Coney Island, il parco dei divertimenti di New York parla italiano

Uno dei Luna park più famosi del mondo rinasce grazie alla creatività e alle competenze di un'azienda vicentina. SiViaggia ha intervistato Antonio Zamperla JR, CEO della Zamperla Spa

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Famosa per la spiaggia, frequentatissima soprattutto d’estate, e per i Luna Park, Coney Island è da sempre l’isola dei divertimenti di New York City e uno dei luoghi più famosi del mondo, tanto da essere usato come set di numerosi film. Fisicamente non è una vera e propria isola ma una penisola e si trova nel quartiere di Brooklyn. Di fatto, però, Coney Island è da sempre un mondo a sé, un luogo dove la parola d’ordine è una sola: “entertainment”.

Il primo parco dei divertimenti venne aperto a Coney Island agli inizi del 1900, a cui seguirono ristoranti, hotel e casinò lungo tutto il boardwalk. Quelli furono gli anni del boom. Con la crisi del ’29 e un grande incendio nel ’32, Coney Island, però, iniziò a spopolarsi e a cadere in disgrazia e questo fino ai giorni nostri.

La citta di New York ha deciso di trasformare questo luogo nella Coney Island che tutti conosciamo e ha scelto un’azienda italiana per farlo, la Zamperla Spa di Vicenza, che ha il difficile compito di dare di nuovo lustro al parco dei divertimenti più famoso del mondo. Piantando persino una bandiera italiana.

SiViaggia ha intervistato Antonio Zamperla JR, nipote del fondatore e CEO della Zamperla Spa. Non esiste un parco di divertimento al mondo in cui non ci sia almeno una sua giostra, dai parchi Disney agli MCA Universal Studios e Warner Bros., dai parchi di divertimento in Cina, nelle Filippine e in Russia alla realizzazione di Luna Farm, il primo parco dei divertimenti a tema contadino che è stato aperto a Bologna all’intero di FICO Eataly World. Merito dell’implementazione tecnologica, dell’intelligenza artificiale e della robotica, oggi fondamentali per la costruzione di un parco dei divertimenti. Ma se già il lavoro non era semplice prima, con il diffondersi della pandemia di Coronavirus la situazione si è complicata ulteriormente. Oggi Coney Island è gestito da una società del Gruppo Zamperla, la Central Amusement International Inc., guidata dal fratello di Antonio, Alessandro Zamperla.

Che progetto avete in mente per la riapertura di Coney Island?

“Riapriremo Coney Island dedicando la massima attenzione alla sicurezza delle persone. Finalmente negli Stati Uniti si inizia a parlare di date per la riapertura e noi ci faremo trovare senz’altro pronti. Non vediamo l’ora di tornare a dare continuità agli importanti investimenti che porteranno interessanti novità in termini di proposte del parco e che abbiamo dovuto mettere temporaneamente in stand-by visto lo stop imposto dall’emergenza sanitaria mondiale. Abbiamo preferito concentrare tutte le nostre energie sul tema della sicurezza del divertimento e degli spazi”.

Avete dovuto cambiare i vostri piani o il progetto alla luce della pandemia?

“Ci siamo adattati ai tempi che corrono e ai protocolli adottati nel nostro settore ma siamo un’azienda abituata a gestire sfide molto complesse e la pandemia non ci ha colti di sorpresa. Abbiamo progettato giostre per centrali nucleari, come nel caso del parco di divertimenti di Kalkar in Germania, e in territori appena usciti da guerre, per questo la progettazione e la realizzazione delle misure per la messa in sicurezza dei parchi non ci ha richiesto sforzi fuori dall’ordinario. Per fortuna, nella maggior parte dei nostri parchi offriamo un divertimento in spazi aperti e non chiusi e le giostre stesse, grazie al movimento, non complicano la situazione in termini di rischi di contagio, anzi, potremmo senz’altro dire che, grazie alle misure adottate, diventerà più sicuro passare una giornata in un parco di divertimento piuttosto che fare shopping al centro commerciale… La difficile situazione economica ci ha costretti a spostare i grandi investimenti, ma abbiamo approfittato della pandemia per rifocalizzarci sul divertimento come mission aziendale e questo ci ha permesso di tornare a ragionare sulla nostra responsabilità sociale d’impresa di produrre ‘sogni e benessere’ impegnandoci anche sui temi dell’inclusività e della disabilità riferiti alle attrazioni. Abbiamo, inoltre, iniziato ad aprire nuovi orizzonti di business più lontani dalla nostra comfort zone, come ad esempio il settore biomedicale”.

