Palestrina, l’antica Praeneste alle porte della Capitale

Sorta sull'antica città latina di Praeneste, Palestrina custodisce un patrimonio storico, archeologico e architettonico di grande valore e bellezza

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Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Il panorama abbraccia la campagna a sud di Roma, la storia che si respira qui ha circa tremila anni. Dalle pendici del Monte Ginestro, propaggine dei Monti Prenestini, Palestrina si apre come uno scrigno di ricchezze artistiche, archeologiche e culturali che provengono da un passato lontano, sopravvissuto in reperti preziosi e da essi raccontato a chi è venuto dopo.

L’attuale centro abitato sorge, infatti, sull’antica città latina di Praeneste, dove venne edificato uno dei più importanti complessi sacri di età medio-repubblicana. Una visita a questo suggestivo borgo laziale regala, così, scoperte inaspettate, a pochi chilometri dalla Capitale.

Le origini di Praeneste, avvolte nel mito

Antiche leggende attribuiscono la fondazione della città di Praeneste a miti diversi. Il geografo e storico Strabone riporta come fondatore Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, oppure l’eroe eponimo Prainestos, figlio del re Latino. Virgilio, invece, fa risalire le origini della città a Caeculus, figlio del dio Vulcano, ritrovato in fasce presso alcuni fuochi che l’avrebbero nascosto alla vista degli uomini.

L’indagine archeologica attesta le prime fasi di occupazione dell’area di Palestrina al cosiddetto “secondo periodo laziale”, verso la fine dell’VIII secolo a.C., epoca a cui risalirebbero i pochi oggetti di corredo rinvenuti nelle sepolture scavate ai margini dell’antica via Prenestina.

Pochi dati che però hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un abitato protostorico, la cui localizzazione esatta è ancora incerta, che era forse strutturato in comunità sparse in diversi villaggi, secondo un sistema diffuso nel Lazio dell’epoca. Anche per il periodo successivo, la cosiddetta epoca “orientalizzante” in cui un’incredibile fioritura investì la città di Preneste – fine VIII-fine VII secolo a.C. – le necropoli continuano a fornire preziose informazioni sulla città dei vivi.

Viaggio tra i tesori antichi di Palestrina

Siamo a circa 43 km da Roma, e la prima tra le attrazioni principali di Palestrina che ci riporta indietro nel tempo è il Santuario della Fortuna Primigenia, che rientra nelle serie di grandi santuari romani del Lazio, insieme al Tempio di Giove Anxur a Terracina e al Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli . I pellegrini accorrevano da ogni parte della regione per accogliere i responsi delle sue sacerdotesse. Qui si svolgeva anche il rito delle matres castissimae, che vedeva le offerte delle donne della città e delle loro figlie in onore della dea Fortuna.

Il santuario è composto da terrazzamenti sviluppati su sei livelli che si inerpicano lungo le pendici della collina, collegati da rampe e scale, con porticati e spazi disposti ad emiciclo, ninfei e colonnati che si alternano in un tripudio di scultura e architettura. L’ultima terrazza ha le sembianze di una cavea teatrale, circondata da un portico e con al centro un piccolo tempio, di cui oggi sono visibili solo le fondamenta.

Sulla cima, si vede svettare in tutta la sua eleganza Palazzo Colonna Barberini, gioiello del centro storico di Palestrina, dalle cui finestre si può scorgere un emozionante panorama sulla vallata verdeggiante. Venne costruito intorno alla metà dell’XI secolo, riutilizzando le strutture superiori del Santuario della Fortuna Primigenia, risalenti al II secolo. Quello che ammiriamo oggi, però, non è l’edificio originale, distrutto prima nel 1298 e di nuovo nel 1437, quindi ricostruito da Francesco Colonna, al quale si deve il pozzo antistante la facciata e la chiusura del colonnato che sormontava l’antico teatro.

Lungo il fronte occidentale dell’antica residenza dei principi di Palestrina, insediatisi qui a partire dal 1630, si estende la parte privata del Palazzo, tuttora residenza del principe Benedetto. La parte pubblica, invece, è oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, donata allo Stato negli Anni 50 del Novecento, che ci permette di farci un’idea ancora più precisa e dettagliata dell’antica Praeneste e del suo territorio, grazie a reperti che abbracciano i principali aspetti della storia, della cultura e delle produzioni artistiche di una delle più fiorenti città del Lazio antico.

