Tra le gemme della nostra Penisola ci sono i bacini formatisi in seguito alla deposizione del materiale sospeso nelle acque marine, parallelamente alla linea di costa, che può dare origine a lunghe lingue sabbiose. Questi cordoni litoranei generano stagni, lagune o laghi costieri composti di acqua salmastra, ambienti quasi in bilico tra terra e mare. La loro natura complessa conferisce a questi habitat un grande valore naturalistico e paesaggistico, e tuttavia solo le specie che presentano particolari adattamenti fisiologici riescono a sopravvivere. Scopriamo alcuni dei laghi costieri più affascinanti d’Italia.
Indice
È in Puglia il lago costiero più grande d’Italia
Specchio d’acqua salmastra di circa 60 kmq, con una profondità di 5,5m, il lago di Varano è il bacino costiero più grande del nostro Paese. Tra i più famosi della Puglia, insieme al lago di Lesina, è una gemma del Gargano che vale la pena visitare. Anche se tradizionalmente è chiamato ‘lago’, è in realtà una laguna scavata nella roccia calcarea, alimentata da circa 240 sorgenti sotterranee e non, provenienti dai monti vicini, e separato dal Mare Adriatico attraverso un lembo di terra lungo appena un chilometro, denominato ‘Isola di Varano’, coperta di pini, eucalipti e altre piante.
La laguna comunica con il mare attraverso due canali: la foce di Varano, ad est, e la foce di Capojale a ovest. Incastonato tra il promontorio di Monte Devio e la punta di Rodi Garganico, grazie agli scambi idrici con il mare vanta un’importante varietà di pesci che si dirigono in queste acque per deporre le uova. Stando a quanto attestano gli scritti di Plinio il Vecchio, nel I sec. d.C. il lago di Varano e quello di Lesina, più ad ovest, erano golfi naturali e fungevano da approdo per i Crociati diretti a Gerusalemme. Oggi, la bellezza del paesaggio che circonda le lagune le rende mete molto ambite da chi ama fare escursioni in kayak e in canoa o emozionanti giri in barca.
I laghi costieri del Parco Nazionale del Circeo
La zona costiera del Parco Nazionale del Circeo ospita ben quattro laghi di grande importanza naturalistica. Sono separati dal mare da strisce di terra e vedono la conformazione attuale ridisegnata durante la bonifica delle paludi pontine. Per le loro caratteristiche, sono classificati come zone umide di importanza internazionale.
- Il lago di Fogliano, situato in un’area che è stata abitata dall’uomo sin dalla preistoria, ha avuto il suo massimo splendore nel Settecento quando i Caetani edificarono un piccolo borgo di pescatori attorno al loro casino di caccia e Villa Fogliano, splendide costruzioni ancora oggi visitabili. La zona è arricchita inoltre da uno splendido orto botanico ed è luogo di sosta di molteplici tipologie di migratori.
- Il lago di Paola (conosciuto anche come lago di Sabaudia) è più grande, si estende tra terra e mare in lunghi bracci frastagliati che formano insenature incredibilmente affascinanti. Come per il lago di Fogliano, anche qui ci sono tracce dell’uomo risalenti al periodo preistorico. Un luogo di interesse da visitare sulle sue sponde è il santuario della Soresca, edificato dai monaci benedettini tra il XII e il XIV secolo.
- I laghi dei Monaci e di Caprolace sono molto più piccoli e meno conosciuti, il loro paesaggio infatti risulta più selvaggio e incontaminato, ma altrettanto ricco di specie animali e vegetali. Anche qui è possibile praticare il birdwatching e immergersi in passeggiate che regalano scorci suggestivi.
Dalla Toscana alla Sicilia, alla scoperta di habitat unici
In Toscana, in provincia di Lucca, con il lembo meridionale appartenente alla provincia di Pisa, vicino all’omonima frazione di Massarosa si trova il lago costiero di Massaciuccoli, che con l’area palustre intorno fa parte del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli e di un’oasi LIPU, in virtù delle numerose specie di uccelli presenti.
Scendendo più a sud, si incontra la laguna di Orbetello, nella Maremma grossetana, un paradiso naturalistico che attira moltissimi visitatori in ogni stagione, zona protetta e gestita dal Fondo mondiale per l’ambiente, in buona parte coperta dalla macchia mediterranea, dominata dal Monte Argentario. Nel comune di Capalbio troviamo, invece, il lago di Burano, laguna salmastra costiera, separata dal mar Tirreno da una stretta fascia di dune, che costituisce uno dei tratti costieri naturalisticamente meglio conservati della regione.
In Campania, il lago Fusaro è il secondo lago dei Campi Flegrei per grandezza, dopo il lago di Patria. Gli allevamenti del lago, situato a Bacoli, vengono menzionati ne “Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas, quando il conte fa servire a tavola nella sua casa di Auteuil una lampreda proveniente da queste acque. Tra le sue attrazioni c’è la Casina Vanvitelliana, uno splendido gioiello di architettura tardo barocca, costruito nel 1782 dall’architetto Carlo Vanvitelli, figlio del celebre Luigi (autore della Reggia di Caserta) su commissione di Ferdinando IV di Borbone. La residenza occupa una piccola emersione di terra all’interno del lago e fu adoperata come luogo di riposo dopo le battute di caccia e di pesca del re.
Il Biviere di Gela è, invece, il più grande lago costiero della Sicilia. Nel 1997, è stata istituita La Riserva Naturale orientata Biviere di Gela, una delle più importanti zone di migrazione e di sosta degli uccelli acquatici che passano qui il lungo inverno prima di tornare nel Nord Europa.
Valli di Comacchio, tra patrimonio naturalistico e importanza storica
Simili per caratteristiche ai laghi costieri, sono gli ampi bacini modificati dall’uomo per la pesca. Tra questi, spiccano le rinomate Valli di Comacchio, in Emilia-Romagna, separate dal mare da un cordone sabbioso largo un paio di km e sul quale corrono paralleli la Statale Romea ed il Fiume Reno. Il sito comprende ciò che resta delle vaste valli salmastre che sino a un secolo fa caratterizzavano la parte sud-orientale della provincia di Ferrara e che ancora oggi costituiscono il più esteso complesso di zone umide salmastre della regione e uno dei più importanti del Sud Europa.
Incluso nel Parco Regionale del Delta del Po, stazioni “Valli di Comacchio” e “Centro storico di Comacchio”, il comprensorio vallivo è classificato come zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e conserva, oltre a un grande patrimonio naturalistico, anche preziose testimonianze storico-colturali legate al porto etrusco di Spina e alla presenza di numerosi casoni e lavorieri, grandiosi insediamenti e adattamenti di canali e specchi d’acqua alla cattura e all’allevamento di pesci – in particolare di anguille – di cui permane in Comacchio memoria della storica manifattura di trasformazione, custodita e tramandata al Museo dei Marinati.