Per vivere è essenziale soprattutto una cosa: respirare. E farlo a pieni polmoni in alcuni Paesi non è sempre una buona idea. Se l’Europa non è messa benissimo, purtroppo la situazione in Italia risulta ancora più indietro. Il tema dell’inquinamento dell’aria torna al centro del dibattito nazionale, soprattutto considerando i risultati dell’ultimo report Mal’Aria pubblicato da Legambiente.
Secondo l’analisi, non solo si notano pochissimi miglioramenti, ma anche una certa inerzia nel voler affrontare strutturalmente questo problema, che non è solo ambientale, ma anche e soprattutto sanitario ed economico. Siamo quindi molto lontani dagli standard di qualità approvati per il 2030 e dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma quali sono risultate le città italiane con l’aria più inquinata nel 2024? E cosa possono fare per migliorare questa situazione?
Le città più inquinate d’Italia
Il report ha monitorato i limiti superati dai diversi capoluoghi italiani di provincia sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10) che del biossido di azoto (NO2).
Le città che hanno superato la soglia di PM10
Partiamo dalle analisi relative al PM10, ossia delle particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo ed emesse principalmente dalla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico, dalle attività industriali, dall’agricoltura e dal trasporto su strada.
Nell’anno 2024, sono stati 25 i capoluoghi di provincia in Italia con ben 50 centraline di monitoraggio della qualità dell’aria a superare il limite giornaliero di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (μg/mc). Per farvi capire la situazione, dal 2030 il limite stabilito come media annuale da non superare scenderà dagli attuali 40 μg/mc a 20 (anche se è 15 μg/mc il valore suggerito dall’OMS).
Tra le città più inquinate in questo senso ci sono Verona (media annuale 32,6 μg/mc e riduzione necessaria delle concentrazioni del 39%), Cremona, Padova e Catania (media 30,7 μg/mc e riduzione del 35%), Milano (media 30,5 e riduzione del 34%), Vicenza (media 30,3 μg/mc e riduzione del 34%), Rovigo e Palermo (media annuale 30,0 μg/mc e riduzione necessaria del 33%).
Le città che hanno superato la soglia di NO2
Per quanto riguarda l’altro inquinante dovuto soprattutto al trasporto su strada, il biossido di azoto (NO2), il 2024 ha mostrato luci e ombre. Seppur dal report sia risultato che in nessuna città il valore medio annuale ha superato il valore limite stabilito dall’attuale normativa europea di 40 μg/mc, le situazioni peggiori sono state riscontrate nelle città di Napoli e Palermo, arrivate esattamente sulla soglia dei 40 μg/mc, seguite da Milano e Como (32 μg/mc), Catania (32 μg/mc), Torino (31 μg/mc), Roma (30 μg/mc), Brescia e Trento (29 μg/mc).
Le proposte per combattere l’inquinamento nell’aria
Per uscire dall’emergenza smog, Legambiente afferma che è necessario intraprendere azioni e politiche mirate e strutturali in tutti i settori. Tra le proposte ci sono le seguenti:
- potenziare il trasporto pubblico e bloccare immediatamente i veicoli più inquinanti;
- abbandonare progressivamente le caldaie a gasolio e carbone puntando alle pompe di calore a gas refrigeranti naturali;
- stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città;
- ridurre il numero di capi allevati in maniera intensiva e favorire l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche o ponendo dei limiti e dei controlli agli spandimenti di liquami;
- dare spazio alla mobilità leggera in tutte le sue forme (a piedi, in bici, con il monopattino o sedie a rotelle elettriche).