Perché i tatuaggi sono malvisti in Giappone?

Il Giappone è il paese patria dei tatuaggi, ma è anche l’unica dove sono visti malissimo: ecco per quale motivo

Alcuni pensano sia una leggenda, poi vanno in Giappone e si scontrano con la cruda realtà. Ecco perché i tatuaggi sono visti malissimo.

“In Giappone chi ha i tatuaggi è considerato un affiliato alla Yakuza”. Quante volte l’avete sentita questa frase? E quante volte non ci avete creduto? Bene, in realtà è tutto vero. Nonostante il paese del Sol Levante sia la patria della macchinetta rotativa e abbia persino dato i natali a un particolare stile di disegno –l’Irezumi – all’interno dei suoi confini le persone con i tatuaggi sono mal considerate. I motivi affondano le loro radici già centinaia di anni fa. I tatuaggi, infatti, servivano a identificare le persone che si erano macchiate di reati: queste venivano marchiate sulla fronte con la parola “cane” per essere riconoscibili tra la folla.

Verso il 1300 D.C., un romanzo cinese chiamato “I Briganti” (Suikoden), si iniziò a diffondere in tutto l’Oriente. La storia racconta di un gruppo di 108 briganti invincibili e spietati che dichiaravano guerra a chiunque opprimesse i più deboli. Dato che i protagonisti del libro erano tatuati, questi disegni iniziarono a diffondersi anche tra la popolazione giapponese, e non più solamente tra i delinquenti. Ma è stato allora che la Yakuza – all’epoca un gruppo di giocatori d’azzardo – iniziò a tatuarsi tutto il corpo. I tatuaggi erano fatti principalmente dagli appartenenti ad associazioni criminali e clandestini, tanto che nel 1900 il governo decise di vietare questi disegni sul corpo. La legge è stata poi ritirata, ma ancora oggi i tatuaggi sono visti molto negativamente dalla popolazione.

Nonostante i confini del Giappone siano molto più aperti rispetto al passato, ancora oggi le persone che hanno i tatuaggi sono considerate appartenenti alla Yakuza o legate in qualche modo alla criminalità organizzata. Ovviamente questo discorso vale solo per i giapponesi: non si pensa la stessa cosa di un occidentale, sono perfettamente consapevoli che negli altri Stati le cose funzionano in maniera diversa. Eppure, per evitare qualsiasi tipo di problema, nella maggior parte degli onsen (l’equivalente delle nostre terme, un tempo usati dalla Yakuza come base per la discussione dei propri affari) è vietato l’ingresso a qualsiasi persona abbia i tatuaggi. Pensavate che questa fosse solo una leggenda metropolitana? E invece no. Il divieto di accesso a chi è tatuato lo si può trovare anche nei ryokan (pensioni tradizionali giapponesi), così come in alcune spiagge pubbliche, piscine, palestre e centri benessere. Per non andare incontro a spiacevoli sorprese meglio coprirli, con gli indumenti ma non solo: sappiate che esistono appositi adesivi per coprire i tatuaggi oppure degli appositi fondotinta ad alto potere coprente.