Toscana: 5 piccoli borghi da scoprire all’ombra del monte Amiata

Tesori di storia, arte e natura nella parte più interna della Maremma

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Lorenzo Calamai

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Dopo quattro continenti, diciassette paesi, quindici capitali ha scoperto che il più delle volte quello che cerchi non è poi così lontano da casa.

Con le temperature che si alzano, le giornate che si allungano e i fiori che sbocciano sui rami, la primavera è la stagione ideale per l’esplorazione di nuove mete. Se vi piace spaziare con lo sguardo fra morbide colline coperte di ulivi e punteggiate dai vividi colori delle fioriture, con un campanile che si erge su ogni vetta a segnalare la presenza di un piccolo borgo in attesa di essere esplorato, il sud della Toscana potrebbe essere il luogo adatto a voi.

Nella zona del monte Amiata, gruppo montuoso di origine vulcanica che si erge nell’entroterra, potrete trovare tanti piccoli borghi immersi in un’atmosfera davvero senza tempo, dimenticati dai circuiti del turismo mainstream e come addormentati in un limbo sonnacchioso. Il visitatore può entrarvi in punta dei piedi, da un punto di vista privilegiato, senza filtri.

L’Amiata, la cui vetta raggiunge i 1738 metri, domina un’ampia zona di territorio fra la Val d’Orcia, la Val di Paglia e la parte più interna della Maremma grossetana. Quest’ultima zona, punteggiata di piccoli borghi, nasconde panorami naturali favolosi, per via delle sua conformazione e di una mano dell’uomo che ha modellato elegantemente il territorio. Storie e arte si abbracciano nel cuore dei paesi oggi scarsamente popolati, ma il cui retaggio è evidente camminando per i loro vicoli secolari.

Fonte: Lorenzo Calamai
Le pendici del Monte Amiata viste da Montegiovi

Castel del Piano, bellezza immutabile

L’area del monte Amiata, vetusto vulcano ormai spento da più di duecentomila anni, è poco densamente abitata, formata perlopiù da piccoli centri disposti lungo le valli del monte. Uno dei centri principali, punto di riferimento per tutti i servizi sia per gli abitanti delle vallate che per i turisti, è Castel del Piano.

Scriveva Enea Silvio Piccolomini, poi Papa Pio II, nella seconda metà del Quattrocento: “Ad occidente l’Amiata digrada fino alla Maremma e guarda Casteldelpiano (che è un paese situato alle radici del monte) e che per la bellezza del luogo, per la comodità della posizione e per l’amenità del paese, senza dubbio è il primo tra quanti sorgono su quel versante. È irrigato da fonti limpidissime e, fino a mezzo giro di mura, circondato da un fiumicello di acqua perenne. Quel nome gli fu dato perché sito su un ubertoso piano che si estende per circa un miglio, verdeggiante di alberi e ridente di prati e campi lavorati.”

Fonte: Lorenzo Calamai
Nel territorio di Castel del Piano si trova buona parte del massiccio del Monte Amiata

Parole ancora oggi autentiche, a testimonianza dell’immutabile bellezza che da questa cittadina si può ammirare.

Non è solo la bellezza del territorio circostante, però, a caratterizzare Castel del Piano: il centro storico raccolto tra le mura è, infatti, punteggiato di palazzi gentilizi ed edifici religiosi che spuntano dall’intricato reticolo di vicoli a nord di Corso Nasini, la via principale del centro che pullula di enoteche, ristoranti ed altri esercizi commerciali.

Montegiovi, una terrazza sull’Amiata

A poca distanza da Castel del Piano, e difatti sotto la giurisdizione municipale di quest’ultimo comune, ecco Montegiovi, un piccolissimo borgo arroccato sulla cima di un colle che domina le ondulate colline circostanti.

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Il borgo di Montegiovi, nella sua posizione panoramica

Il panorama è la ragione principale per recarsi a Montegiovi. La strada termina in Piazza della Vittoria, un largo balcone con una spettacolare vista sulle pendici dell’Amiata. Il borgo è piccolissimo, ma si possono riconoscere le antiche mura e la trecentesca chiesa di San Martino, che domina la parte centrale del paese.

