Pedalando sulle orme del primo cicloturista al mondo

Il primo turista in bicicletta era un italiano, e si chiamava Luigi Masetti. A 130 anni dalla sua epica impresa, un'italiana ripercorre il suo "Viaggissimo" pedalando fino agli Stati Uniti

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Un viaggio molto curioso ed evocativo quello di Giulia Baroncini che, dopo 130 anni dall’impresa di Luigi Masetti, il primo cicloturista al mondo, ha deciso di ripercorrere le sue orme e di intraprendere lo stesso “Viaggissimo”, un viaggio in bicicletta dall’Italia agli Stati Uniti d’America attraversando l’oceano.

Masetti, corrispondete del Corriere della Sera, nel 1893 percorse 7mila chilometri – Atlantico escluso – per andare e tornare dall’Italia agli Stati Uniti e documentare la World Columbian Exposition (la Grande esposizione universale di Chicago).

Il lungo viaggio ciclistico partirà, dopo oltre un secolo, il 9 giugno, dal paese di Trecenta, nel Polesine rodigino, dove nacque Masetti e dove vivono da sempre i nonni di Giulia, nata nelle vicinanze poco più di trent’anni fa. Il percorso, tenendo conto dei radicali cambiamenti della viabilità, cercherà di essere quanto più fedele all’originale, dedotto dai tanti appunti e dalle pubblicazioni di Masetti, ma soprattutto dal libro interamente dedicato a lui “L’Anarchico delle due ruote” di Luigi Rossi (Ediciclo Editore).

Percorrendo 80 km al giorno – questa la sua tabella di marcia – pedalerà, attraversando splendidi territori attraverso l’Europa, fino a Londra da dove si imbarcherà per New York City. Da qui, il viaggio proseguirà toccando le città di Albany, Buffalo, Niagara, il Lago Erie e infine Chicago.

Sarà imprescindibile utilizzare il reticolo delle ciclovie Eurovelo che, proprio nel 2023, scandirà il traguardo del XXV anniversario. La rievocazione del viaggio del 1893 sottolineerà come il viaggio di Luigi Masetti sia stata la pietra miliare del cicloturismo.

Si potrà seguire Giulia attraverso il suo diario settimanale sui social. Nel suo viaggio, l’aereo sostituirà la nave, non per risparmiare tempo, ma perché oggi non esiste più la rotta di allora.

Il “Viaggissimo” fu il nome che lo stesso Masetti coniò per identificare qualcosa di veramente estremo per quei tempi. Nel 1892, a 28 anni, si cimentò nel suo primo lungo viaggio in Europa di 3.500 km che lo spinse poi a intraprendere il “Viaggissimo” dell’anno successivo, durante il quale raddoppiò la distanza percorsa l’anno prima. SiViaggia ha intervistato Giulia Baroncini per farsi raccontare l’impresa.

Cosa ti spinge a intraprendere questo viaggio?

“Tutto è nato due anni fa mentre stavo leggendo il libro “L’anarchico delle due ruote” di Luigi Rossi edito da Ediciclo. Ricordo, come se fosse ieri, quel giorno quando sono entrata in libreria alla ricerca di ispirazione perché stavo attraversando una fase di crisi esistenziale e avevo un disperato bisogno di svagare la mente. Appena mi sono fermata davanti agli scaffali di letteratura di viaggio, la mia attenzione viene subito attirata dalla copertina argento e dal titolo di questo libro. Mi immaginavo già questo spavaldo signore in sella alla sua bici alla scoperta di chissà quali mondi. E infatti non ci avevo visto così male. A ripensarci bene, non sono stata io a scegliere il libro, ma il libro ha scelto me, servendomi su un piatto d’argento un personaggio di tutto rispetto, il buon Luigi Masetti che è capitato nella mia vita (in)consapevolmente proprio per guidarmi nella mia fase di “perdizione” che stavo attraversando.

Non pensavo proprio di trovare alcune risposte esistenziali in un libro di letteratura di viaggio ottocentesca. Ma come tutti ormai sappiamo, la vita ci riserva sempre delle belle sorprese. Ho letteralmente divorato tutti i capitoli e, una volta chiuso il libro, mi sono detta (e anche promessa) “Seguirò anche io le sue orme!” perché questo signore ha risvegliato in me parte della mia indole che avevo messo a tacere da tempo. È un personaggio che nell’800 riusciva a farsi notare, una sorta di trascinatore di masse, un vero e proprio influencer attuale. Grandissimo esploratore e poeta, come non rimanere folgorati da lui! È così che la crisi esistenziale comincia a diventare benzina per cominciare una nuova vita proprio attraverso questa rievocazione!”.

Quale messaggio vuoi trasmettere con questo viaggio?

