Dolci colline punteggiate di ulivi, borghi e castelli medievali, palazzi rinascimentali, laghi pittoreschi, acque termali, necropoli etrusche, parchi meravigliosi. E tutto a circa un’ora da Roma. Questo e molto altro è racchiuso nell’incantevole e vasto territorio della Tuscia, ancora poco battuto dal turismo di massa e quasi sconosciuto a gran parte dei visitatori stranieri, o spesso trascurato a favore della più rinomata Toscana. Fino poi a scoprire che l’antica terra degli Etruschi è una delle zone con “alcune delle migliori attrazioni d’Italia”. A dirlo è Laura Itzkowitz, autrice di un lungo articolo pubblicato sulla guida di viaggi statunitense Fodor’s, in cui racconta il suo lungo e affascinante tour alla scoperta della Tuscia e dei suoi tesori.
Indice
Alla scoperta della Tuscia: l’Antichissima Città di Sutri
Il territorio della Tuscia ha origini antichissime. Il nome indicava un’area molto vasta che comprendeva tutta l’Etruria, ossia la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale. Oggi viene identificata con la provincia di Viterbo, anche se le testimonianze storiche arrivano a toccare, a sud, la zona del Lago di Bracciano e di Veio. In questa splendida area dell’Italia centrale, che si estende dalla pianura interna ai monti Cimini, allungandosi fino al Mar Tirreno, si succedono tante meraviglie inaspettate.
A cominciare dall’Antichissima Città di Sutri, prima tappa del viaggio dell’autrice. Il borgo sorge su un imponente rilievo tufaceo che domina la via Cassia, con tutta la sua bellezza rimasta immutata nel tempo. Tante le attrazioni che racchiude, tra cui lo scenografico anfiteatro romano, considerato unico nel suo genere, perché scavato interamente nel tufo.
Così come nel tufo nasce la necropoli etrusca e il Mitreo (conosciuto anche come Chiesa della Madonna del Parto), che anticamente fungeva da tempio pagano dedicato al dio Mitra, situato ai piedi del Colle Savorelli, all’interno del Parco Archeologico di Sutri.
Caprarola con lo splendido Palazzo Farnese
Il viaggio tra le attrazioni più belle della Tuscia Viterbese continua a Caprarola, custode dello splendido Palazzo Farnese, capolavoro dentro e fuori, una delle molte dimore signorili costruite dai Farnese nei propri domini. Inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, ma quando, nel 1547, il cardinale Alessandro il Giovane affidò il completamento dell’edificio al Vignola, questi modificò radicalmente il progetto originale, trasformando la costruzione in un imponente palazzo rinascimentale.
Il famoso architetto fece tagliare la collina con scalinate in modo da isolare il palazzo e, allo stesso tempo, integrarlo armoniosamente con il territorio circostante. Fu, inoltre, aperta una strada rettilinea nel centro del paesino sottostante, così da collegare visivamente il palazzo alla cittadina ed esaltarne la posizione dominante su tutto l’abitato.
All’interno della sontuosa dimora, diventata la residenza estiva del cardinale e della sua corte, lavorarono alcuni dei migliori pittori e architetti dell’epoca. Alla villa sono annessi, inoltre, i bellissimi “Orti farnesiani”, splendido esempio di giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti alle spalle della dimora, arroccati sul colle su cui sorge la costruzione e collegati dal Vignola con la villa attraverso dei ponti.
Viterbo, gioiello medievale della Tuscia
La tappa successiva è Viterbo, capoluogo della Tuscia, con il suo assetto monumentale tra i più importanti del Lazio. Il prezioso patrimonio architettonico e artistico colpisce chiunque lo scopra. A cominciare dal Palazzo dei Papi, tra i simboli della città, realizzato come ampliamento della sede della Curia vescovile.
Vi si può ammirare la splendida Loggia delle benedizioni, eretta nel 1267, che si apre sulla piazza con un gioco di archi sorretti da colonnine, e la maestosa Aula del Conclave, famosa per aver ospitato il primo e più lungo conclave della storia (durato 33 mesi).
Ma il vero gioiello di Viterbo è il Quartiere San Pellegrino, uno dei quartieri medioevali più grandi d’Europa. Un susseguirsi di torri, vicoli, archi, piazzette, strade tortuose e i caratteristici ‘profferli’, cioè scale esterne, che fanno immergere i visitatori nelle affascinanti atmosfere del passato.
Parco dei Mostri di Bomarzo, tra sogno e realtà
Tra le attrazioni più incredibili della Tuscia, celebrate dagli stranieri, c’è il Parco dei Mostri di Bomarzo. Conosciuto anche con il nome di “Sacro Bosco” o “Villa delle Meraviglie”, questo particolare giardino all’italiana è un’autentica meraviglia sospesa tra realtà e fantasia, dove si incontrano natura, arte, magia e letteratura. Allo sguardo dei visitatori svela grottesche sculture in basalto ritraenti animali mitologici, divinità, creature inquietanti, e ancora indovinelli e iscrizioni che ne fanno uno di quei luoghi da vedere almeno una volta nella vita.
Fu fatto costruire da Vicino Orsini, presumibilmente tra il 1552 ed il 1580, e costituisce un unicum nel panorama mondiale dell’arte, un misterioso complesso monumentale che solletica con le sue creature l’immaginario di chi vi si addentra.
Scienziati, storici e filologi hanno tentato più volte di spiegare il labirinto di simboli, finendo per trovare temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale. Tuttavia, è probabile che l’intenzione fosse quella di creare una sorta di percorso iniziatico, nato “Sol per sfogare il core”, come recita l’iscrizione su un pilastro. O per riempire di meraviglia gli occhi di chi lo attraversa.
Bolsena e Trevinano, un viaggio indietro nel tempo
Tra le ultime destinazioni di questo viaggio alla scoperta della Tuscia e dei suoi tesori unici c’è lo splendido borgo di Bolsena. Adagiato sulle sponde del lago vulcanico più grande d’Europa, l’affascinante cittadina regala un’immersione unica nelle atmosfere del passato. Un luogo in cui i principali elementi si sono fusi insieme, dando vita a un panorama irripetibile.
Oltre alle imperdibili passeggiate sull’incantevole lungolago, a scorci mozzafiato, a viuzze e piazze ricche di fascino e storia, Bolsena è anche nota per essere un’importante tappa della Via Francigena e ‘la città del miracolo eucaristico’. Sarebbe avvenuto nell’estate del 1263: durante la celebrazione della messa, al momento della consacrazione l’ostia avrebbe sanguinato.
Questo incredibile viaggio alla scoperta della Tuscia si conclude, infine, nel piccolo e grazioso borgo di Trevinano, sul confine tra Lazio e Toscana. Il luogo simbolo di questo delizioso paese collinare, facente parte del comune di Acquapendente, è il suo Castello, attualmente di proprietà dei Boncompagni-Ludovisi. Ma a renderlo ancora più affascinante è la privilegiata posizione panoramica, da cui si domina un paesaggio ancora intatto e di rara bellezza.