Avete tenuto conto dell’aspetto green e della sostenibilità ambientale?

“Lavoriamo al progetto della sostenibilità ambientale per tutte le nostre tecnologie e per i nostri parchi ormai da diversi anni, non possiamo regalare divertimento e magia alle persone senza prestare la massima attenzione al tipo di ‘mondo’ in cui si troveranno a vivere queste esperienze. Nei parchi abbiamo già effettuato la sostituzione della plastica con la carta, nel food & beverage, inoltre le macchine a firma Zamperla installate nei parchi hanno motori rigenerativi che, come accade per le auto elettriche, nel momento della frenata rigenerano corrente e consentono di abbattere l’emissione di CO2. In aggiunta, abbiamo un progetto per le prossime installazioni che si basa sull’utilizzo dell’energia fotovoltaica.

Cosa avete fatto finora a Coney Island?

“Abbiamo vinto nel 2010 un bando di gara promosso dalla Città di New York che aveva un obiettivo molto sfidante: riqualificare il quartiere di Coney Island, che aveva il più alto indice di disoccupazione e il più basso reddito pro-capite, attraverso il recupero e il rilancio dello storico Luna Park, il più iconico parco al mondo, luogo in cui hanno girato film cult come ‘I guerrieri della notte’, ‘Angelheart’, ‘Men In Black’, ‘La ruota delle meraviglie’, ‘Spiderman’, ma che era in una condizione di degrado assoluto. Abbiamo rilanciato Coney Island in soli cento giorni e da allora ogni anno assumiamo più di mille giovani offrendo loro la possibilità di fare una prima esperienza lavorativa entro i confini della legalità e in un ambito molto motivante ed estremamente formativo. Quindi, in risposta alla sua domanda, le direi che più che aver rilanciato un parco di divertimenti abbiamo cercato di valorizzare un’area dal grande potenziale e creato uno spazio di rinascita collettiva”.

Quale sarà l’attrazione più singolare che ci sarà?

“La migliore attrazione di Coney Island rimane sempre il Thunderbolt, la prima montagna russa di nostra produzione installata da cinquant’anni a questa parte nella città di New York, con una lunghezza di 250 metri e che raggiunge i 90 chilometri orari. Ma la peculiarità di Coney Island è un’altra: nel Luna Park viene inserito ogni nuovo progetto di Zamperla, quindi tutte giostre uniche, prototipi, che inseriamo nel parco con l’obiettivo di farle provare e farle vedere ai nostri clienti, questo garantisce al pubblico di Coney Island di vivere delle esperienze uniche e irripetibili”.

Sapere che c’è un’azienda italiana dietro a un luogo così iconico negli USA è motivo d’orgoglio: cosa ne pensa?

“Siamo davvero orgogliosi delle nostre persone e delle nostre tecnologie e per questo nel Cyclone, la montagna russa più ‘antica’ di Coney Island, del 1927, abbiamo piantato la bandiera italiana sulla salita più alta della giostra, per ricordare a tutti i visitatori del Luna Park più famoso del mondo che dietro al divertimento, alla tecnologia, alla creatività e all’innovazione, c’è la mano italiana. Noi italiani abbiamo tutte le caratteristiche che sono indispensabili per questo settore: siamo molto flessibili, lavoriamo con dedizione e impegno, sappiamo gestire le sfide più complesse, siamo creativi e problem solver e abbiamo ottime competenze tecniche”.

Perché proprio la vostra azienda per questo immane progetto?

“Perché abbiamo lanciato un ambizioso piano industriale nel 2007 che è partito con Victorian Gardens Amusement Park (il parco in Central Park), è proseguito con Leolandia in Italia ed è poi approdato al progetto di rilancio di Coney Island”.

Pensa che le persone torneranno con piacere nei parchi di divertimento appena possibile?

“Pensiamo che le persone avranno una grande voglia di tornare ai parchi di divertimento, luoghi di ‘staycation’ che saranno una delle prime risposte al bisogno di evasione e divertimento quando ancora ci saranno le restrizioni che limiteranno la ‘vacation’. Gli analisti del settore ci confermano che i parchi di prossimità saranno una risposta alla ricerca di svago e di divertimento ancora per un lungo periodo, fino a che la nuova normalità consentirà di tornare a muoversi liberamente e in totale sicurezza”.