Salute in viaggio: i consigli per partire sicuri

Intervista a Paola Guerra, fondatrice e direttrice della Scuola Internazionale Etica & Sicurezza

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Malattie, catastrofi naturali, disordini politici: quando si viaggia può accadere di tutto. Se uno ci pensa non si muove più di casa. Fortunatamente non è così, anche se, talvolta, rinunciare a un viaggio, benché organizzato molto tempo prima, è la soluzione migliore.

SiViaggia ha intervistato Paola Guerra, fondatrice e direttrice della Scuola Internazionale Etica & Sicurezza, chiedendole alcuni consigli su come comportarsi nel caso in cui un viaggio può essere messo a rischio da eventi inaspettati. In una precedente intervista ci aveva anticipato un progetto rivolto alle agenzie di viaggio con leaflet specifici per chi viaggia. Ecco cosa consiglia.

Come e dove reperire informazioni sulla tutela della propria salute in viaggio?

“La salute in viaggio è molto importante, quando lavoriamo con le aziende le prepariamo a questo tema che spesso viene trascurato: l’unità organizzativa e i numeri da chiamare in caso di necessità (a volte basta avere anche solo l’aiuto di un medico che parla la tua lingua per fare fronte a un’emergenza sanitaria), la consultazione continua del sito della Farnesina ‘Viaggiare Sicuri’ per le informazioni dell’ultima ora sui rischi sanitari, ambientali, sociali o politici, i kit di pronto soccorso, la segnalazione periodica della propria posizione per poter intervenire con prontezza, i corretti comportamenti alimentari.

In questi giorni relativamente al Coronavirus anche il sito del Ministero della Salute e quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Prepariamo leaflet e campagne di comunicazione per i dipendenti delle aziende con le quali collaboriamo; le aziende hanno infatti la responsabilità e il dovere di informare i propri dipendenti sui rischi e la sicurezza quando viaggiano all’estero”.

Quali fattori dovrebbe considerare chi viaggia in caso di pandemie?

“Al primo posto, indubbiamente, chi viaggia in situazioni di alto rischio, come in caso di epidemie sanitarie, deve affidarsi a fonti di informazione sicure, certe. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Farnesina, le Ambasciate del proprio Paese sono fonti attendibili. Purtroppo non tutti gli enti governativi nei diversi Paesi dimostrano trasparenza e tempestività nell’informazione. Non ci si deve affidare ai social media e alle informazioni dell’ultimo minuto, al passaparola che spesso è fortemente influenzato da panico e paura.

I professionisti che devono spostarsi per lavoro possono rivolgersi alle loro aziende per avere informazioni puntuali e indicazioni sui rischi. La sicurezza dei propri dipendenti è sotto la responsabilità del datore di lavoro sempre, durante una trasferta e anche nel tempo libero. È una responsabilità ma anche un obbligo di legge. È l’azienda che deve attuare le misure di sicurezza necessarie per la specifica situazione e per quella zona di rischio. La valutazione del rischio deve comprendere i rischi relativi alla salute, agli infortuni, all’ambiente (terremoti o calamità), al terrorismo, alla delinquenza, solo per citare i più importanti.

Non ci capita raramente nel nostro lavoro di essere chiamati dalle aziende per valutare i rischi e arrivare, insieme, alla conclusione che sia meglio non intraprendere quel viaggio o quella trasferta, spostandolo di qualche tempo in attesa di muoversi in un perimetro più sicuro”.

Quali precauzioni dovrebbe prendere chi viaggia per non ammalarsi?

“Naturalmente, ci sono tutti gli accorgimenti a cui, forse, siamo più abituati: lavarsi molto spesso le mani, indossare mascherine se si è presenti nella zona calda dell’epidemia, non mangiare cibi freschi e utilizzare acqua confezionata. E poi il buon senso: usare gli strumenti tecnologici per un periodo di tempo, più conference call e meno viaggi…”.

Come consiglia di gestire le emergenze sanitarie in caso di un viaggio di piacere?

“Per le nostre vacanze è importante non scegliere destinazioni a rischio, è un approccio responsabile che mette in sicurezza noi prima di tutto, i nostri cari a casa e il nostro Paese e le strutture di soccorso e intervento.

Se, invece, ci si trova all’estero quando scoppia una grave situazione di emergenza sanitaria il consiglio è quello di contattare l’Ambasciata italiana per avere informazioni puntuali, attivare un ponte di contatto (telefono, whatsapp, mail…) con il proprio Paese (famigliari o amici) per dare la propria posizione e per avere informazioni dirette e senza filtri, non frequentare ambienti affollati e nemmeno ospedali se non strettamente necessario, utilizzare cibi e bevande confezionati, informarsi sulle modalità di rientro più veloci e sicure. Non dimenticarsi mai di acquistare una SIM telefonica locale, avere denaro contante a disposizione e salvare nella rubrica telefonica i numeri utili e di emergenza“.

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Fonte: 123rf
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