Piancastagnaio, il borgo antico arroccato su un ripiano

Un borgo dal fascino antico, incastonato nello splendido paesaggio del Monte Amiata, tra castagni secolari, monumenti unici e itinerari da scoprire

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Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

La Toscana è ricca di gioielli talvolta ancora poco noti, che vale la pena scoprire. Ad esempio, il versante sud-orientale del Monte Amiata svela lo splendido borgo di Piancastagnaio, un villaggio agricolo sorto probabilmente nel X secolo, che domina la valle del Paglia e la Cassia dal ripiano su cui è arroccato, e prende il nome dagli alberi di castagno che rendono unico e speciale il paesaggio che lo circonda.

Alla scoperta del borgo di Piancastagnaio

La storia di Piancastagnaio è la storia della sua Rocca, all’ombra della quale nacque il paese, dentro le cui mura si raccolsero le popolazioni che dalla Val di Paglia erano salite sul monte per trovarvi un rifugio sicuro. Nel Medioevo, le vicende del villaggio si sono intrecciate con quelle di Orvieto, Siena e Pitigliano, fino a che è stata acquisita dalla Repubblica di Siena tra il 1415 e il 1430.

Nel corso dei secoli, la Rocca Aldobrandesca è stata interessata da diversi restauri, tra cui il più recente nel 1990. Oggi è una delle attrazioni principali del borgo toscano, che attrae artisti e artigiani di importanza internazionale come sede prediletta per l’esposizione delle proprie opere. Lo spazio tra la Rocca e la chiesa di Santa Maria era un piccolo pianoro da cui si snodavano le vie che lo collegavano alle porte. Era naturale, quindi, che questa piazza sarebbe diventata il centro della vita paesana. Qui, tra il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà si trovava, in passato, la loggia della mercanzia, di fianco alla quale è stata costruita la Torre dell’Orologio, che anticamente veniva regolata da un signore retribuito in castagne.

Addentrandosi nel cuore del paese, si scoprono chiese ricche di fascino, come la Chiesa di San Francesco affacciata su un prato che accoglie un castagno secolare, al cui interno sono conservati frammenti di affreschi di scuola senese del Trecento. La chiesa è parte del Convento di San Bartolomeo, splendido complesso di fine ‘200, di stile medioevale, realizzato per volontà dal vescovo di Sovana. È composto da tre edifici con un elegante chiostro coperto, un ampio giardino e uno spazio verde di “belvedere” con vista sulla Val di Paglia. Grazie a un accurato restauro, sono ben visibili affreschi quattrocenteschi di grande pregio ed importanza che si sono aggiunti ai reperti storici artistici già presenti. Molti sono, inoltre, gli ambienti ben conservati e di pregio come l’antichissimo forno, la cantina con le botti di fine Ottocento, le sale che danno sul chiostro coperto, tra cui la sala Capitolare. Inserito nell’elenco delle dimore storiche, il convento è oggi uno spazio utilizzato per matrimoni ed eventi privati, ma ne è possibile la visita guidata il secondo venerdì del mese alle ore 17.00, prenotando entro il lunedì precedente.

Particolarmente suggestiva è anche la Pieve di Santa Maria Assunta (in origine Santa Maria de Cuntaria) nel centro storico del borgo, documentata dal 1118. Alla chiesa, priva di facciata, con copertura a capriate, finestre monofore e bifore e campanile romanico merlato, si accede al termine di una lunga scalinata posta sul fianco sinistro dell’edificio.

Al margine dell’abitato si trova, invece, l’imponente Palazzo Bourbon del Monte, che costituisce un’eccezione nel panorama dei feudi e una costruzione non comune nello stesso Granducato di Toscana dove, nel periodo a cavallo fra il ‘500 e il ‘600, non si hanno molte costruzioni di dimensioni analoghe nemmeno nelle grandi città. Il Palazzo è noto anche per ill misterioso Piatto delle Streghe: la fontana degli antichi giardini dell’edificio della quale è rimasta soltanto una pietra levigata dal tempo, tanto da somigliare a un piatto. La leggenda popolare narra che in questo luogo le streghe vi andassero a celebrare i loro riti.

Gli eventi imperdibili di Piancastagnaio

Ogni anno, il 18 agosto, si tiene la corsa del Palio delle Contrade di Piancastagnaio. Il borgo è suddiviso, infatti, in quattro contrade storiche: Borgo, Castello, Coro e Voltaia. Durante la giornata, i rappresentanti delle contrade sfilano in costumi tipici medievali. La corsa si svolge allo stadio comunale e i fantini corrono sui cavalli senza sella, o come si dice in gergo “a pelo”. La contrada vincente si aggiudica il cencio, il noto drappo di seta dipinto a mano.

Un altro appuntamento annuale imperdibile, dal 1967, è il Crastatone, la famosa sagra della “crastata” ossia la caldarrosta, che si tiene ogni anno nella settimana della festa dei Santi (1 Novembre) all’interno del centro storico. Durante la festa si possono degustare piatti tipici, molti a base di castagne, e vengono aperte cantine, stand, e banchetti lungo tutte le vie del paese, dove l’atmosfera si riempie di profumi e allegria. La pregiata Castagna del Monte Amiata IGP si raccoglie proprio in questo territorio, da metà settembre a metà novembre. Piatto tipico di Piancastagnaio è la Brodolese, una minestra di castagne, insaporita con il finocchio selvatico.

Itinerari ed escursioni

Dal borgo si sviluppano vari sentieri che permettono di effettuare escursioni sul Monte Amiata e nella Riserva Naturale del Pigelleto. Piancastagnaio è, inoltre, incluso nel Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, perché nel territorio, per l’esattezza in località Cancelli, si estraeva il cinabro (minerale del mercurio).

Se siete degli amanti del trekking potete dedicare qualche giorno alla scoperta dei numerosi percorsi dislocati su questa splendida montagna. I sentieri sono divisi per difficoltà, altimetria e tempi di percorrenza, e ci sono tante proposte anche per i bikers. Tra i percorsi più belli c’è La Strada della Castagna, situata all’interno di un territorio specifico del Monte Amiata indicato come Riserva Naturale del Pigelleto. La zona è ricoperta da boschi, in cui sono presenti sia l’abete bianco che il tasso, specie arboree in via di estinzione e sottoposte a un controllo rigoroso. Qui dimora anche un un variegato numero di animali e si possono avvistare uccelli rapaci e specie avicole meno conosciute. All’interno della Riserva c’è la Miniera di Siele, la prima miniera di cinabro attiva in Italia, e il villaggio minerario, entrambi visitabili.

Avventurarsi per i sentieri della Strada della Castagna significa ripercorrere la storia del popolo amiatino. Per giovare appieno di questi luoghi e facilitare la visita e l’osservazione, sono stati scelti all’interno di questo ampio territorio sette itinerari, tutti facilmente percorribili.

I percorsi in bicicletta e il viaggio su un treno d’epoca

Fare un tour in bicicletta è uno dei modi migliori per conoscere il territorio e vivere al meglio la natura nei dintorni di Piancastagnaio. Qui troverete 5 itinerari imperdibili: Itinerario ad anello per bici da Abbadia San Salvatore; Tappa San Quirico-Radicofani – Castello di Spedaletto; Versteckte Gasse; Paesaggi eroici – Campigliola, la Torre; Sorano Itinerario ad anello da Montebuono.

Si può inoltre vivere l’emozione di fare un giro nel Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia a bordo di un treno d’epoca che, partendo da Siena, si ferma in alcuni degli incantevoli borghi della zona come Buonconvento, Montalcino, Castiglione d’Orcia e Piancastagnaio.