritrova dinnanzi a un’altra bellissima chiesa rupestre, questa volta dedicata a San Nicola, per poi continuare il cammino verso Palagianello, passando per il suo prezioso centro storico.
Si riparte attraversando un sentiero panoramico che si sviluppa sul ciglio della gravina omonima, per giungere a Castellaneta, Terra natale di Rodolfo Valentino e borgo della provincia di Taranto.
Tappa 6: Castellaneta – Laterza
La tappa numero 6 è da molti ritenuta la più affascinante di tutto il cammino: offre una varietà di ambienti eccezionali. Si lascia Castellaneta, che si distingue per la presenza di un gran numero di chiese, per camminare tra distese di ulivi fino ad arrivare presso la riserva naturale di Montecamplo che, oltre a presentare una vegetazione rigogliosa, è un pullulare di antiche masserie in cui aleggiano diverse storie di briganti.
Subito dopo si sale in collina godendo, passo dopo passo, di panorami che dal Golfo di Taranto spaziano sulla Basilicata, per poi arrivare fino ai monti calabri. Si prosegue, quindi, su un favoloso sentiero che passa lungo il ciglio della gravina di Laterza, uno dei canyon più grandi d’Europa, per arrivare all’omonima località, un borgo della provincia di Taranto noto per il pane, la sua profonda gravina carsica e la maiolica, di colore turchino su smalto bianco.
Tappa 7: Laterza – Ginosa
Ben 16 sono i chilometri della settima tappa che inizia dalle meraviglie di Laterza per proseguire su curiose strade di campagna, fino ad arrivare al cospetto della pineta di Murgia San Pellegrino.
Il cammino prosegue poi all’interno della gravina di Ginosa che regala al viandante uno scenario selvatico e che presenta un perfetto equilibrio tra la natura e la mano dell’uomo. Da qui si arriva a Ginosa, in provincia di Taranto, che è un vero susseguirsi di gioielli antichi e preziosi: è un complesso di villaggi rupestri pieno di case-grotta, alcune disposte su ben cinque livelli e tutte collegate con scale e stradine.
Tappa: Ginosa – Matera
L’ultima tappa è di 27 chilometri e si addentra sulle sinuose colline lucane dominate dal volo di affascinati rapaci. Il sentiero da intraprendere è assai suggestivo, perché si snoda a ridosso della gravina di Matera, un profondo canyon dove ancora sopravvivono numerose case-grotta e chiese rupestri.
Si arriva poi nella straordinaria città di Matera, accedendo tramite il rione Casalnuovo che si presenta come uno stretto passaggio scavato nella roccia. Da lì si giunge cospetto dei fantastici Sassi, straordinaria meta finale della Via Ellenica.
Informazioni utili
La prima cosa sapere su questo cammino è che se si ha del tempo in più è disponibile una variante che collega Brindisi con Alberobello. In secondo luogo, si tratta di una Via che può essere percorsa in entrambe le direzioni, sia da Alberobello verso Matera che viceversa.
Il percorso è interamente segnalato, ed è inoltro obbligatorio partire con la credenziale che è possibile ottenere attraverso il sito ufficiale del Cammino Materano. Inoltre, lungo qualsiasi Via è si possono incontrare i comitati di tappa, dei volontari che aiutano il progetto nello sviluppo dei vari percorsi e che sono a disposizione dei viandanti nel caso di informazioni generali, segnalazioni o vere emergenze, ma non di esigenze ordinarie.
Per il resto, godetevi al massimo questa esperienza perché consente davvero di scoprire angoli d’Italia che tolgono il fiato.