Il giardino della Kolymbethra, un paradiso nella Valle dei Templi

Concludete la vostra visita alla Valle riposandovi in questo luogo incantato, immersi tra macchia mediterranea e profumo di agrumi

“Una piccola valle che, per la sua sorprendente fertilità, somiglia alla valle dell’Eden o a un angolo delle terra promessa”. Così il pittore e viaggiatore francese Richard de Saint-Non descriveva il Giardino della Kolymbethra alla fine del ‘700. Ma ancora oggi i visitatori che si imbattono in questo paradiso ai piedi della Valle dei Templi rimangono estasiati davanti alla sua bellezza.

Questo meraviglioso angolo di Sicilia ha molto da offrire, e nella stagione estiva migliaia di turisti arrivano da tutto il mondo ad ammirare i maestosi templi di Agrigento. Allo stesso modo, sono meravigliati dal giardino capace di regalare ombra con i suoi olivi secolari e profumi unici al mondo che arrivano dai suoi agrumi. Il degno completamento di una visita al Parco Archeologico della Valle dei Templi, dove potrete riposarvi, cercare ristoro tra zagare e limoni, mandorli, fichi d’india e gelsi e ammirare il Tempio dei Dioscuri da una prospettiva unica.

Mentre siete seduti all’ombra di un olivo ascoltate la storia di questo giardino immerso tra il profumo delle piante e la macchia mediterranea. La Kolymbethra esiste fin dai tempi di Akragas, l’antica città fondata dai greci nel VI secolo A.C. oggi identificabile con Agrigento. Il nome si riferisce alla grande vasca voluta dal tiranno Terone per raccogliere le acque che confluivano dalle gallerie artificiali. Una sorta di bacino idrico “della grandezza di sette stadui”, come scrive Diodoro Siculo nella “Biblioteca Historica”. La sua costruzione sarebbe attribuita all’architetto Feace.

Nei secoli successivi il giardino passò sotto il possedimento della Chiesa e venne curato dagli abati della Badia Bassa, che vi introdussero le piante di agrumi e una coltivazione di canna da zucchero. Della Kolymbethra si presero poi cura alcuni contadini di Agrigento, fino agli ultimi decenni del ‘900. Da allora cadde in stato di abbandono, ma grazie all’intervento del Fondo Ambientale Italiano è stato recuperato e portato al suo antico splendore.

Oggi è un sito aperto al pubblico, dove oltre alle bellezze del giardino potrete visitare anche il percorso degli ipogei, usati per la costruzione dell’antica rete idraulica e da cui sgorgavano le acque per l’irrigazione.