Maldive, l’arcipelago di isole più sostenibili al mondo

Alcuni importanti provvedimenti hanno riportato gli atolli maldiviani al loro stato naturale

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

All’inizio erano paradisi incontaminati. Poi sono arrivati gli italiani, i primi a lanciare il turismo organizzato alle Maldive, e poi ci sono arrivati tutti gli altri, fino a trasformare (quasi) ogni piccolo atollo in un resort, lasciando poco spazio alla natura.

Con i problemi dovuti al cambiamento climatico, alle correnti calde anomale come il Niño e la Niña (tra il 70% e il 90% del corallo delle Maldive è stato distrutto dallo sbiancamento), all’innalzamento del livello del mare, all’inquinamento dalle plastiche e agli stravolgimenti ambientali a un certo punto questi paradisi meravigliosi rischiavano di scomparire. Per fortuna sono intervenuti prontamente con diversi provvedimenti che hanno riportato gli atolli maldiviani al loro stato naturale.

Le barriere coralline e i loro ecosistemi possono ancora essere recuperati, grazie ai progetti di conservazione messi in atto in alcune zone delle Maldive. Dal 2005 la società di consulenza Reefscapers partecipa a progetti di recupero delle barriere coralline maldiviane, con le sue tecniche pionieristiche e innovatrici che utilizzano supporti di varie forme per ricomporre la struttura dei coralli, che possono crescere a un ritmo di 10-15 centimetri l’anno.

Questo metodo autoportante di diffusione dei coralli sta rapidamente trasformando le barriere coralline e i fondali marini sabbiosi in floridi ecosistemi, che offrono riparo a pesci e crostacei. I supporti per i coralli vengono progettati e prodotti su un’isola dell’atollo di Baa, costituendo un’iniziativa unica che dà anche impiego a molti abitanti del luogo e permette loro di diventare parte attiva nelle attività legate al turismo e alla salvaguardia ambientale. Alle Maldive, molti resort hanno creato attività di salvaguardia rivolte agli ospiti come tour di snorkeling e trapianti di coralli per informare i visitatori sul rinnovamento delle barriere.

Il mare qui è tutto. Qui vige una regolamentazione ferrea della pesca per mantenere la popolazione dei pesci e preservare l’incredibile vita sottomarina. La pesca nella barriera corallina è severamente vietata nelle riserve marine. Inoltre, sono state implementate numerose iniziative per garantire il benessere e la sicurezza della vita sottomarine. Per esempio, sono stati aperti in tutto il Paese diversi centri di recupero delle tartarughe, dove biologi marini e veterinari hanno accesso a strutture dotate di laboratori, raggi X, ultrasuoni e risorse chirurgiche per curare le tartarughe ferite.

Si è fatto molto anche per trasmettere la cultura della sostenibilità ambientale alla popolazione locale. Alcune organizzazioni non governative hanno avviato diversi programmi di formazione che comprendono diverse attività, tra cui la pulizia regolare delle spiagge e delle barriere coralline, lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili, lezioni di pesca responsabile e molto altro. Ai maldiviani è stato raccomandato, inoltre, di non disperdere i propri rifiuti non biodegradabili e di utilizzare bottiglie d’acqua eco-friendly, ma anche di non toccare o rimuovere i coralli mentre praticano snorkeling o immersioni.

Il problema della plastica nell’oceano stava diventando oltremodo serio. Nel 2019, durante il discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, il Presidente delle Maldive Ibrahim Mohamed Solih aveva annunciato un ritiro progressivo dal Paese di tutti gli articoli fatti di plastica che saranno eliminati gradualmente entro il 2023. Inoltre, nel 2018 è stato inaugurato il primo impianto di riciclaggio delle materie plastiche del Paese, realizzato dal gruppo no profit Parley for the Oceans . Il “laboratorio della plastica” si trova nella Capitale Malé e ha una capacità di lavorazione di 500 kg di materiale al giorno. Alcuni resort dell’isola hanno sviluppato impianti di riciclaggio propri, alcuni dei quali sono in grado di immagazzinare fino a 360 tonnellate di rifiuti, oltre a trasformare in modo innovativo le bottiglie di plastica in simpatiche borse. Il prossimo souvenir che porterete via della Maldive, quindi, non dovrà essere una conchiglia e neppure una manciata di sabbia, ma una bella borsetta nuova.

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Fonte: Visit Maldives
@Visit Maldives