Il Palazzo ha un accesso privato, situato nella laterale Via dei Merli, che conduce al giardino del principe, lo scenografico Ninfeo Barberini, realizzato nella seconda metà del Seicento. Da qui si accede alle stanze visitabili dell’appartamento tra le quali spicca il Salone di Urbano VIII, un ambiente interamente affrescato dove il pontefice amava accogliere gli ospiti durante i suoi soggiorni a Palestrina. Lo spettacolo prosegue affacciandosi dal giardino d’inverno sulla terrazza della chiesa di Santa Rosalia, la cappella palatina dei principi Barberini, da cui si gode di una vista mozzafiato su tutto il paesaggio circostante.

Dopo aver acquistato il Feudo di Palestrina dai Colonna, i Barberini intrapresero molti interventi urbanistici, tra cui la costruzione di Porta del Sole, su progetto di Francesco Contini, che oggi si può ammirare in tutto il suo splendore grazie anche al grande restauro effettuato nel 2007, che ha fatto venire alla luce, nell’area antistante, un tratto delle mura poligonali con attigua strada romana.

Porta del Sole a Palestrina
Fonte: iStock
L’affascinante Porta del Sole

Gli altri gioielli del centro storico

Lasciando indietro il santuario dedicato alla dea Fortuna e il museo, la visita al borgo prenestino prosegue con gli edifici religiosi che si affacciano sul foro dell’antica Praeneste. Lo sguardo spazia da un tesoro all’altro di questo ricco patrimonio, tra la splendida Basilica-Cattedrale di Sant’Agapito martire, costruita tra il VII e VIII secolo e consacrata nel 1117, la Chiesa e il convento di San Francesco, edificato nel XV secolo, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e il convento carmelitano del XVII secolo, la Chiesa di Santa Lucia, che nasconde al suo interno ricche e suggestive decorazioni.

Nei pressi della Cattedrale, in piazza Piazza Regina Margherita, ci si imbatte in uno dei più importanti siti archeologici di Palestrina: l’Antro delle Sorti. Per molto tempo, questo spazio venne ritenuto una sorta di “santuario inferiore” e solo più tardi riconosciuto come foro. Secondo una leggenda fu proprio qui che un uomo avrebbe trovato delle tavolette lignee oracolari, o tavole della sorte. Oggi si può accedere a questo sito acquistando il biglietto per visitare il Museo Archeologico Nazionale. Tra i reperti più interessanti, il mosaico dei pesci, e il celebre mosaico del Nilo, conservato nello stesso museo.

Cosa vedere nei dintorni di Palestrina

I pregevoli monumenti dislocati nei dintorni di Palestrina accrescono l’interesse per questo splendido borgo laziale. Allontanandosi di poco dal centro, si scoprono gli affascinanti resti della Villa di Adriano, area archeologica che sorge a oltre 1,5 km dal Santuario della Fortuna Primigenia di Praeneste.

Percorrendo le strade tortuose che si snodano tra i Monti Prenestini, si raggiunge il caratteristico borgo di Guadagnolo, arroccato sulla parte più alta del gruppo montuoso, mentre continuando per un altro chilometro e mezzo circa si giunge al suggestivo Santuario della Mentorella, meta di numerosi pellegrinaggi.

Altra attrazione imperdibile è il Castello Colonna a Genazzano, uno dei più maestosi palazzi fortificati della regione. Imperdibile una visita al borgo di Castel San Pietro Romano, dominato dalla famosa Rocca dei Colonna. A circa 7 km da Palestrina,  Zagarolo è un altro grazioso borgo della campagna laziale, con il suo Palazzo Rospigliosi che ospita anche il Museo del Giocattolo. Se siete in visita a Gallicano nel Lazio, non perdetevi un percorso immerso nel verde tra i resti di antichi acquedotti romani. Qui ci si imbatte anche in una vera chicca moderna: una casa-ufo diventata un’attrazione ai confini della realtà per i visitatori e la gente del posto.