Il Montenegro: l’altro Mediterraneo

Una perla ancora tutta da scoprire dall'altra parte dell'Adriatico

C’è una perla ancora tutta da scoprire dall’altra parte dell’Adriatico. Incastonata tra la Croazia – ormai diventata una classica meta estiva per gli italiani – e l’Albania, il Montenegro svela un volto del Mediterraneo ancora poco conosciuto. Il blu del mare cristallino e pescosissimo a far da contrasto al verde quasi irreale della vegetazione, monasteri ortodossi abbracciati dalla roccia – come quello di Ostrog, che si erge addossato a uno strapiombo quasi verticale -, villaggi medievali, la natura incontaminata, i fiordi. Bello, vicino e ancora non troppo caro: il Montenegro è destinato a diventare un best seller dell’Adriatico. Un bagno rinfrescante in una delle spiagge della Riviera di Budva, un sonnellino cullati dal suono degli uccellini sul lago di Skardar, una passeggiata nel verde del parco nazionale del monte Durmitor, dove si trova il canyon più profondo d’Europa, il Tara, e si può dormire tra gli alberi in bungalow di legno. Il tutto non troppo distante dall’Italia (esistono collegamenti via mare con Bari e Ancona, oppure in aereo tra Roma e la capitale Podgorica). Nonostante l’impegno verso uno sviluppo turistico sostenibile, l’ideale è andarci ora, finché è un best kept secret del Mediterraneo.

Nel frattempo il Paese può già dare il benvenuto ai suoi ospiti in strutture ricettive di ogni livello: dagli hotel più eleganti – il meraviglioso resort sull’isoletta di Sveti Stefan (8 km da Budva), completo di eliporto e molo per panfili, è l’albergo più famoso dell’intero Adriatico orientale e vanta una clientela di lusso -, ai nuovissimi boutique hotels, alle locande tradizionali, ai b&b, così come casette di pescatori e appartamenti per ogni tasca. Confort e relax garantiti ovunque, dunque, ma senza dimenticare che qui è molto forte il richiamo alla vita attiva: i percorsi in bicicletta e a piedi – in tutto circa 6mila chilometri – sono l’ideale per godersi lo spettacolo dei canyon, della foresta mediterranea sempreverde, delle piccole baie deserte e silenziose (i trails più suggestivi e le mappe dettagliate sono stampate sulla guida “Wilderness Biking Montenegro”, mentre attraverso il programma “Montenegro Bed&Bike”, l’ente del turismo locale propone itinerari su più tappe).

Se cercate vita di mare la vostra tappa obbligata è Budva, la Riviera del Montenegro: molte spiagge e spiaggette, altrettanti locali e ristoranti per tutti i gusti, una vivace movida serale. Ciò nonostante la città vecchia è rimasta com’era un tempo, e perdersi tra le sue stradine e le sue piazzette, quasi come in un labirinto, è come tornare indietro nel tempo. D’estate in Riviera, come in tutto il paese, è un susseguirsi di festival e di manifestazioni musicali, teatrali e folcloristiche. Durante il giorno si può visitare la zona, magari raggiungendo l’isola di Sveti Nikola – chiamata «le Hawaii vicino a Budva» – con uno dei tanti taxi-barchino. Qui si dice che basti una giornata sull’isola – tra cervi e conigli che arrivano quasi sulla spiaggia – per ritrovare se stessi… Non lontano da Budva c’è l’attrazione naturale più spettacolare del Paese, e una delle più spettacolari dell’Adriatico. Si tratta delle Bocche di Kotor, unico fiordo del Mediterraneo (anche se in realtà si tratta di un vallone sommerso dal mare). Kotor, Patrimonio Unesco dell’Umanità, con la sua immensa baia rocciosa e frastagliata, è una tappa obbligata: il centro medievale, poi, è un vero e proprio compendio delle ricchezze artistiche e naturali di questo versante dell’Adriatico.

Dopo una giornata di mare, sole e movimento, si ha voglia di coccolarsi con le delizie del palato. La gastronomia montenegrina riflette la doppia anima – il mare e i monti – del paese. Pesce freschissimo, grigliato e condito con un filo di olio d’oliva locale, ma anche cucinato con una salsa a base di aglio e prezzemolo (na gradele). Ma si mangia anche pesce di lago, come la carpa, servita con un intingolo a base di prugne secche e mele oppure fritta con le cipolle. Cambia il paesaggio, cambia lo scenario gastronomico: nell’entroterra carne – soprattutto agnello – e formaggio la fanno da padrone. A tavola, solo vini localiVranac, rosso e Krstac, bianco- come quelli prodotti vicino al lago Skadar (il più grande dei Balcani, la cui parte montenegrina e la relativa costa è stata dichiarata parco nazionale), e per digerire un bicchierino di loza.