“I messaggi in realtà sono molti! Non so perché ma credo che attraverso il viaggio riesca ad esprimermi bene o per lo meno, manifestare i miei pensieri e valori. Parto in ordine sparso:

Vorrei far sognare le persone e portarle con me in viaggio anche seppur virtualmente. Il mondo è bello e c’è tanto da imparare, è una scuola di vita. Vorrei ispirare o spronare in qualche modo ad uscire un po’ dagli schemi che la società di impone e porci come unico obiettivo la felicità e realizzazione personale. Specialmente il mondo femminile

– Dare visibilità al Masetti che, oltre ad essere il pioniere del cicloturismo, è un esempio per tutti sia per il suo spirito avventuriero sia a livello di marketing, un personaggio quindi molto attuale! Era global, eco-friendly e social, un grande italiano a cui l’Italia, come spesso fa con i suoi figli migliori, non ha mai dato il valore che merita.

– In chiave femminista, sono una donna che parte da sola sulle orme di un signore dell’800. Potrebbe essere una bella provocazione e anche contrasto! Vorrei ispirare quante più donne a viaggiare da sole perché non siamo più il sesso debole. Dalla nascita della bici, le donne sono sempre state escluse perché la società si era accorta che poteva essere uno strumento della loro emancipazione. A tal proposito, nel mondo del cicloturismo ci sono state grandi donne che hanno fatto grandi cose. Per esempio, in Italia Alfonsina strada o Annie Londonderry, la prima donna a fare il giro del mondo in bici, ma questa sarà l’idea per un prossimo viaggio.

– Il viaggio sarà un inno alla sostenibilità in quanto la bici è un mezzo ecosostenibile, saranno 8.000 km ad emissioni 0 di co2 (escludendo la tratta in aereo). Uno dei miei obiettivi è spronare quanta più gente possibile a viaggiare in sella per il mondo o anche semplicemente ad utilizzarla come mezzo di trasporto nella quotidianità. Ancora conosco troppa gente che prende la macchina per andare a fare la spesa a 200 mt di distanza. In chiave sostenibile avrò le scarpe (fatte per buona parte di materiali riciclati), le camicie prese ai mercatini vintage e riadattate, le borse fatte con materiali resistenti che durano nel tempo. Sarà anche interessante durante il viaggio vedere usi e costumi in materia di ecosostenibilità”.

Quanto ci hai messo a pianificare questo “Viaggissimo”?

“Da due anni l’idea mi balenava nella testa, proprio quando avevo finito di leggere il libro a cui mi ero ispirata. Si comincia a pianificare quando ci si sente veramente pronti e quando si capisce che quest’idea non può più restare tale ma deve concretizzarsi. Il 2023 mi sembrava l’anno: inconsapevolmente coincidono i 25 anni delle Eurovelo e i 130 anni da quando Masetti partì. Poi sono nel bel mezzo di un cambio di vita importante. Mi ci sono voluti circa sei mesi.

A gennaio 2023 ho pensato ad una data di partenza, inizialmente doveva essere il 15 luglio proprio quando Masetti era partito 130 anni fa. Poi mi sono resa conto che a giugno c’è uno dei festival più importanti di cicloturismo, il BAM a Mantova e non potevo non considerare questa occasione come partenza. Da quel momento ho cominciato a capire bene le tempistiche indicative, prenotare voli aerei, spargere la voce, tracciare l’itinerario. Poi, ecco, per quanto si pianifichi… vince l’avventura!”.

Cosa ci vuole per poter intraprendere un viaggio di questo tipo?

“In realtà basta volerlo! Infatti, penso sempre che la mente compensi il corpo. Non deve essere una forzatura ma un qualcosa che viene dal profondo. Io non sono un’agonista e non lo sono mai stata. La bici è entrata nella mia vita quattro anni fa perché l’ho scoperta proprio come strumento di esplorazione del mondo. Mi sono innamorata subito di questa sua versione e di quanta libertà e adrenalina mi dava. Farò 8.000 km, mai fatto una lunghezza del genere, massimo sono arrivata a 1.000 km, però bisogna vedere questi km totali diluiti in cinque mesi, ecco che diventa fattibile.

Andrò al mio ritmo e so che ho tutto il giorno davanti per pedalare i km che mi sono prefissata. Niente di estremo, ma solo tanta voglia di mettermi in gioco, uscire dalla comfort zone, desiderio di scoperta e di imparare le numerose lezioni che il mondo e il viaggio ci danno. Quindi, per tutti quelli che vorrebbero fare una cosa del genere ma “non so se ci riesco, non so se posso ecc.” sono tutte scuse. Volere è potere! L’importante è adattare tutto alle proprie capacità e motivazioni personali”.