Leggenda o realtà? Questa è la vera storia della valle perduta

Furono molte le persone che tentarono di raggiungere la valle perduta. Volete sapere cosa è successo?

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Redazione

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C’è stato un tempo in cui la valle dell’oro, a ridosso del Monte Rosa, sembrava vicina, come non lo era mai stata: era il luglio del 1778 e sette giovani gressonari, tentarono l’impresa di valicare il massiccio montuoso per raggiungere la valle perduta.

Per conoscere la storia della leggenda dobbiamo fare, però, un passo indietro, ai tempi in cui i walser scelsero di migrare in un luogo meraviglioso, dove i pascoli erano sempre verdi e i prodotti della terra erano più abbondanti che mai.

La leggenda della valle perduta, in tedesco, das verlorene thai, si tramanda da secoli e la sua origine è collegata proprio ai walser, la popolazione germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Per ripercorrere le origini dobbiamo tornare indietro nel tempo, esattamente nel XIII secolo, poco prima dell’inizio di quella che è stata definita la piccola era glaciale.

A quei tempi, infatti, le popolazioni vallesi si spinsero oltre il Massiccio del Monte Rosa scoprendo un luogo ricco e fiorente. Con la glaciazione, però, quel territorio fu inghiottito dai ghiacciai e nacque la leggenda della valle perduta tramandata dalle popolazioni di Gressoney, Alagna e Macugnaga.

Eppure qualcuno sostiene che nelle antiche carte geografiche del 1600 era segnata una valle longitudinale tra la Valle d’Aosta e il Vallese. Qualcuno alla leggenda del das Werlorne thal ci ha creduto davvero: doveva per forza esistere un territorio al di là dei grandi ghiacciai del Monte Rosa.

In tanti provarono a salire le alte regioni del massiccio montuoso. Ma l’impresa rimasta alla storia è quella del 1778, a opera di sette gressonari che sono partiti alla ricerca della valle perduta. C’è stato un momento in cui credevano davvero di averla trovata, arrivati nei pressi di una roccia emergente dalle nevi in prossimità del Colle del Lys, denominata poi la roccia della scoperta, videro una valle ricca di pascoli e di boschi che per molti era in realtà la valle di Zermatt.

Non riuscirono a scendere a valle reputando, a quei tempi, l’impresa impossibile. Decisero di tornare il mese successivo e il 15 agosto raggiunsero la sommità del ghiacciaio del Lys, oltre i 4.000 metri. Non trovarono la valle perduta, ma quello che fecero segnò l’inizio della conquista alpinistica della montagna.

Volete sapere come andò a finire? Horace Bénédict de Saussure, undici anni dopo, durante nel suo voyage scrisse: “Grande fu il mio stupore quando tutti i paesani mi risposero trattarsi di una favola”.