Dal borgo fantasma riemerge un’antichissima chiesa: la scoperta

La Tuscia è un territorio ricco di storia che non finisce mai di stupire: l'ultima sorpresa è arrivata da uno dei suoi affascinanti borghi fantasma

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Flavia Cantini

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La Tuscia è un territorio ricco di storia e bellezze naturalistiche e paesaggistiche che non finisce mai di stupire: l’ultima sorpresa è arrivata da uno dei suoi affascinanti borghi fantasma, a una ventina di minuti da Civita di Bagnoregio e a mezz’ora da Viterbo.

A Celleno, infatti, durante il lavoro di messa in sicurezza della Chiesa di San Donato, è tornato alla luce un antichissimo spazio sacro, quello della Chiesa di San Michele Arcangelo, di cui finora esistevano soltanto notizie frammentarie grazie a documenti di archivio che indicavano la presenza di una cripta, annessa alla chiesa attualmente oggetto di restauri.

Un altro prezioso tassello del patrimonio della Tuscia

Durante i lavori di consolidamento della Chiesa di San Donato, architetti e archeologi si sono ritrovati, inaspettatamente, dinanzi a una chiesa inferiore alta almeno 5 metri che, secondo i documenti e gli esperti, presentava un ingresso separato dal versante nord.

Tuttavia, alla fine dell’Ottocento, il vescovo ne ordinò la chiusura, sia perché di difficile accesso e sia perché destinato a usi impropri. Ma fu nel 1944 che se ne persero le tracce: la chiesa madre crollò, seguita dopo pochi anni dall’intero abitato, e il borgo di Celleno cadde in un periodo di oblio funestato da saccheggi.

Negli ultimi anni, invece, l’amministrazione comunale ha intrapreso azioni di recupero e valorizzazione della Chiesa di San Donato che hanno portato alla sorprendente scoperta.

Siamo sorpresi e felici di questa scoperta” ha commentato il sindaco Bianchi. “Stiamo continuando con i lavori sperando di rendere fruibile questo spazio ai visitatori, in assoluta sicurezza. Purtroppo decenni di abbandono, gli eventi sismici e le particolari condizioni orografiche non hanno aiutato a salvare la chiesa ma stiamo facendo tutto il possibile, con le risorse a disposizione, per completare i lavori e incrementare le dotazioni del borgo fantasma“.

Lo scavo archeologico prosegue sotto la direzione dalla società di ingegneria Alma Civita Studio insieme all’Università della Tuscia. “Negli ultimi tre mesi” ha affermato il primo cittadino “il lavoro è stato incessante, in particolare del professor Giuseppe Romagnoli, instancabile studioso di questo sito“.

E siamo appena all’inizio. Oltre alla chiesa inferiore, gli archeologici hanno rinvenuto materiali lapidei di pregevole fattura scultorea, alcuni dei quali risalenti al periodo longobardo. “Attestano” ha concluso Bianchi, “senza ombra di dubbio, che su questa rocca c’è stata continuità di vita a partire dal periodo etrusco fino ai nostri giorni“.

Il fascino del borgo fantasma di Celleno

Il vecchio borgo di Celleno, che sorge su uno sperone di tufo, fu un insediamento etrusco sull’antica via tra Bagnoregio e Orvieto: sconvolto da sempre da terremoti e smottamenti, ha iniziato a crollare in maniera inesorabile durante gli Anni Trenta fino a diventare un “borgo fantasma”.

Oggi resiste una piccola area, con suggestivi vicoli, botteghe, la maestosa presenza del fortilizio Castello Orsini con fossato, costruito tra il X e il XI secolo, la già citata Chiesa di San Donato, la Chiesa di San Carlo custode di una collezione di grammofoni, e case recuperate dove scoprire come erano gli ambienti a inizio Novecento: la cucina, le celle per la conservazione del vino, la bottega del calzolaio, l’antico forno.

Inoltre, il Museo raccoglie preziose ceramiche medievali e rinascimentali ritrovate durante le campagne di scavo.