Il Cammino Materano: da Bari a Matera in sette giorni

A piedi lungo la Via Peuceta: da Bari a Matera in sette giorni di cammino. Intervista con Angelofabio Attolico, coautore della guida

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Nell’anno di Matera, Capitale europea della cultura, gli occhi del mondo sono puntati sulla cittadina della Basilicata, simbolo della rinascita.

“Il cammino materano. A piedi lungo la Via Peuceta: da Bari a Matera in sette giorni di cammino” è una nuova guida ideata da tre autori, Angelofabio Attolico, Claudio Focarazzo, Lorenzo Lozito, pubblicata da Terre di mezzo Editore, che propone un itinerario appena nato, da percorrere a piedi attraverso luoghi storici, culturali e naturalistici che portano fino alla Città dei Sassi.

SiViaggia ha intervistato uno degli autori, Angelofabio Attolico, che ha raccontato la storia del Cammino e della guida.

“Il percorso del Cammino Materano è stato ideato da noi tre autori della guida. Veniamo tutti da un’esperienza fatta all’estero che è quella del Cammino di Santiago. Ci siamo impegnati per portare questo tipo di esperienza anche nel Sud Italia. L’itinerario proposto dalla guida è lungo la Via Peuceta, uno dei tanti cammini materani, perché ce ne sono cinque. Questa va da Bari a Matera. Il cammino fa parte di altre vie che finora non erano mai state tracciate con segnaletiche, tracce GPS, punti di accoglienza efficienti e comitati di tappa. La guida è la cristallizzazione di tutto un processo che si è concluso”.

Com’è nata l’idea di questo Cammino?
“Avevamo perso tutti il lavoro ed eravamo partiti per l’estero. Poi abbiamo deciso di tornare in Italia e, con un passato comune da archeologi, di fondare un’associazione, In Itinere, per dare l’opportunità a noi e agli altri. Il Cammino ha dato un’opportunità anche ai territori coinvolti. Il Cammino Materano ha Matera come destinazione, ma la città è stata un pretesto. Il nostro progetto è partito prima della nomina di Matera a Capitale della cultura. L’abbiamo scelta perché era un simbolo di riscatto e della nuova economia eco-sostenibile. Il fine era per noi quello di valorizzare le aree interne. Abbiamo cercato di creare un prodotto che portasse un turismo non di massa ma destagionalizzato e di qualità. Il Sud ha una particolarità rispetto ad altri cammini. In Norvegia per esempio ce n’è uno bellissimo, il Cammino Sant’Olav, che però è fruibile solo due mesi l’anno. La Via Peuceta è fruibile tutto l’anno perché in Puglia si può fare anche d’inverno”.

Cosa è stato necessario fare per tracciare il cammino Materano?
“Il nostro lavoro era quello della progettazione dei beni culturali e ambientali. C’è stato tutto un lavoro preliminare di studio delle carte geografiche, di tracciatura con il GPS che ci ha obbligati ad andare sul posto più volte, di recupero dei percorsi che ormai erano scomparsi. Abbiamo organizzato escursioni con l’associazione e con i barattoli di vernice abbiamo segnato il percorso. Tengo a precisare che questo progetto non ha avuto alcun finanziamento statale. I soci hanno contribuito con la loro quota a finanziare tutto. Poi abbiamo lavorato alla rete di accoglienza, spiegando a un bed and breakfast perché applicare una scontistica al camminatore, abbiamo incontrato i privati per convincerli a mettere a disposizione una stanza a fronte di un’offerta, abbiamo parlato anche con la parte enogastronomica e abbiamo rilasciato un bollino di qualità alle strutture che offrono prodotti a chilometro zero e infine abbiamo lavorato facendo comunicazione tramite i social, il sito e ora con la guida. Aperto ufficialmente l’1 gennaio 2018, il primo anno il Cammino ha visto 560 presenze. Certo, non è il Cammino di Santiago che conta mezzo milione di persone. Il nostro fine non è la massificazione perché, avere meno persone, significa avere un flusso che non rovina il territorio”.

Come fate e tenere sempre sotto controllo lo stato del Cammino?
“Ogni tappa ha un comitato di volontari che controlla il proprio territorio e rilascia un timbro: ogni tappa ha un simbolo legato alla propria storia. Niente è lasciato al caso. Si tratta di un modello partecipativo, dove ognuno fa la propria parte. Noi abbiamo avviato un motore, poi la macchina deve andare avanti da sola. Il Cammino Materano è un lavoro di gruppo, di visione collettiva. Con l’associazione In Itinere abbiamo lavorato non solo a costruire fisicamente la Via Peuceta, ma anche a diffondere la cultura del cammino che costituisce uno degli scopi principali dell’intero progetto, perché solo a piedi è possibile conoscere e apprezzare pienamente il patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale, e prendere coscienza che esso costituisce la più importante ricchezza di un territorio”.

Il Cammino è diviso in tappe: può spiegarcele meglio?
Il Cammino Materano è modulare, nessuno è obbligato a farlo interamente in sette giorni, se ne può fare anche uno solo, a seconda degli interessi. Se dovessi dare un consiglio, la tappa imperdibile è la Santeramo in Colle – Altamura, la tappa numero quattro, perché si attraversa una carraia medievale, c’è la sosta in una masseria (Scalera), si incontra un insediamento rupestre (Fornello), si attraversa la Murgia, che è chiamata l’Irlanda del Sud, una zona sconosciuta, con le praterie, è un Sud che non ti aspetti. Il fatto che non sia inserita nei circuiti turistici l’ha preservata, almeno in parte. C’è una bella varietà e autenticità di paesaggi e si può fare in un giorno perché è lunga circa 25 km e fino ai 25 km ogni tappa è alla portata di tutti. Ogni tappa del Cammino Materano ha più o meno la stessa lunghezza, noi siamo programmati per camminare su queste distanze e il motivo è storico: i Romani costruivano le città in base alla distanza che una legione poteva percorrere in un giorno. Pertanto i centri abitati del Sud Europa hanno un’origine Romana e hanno questa distanza l’uno dall’altro”.

C’è qualche curiosità legata al Cammino?
“Nella guida è raccontata la curiosa leggenda di Sant’Euligio da Marbella, una cosa successa sul cammino, Benché sia un cammino laico e non religioso, a Cassano delle Murge si erano inventati un Santo che non era mai esistito. Lo chiamavo ‘Stinco di Santo’ perché lì facevano lo stinco. Questa storia, che è nata come una barzelletta, sul cammino si è sparsa a macchia d’olio e oggi ci sono anche dei santini e persino una statua che, premendola, ride. Sant’Euligio è diventato un po’ il patrono dei camminatori cinici, di quelli che lo fanno con spirito goliardico”.

La Via Peuceta è divisa in sette tappe per un totale di 165,7 km:
1. Bari – Bitetto (17 km)
2. Bitetto – Cassano delle Murge (25 km)
3. Cassano delle Murge – Santeramo in Colle (22 km)
4. Santeramo in Colle – Altamura (24,2 km)
5. Altamura – Gravina in Puglia (20 km)
6. Gravina in Puglia – Santuario di Santa Maria di Picciano (28 km)
7. Santuario di Santa Maria di Picciano – Matera (29,5 km).

Le altre quattro vie del Cammino Materano sono: Via Ellenica, Via Sveva, Via Dauna, Via Lucana. Per ciascuna via seguiranno altrettante guide. La prossima sarà la Via Ellenica che uscirà prima dell’estate.

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Fonte: @Claudio Focarazzo
@Claudio Focarazzo