Scorrendo con lo sguardo il panorama in direzione del Monte Amiata si possono indovinare i contorni dei corsi dei fiumi Ente e Vivo, due dei numerosi corsi d’acqua che sgorgano dalle pendici dell’antico vulcano. Alla confluenza tra loro, danno vita a uno spettacolare susseguirsi di piscine naturali, riparate dall’ombra dei boschi, meta dei giovani del luogo durante le calde estati della Toscana meridionale

Rocchette di Fazio, vestigia di un passato nobile

Frazione del comune di Semproniano, Rocchette di Fazio è un tipico e scenografico borgo medievale, arroccato su una rupe calcarea, alle porte della Riserva naturale Bosco dei Rocconi, in cima alla quale svettano i ruderi dell’imponente Rocca aldobrandesca un tempo simbolo dell’abitato.

In epoca medievale centro di rilevanza militare e strategica, Rocchette di Fazio ha perso sempre di più d’importanza nel corso del tempo e oggi è una località sostanzialmente disabitata, ma ben tenuta da chi possiede appartamenti usati a fini turistici o come seconda casa.

Fonte: Lorenzo Calamai
Il borgo di Rocchette di Fazio, con le sue facciate in pietra

Il paese si snoda in pochi vicoli acciottolati, nella piazza principale si trova un ristorante con orari di apertura intermittenti e il silenzio avvolge le pietre della Rocca e della Pieve di Santa Cristina, i due edifici monumentali del borgo.

Intorno, fitti boschi si snodano in precipitosa discesa verso la sottostante valle dell’Albegna, il terzo fiume più lungo di Toscana. Un sentiero collega il paese alle cosiddette Strette dell’Albegna, un canyon scavato dal fiume in un tratto dove ampie pareti di roccia bianchissima lo circondano. Un luogo naturale magico e ideale per un picnic.

Santa Fiora, il centro turistico dell’Amiata

Uno de I Borghi più belli d’Italia, Santa Fiora ha buona fama e sorge a sud-ovest del Monte Amiata, a metà strada tra Castel del Piano e Roccalbegna. Ha un delizioso centro storico di chiaro stampo medievale, fatto di vicoli e stradine pavimentate, archi e porte che ne muovono il panorama urbano e una composizione su più livelli, ovvero i terzieri di Castello, Borgo e Montecatino.

Il terziere del Castello è quello che coincide con il centro storico, dove visitare la Pieve delle sante Flora e Lucilla decorata delle opere dei Della Robbia, il palazzo Sforza e il suo Museo delle Miniere di Mercurio, eredità di un passato cruciale per la regione: nella non lontana Abbadia San Salvatore, tra i primi del Novecento e gli Anni Settanta, è stata aperta una delle più grandi miniere di mercurio al mondo.

Fonte: Lorenzo Calamai
Santa Fiora, terziere Castello

Perdersi a passeggio nelle antiche vie del borgo è una delle attività più attraenti del terziere principale. Il terziere di Borgo si trova a sud del centro, leggermente più in basso rispetto alla sommità della collina su cui sorge la cittadina. Qui si trovava il ghetto ebraico di Santa Fiora, dal XVI al XVIII secolo. La piazza del Ghetto è una delle poche in città con un unico ingresso da cui si entra e si esce, ornata dalla Chiesa di Santa Chiara.

Infine, ancora più in basso ecco il terziere Montecatino con la grande Peschiera del XVI secolo, costruita attorno alle sorgenti del fiume Fiora per raccogliere e convogliarne le acque. L’adiacente Chiesa della Madonna della Neve ha un pavimento a vetrate che consente di vedere le acque del fiume sgorgare proprio sotto i propri piedi.

Roccalbegna, uscito da una fiaba

Percorrendo la statale 323 del monte Amiata in direzione sud non è subito facile realizzare la straordinarietà del luogo verso il quale ci si sta dirigendo, Roccalbegna. Sarà solo una volta attraversata e lasciata la cittadina che, guardandosi indietro, si rimarrà a bocca aperta, osservando la rocca che sorge sulla vetta della rupe che domina, anzi incombe, sull’abitato: un borgo medievale che neanche il miglior autore avrebbe potuto immaginare.

Fonte: Lorenzo Calamai
Roccalbegna, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Oltre ad una panoramica passeggiata per ammirare la vista dalla Rocca aldobrandesca che domina il paese dalla vetta della rupe, Roccalbegna merita una passeggiata per ammirare la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nella piazza centrale dove si affaccia la Torre Civica con il suo orologio. All’interno della Chiesa si trova una prestigiosa pala d’altare, che raffigura una Madonna col bambino, attribuita ad Ambrogio Lorenzetti (1340 ca.).