Affrontare la crisi climatica e le sue conseguenze è un impegno che non può più essere rimandato per il futuro: con questa consapevolezza, la Malesia mira a costruire un modello di sostenibilità e riforestazione etica per preservare l’ecosistema e i meravigliosi paesaggi.
Nella costa orientale di Sahab, è nata l’iniziativa chiamata “Regrow Borneo“, gestita dal gruppo di ricerca Danau Girang Field Center (DGFC) nella regione del basso Kinabatangan, con l’obiettivo di riforestare aree degradate con specie arboree autoctone in modo da creare “corridoi” che permettano alla fauna selvatica di spostarsi tra le foreste frammentate e che fungano anche da riserva di cibo.
L’affascinante Sahab, una delle destinazioni più ambite al mondo
Il progetto di riforestazione “Regrow Borneo” vede la luce sull’incantevole isola del Borneo, nel secondo stato più grande del Paese, il Sahab, ricco di biodiversità, cultura, occasioni di svago e divertimento e spiagge da sogno.
È inoltre noto per il fiore più grande del mondo, la Rafflesia, una delle vette più elevate del sud est asiatico, il Monte Kinabalu con 4095 metri di altezza, uno dei migliori siti per le immersioni nell’isola di Sipadan, e tesori naturali dal valore inestimabile come la famosa Danum Valley Conservation Area e Tabin, la più grande riserva naturale dello stato.
Qui si vive l’incontro con una natura sorprendente, da proteggere e custodire, con alberi che si stagliano monumentali verso il cielo, elefanti blu, barriere coralline, coloratissima avifauna, rari esemplari di oranghi, il piccolo orso malese, la buffa scimmia nasica e coccodrilli celati dai canneti.
Spettacolare anche il Rainforest Discovery Centre, giardino botanico solcato dai cosiddetti “canopy walk”, camminamenti e ponti sospesi tra gli alberi dove provare l’emozione di passeggiare tra fiori e piante rare e conoscere più da vicino l’impenetrabile e selvaggia foresta primaria.
Ma non è tutto.
Accanto a una natura da favola, una visita in Sahab deve prevedere la capitale, Kota Kinabalu, città moderna totalmente ricostruita nel 1963, dove aggirarsi tra le bancarelle del mercato notturno e assaggiare le specialità locali nei numerosi ristoranti.
Per immergersi nella cultura del Paese, non c’è niente di meglio poi di una sosta al Sahab Museum, dove andare alla scoperta di manufatti tribali, riproduzioni di ambienti naturali e strumenti musicali della tradizione.
Nel giardino, l’Heritage Village ricostruisce le tipiche abitazioni dei gruppi indigeni tra cui spiccano case in bambù, una fattoria con il pavimento di terra e una longhouse, casa a schiera costruita su palafitte.
Che dire infine di un tuffo nelle limpide acque del Parco Marino Tunku Abdul Rahman, suggestivo arcipelago di isole ricoperte da foreste vergini e abbracciate da barriere coralline?
Un autentico eden che sta cercando di conservare la sua straordinaria biodiversità e contribuire alla lotta al cambiamento climatico.
Il turismo 2022 in Malesia
La riapertura dei confini al turismo internazionale prevista per il 1 gennaio 2022 potrebbe essere rinviata per far fronte al diffondersi della variante Omicron.
Tuttavia, la Malesia auspica di poter accogliere durante l’anno 8 milioni di visitatori, il doppio rispetto al 2021, un modo per arginare la crisi che ha colpito il settore turistico dopo i fasti del 2019 quando l’industria del travel aveva inciso per il 15,9% sull’economia locale.