Romania e Bulgaria nell’area Schengen: cosa cambia

Dopo 13 anni di attesa, la Bulgaria e la Romania sono entrate a far parte dell'area Schengen: cosa significa per chi viaggia verso questi due Paesi

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

Dal 31 marzo, la Bulgaria e la Romania sono ufficialmente entrate a far parte dell’area Schengen. Cosa significa per i viaggiatori? In pratica, chi arriva in uno di questi due Paesi in nave o in aereo non è obbligato ad avere un visto o un passaporto. Si tratta però di un ingresso per ora soltanto a metà. I controlli alle frontiere, infatti, sono mantenuti per i viaggi via terra. Ecco perché.

Romania e Bulgaria, stop ai controlli in porti e aeroporti

Dopo 13 anni di attesa, Romania e Bulgaria diventano il 28esimo e 29esimo membro della vasta area europea di libera circolazione. L’ingresso nell’area Schengen non comprende, però, gli accessi stradali ai due Paesi dell’Europa orientale. A porre il veto all’apertura delle frontiere via terra è stata l’Austria, che teme un aumento dei flussi di richiedenti asilo provenienti da queste due nazioni.

Una decisione che penalizza soprattutto gli autotrasportatori, costretti a lunghe attese. Se, infatti, da un lato l’alleggerimento delle norme dovrebbe avere un impatto positivo sul settore del turismo, dall’altro si teme per le lunghe code alle frontiere terrestri dell’UE, che possono avere effetti negativi sul commercio, oltre che sulla salute e sulla sicurezza degli autisti. A tal proposito, i sindacati del settore ricordano che solo il 3% delle merci bulgare viene trasportato via aria e via mare, mentre il restante 97% viaggia su ruota. Ad ogni modo, dopo questa prima fase, il Consiglio dovrebbe adottare un’ulteriore decisione per stabilire la data in cui saranno soppressi i controlli alle frontiere interne terrestri.

Fin dal 2011, si è ritenuto che Bulgaria e Romania soddisfacessero tutte le condizioni per entrare a far parte integrante dello spazio Schengen, una delle conquiste più apprezzate dai cittadini dell’Unione europea. Sale così a 29 il numero dei membri di Schengen, tra cui 25 dei 27 Stati membri dell’Unione europea.

Cos’è l’area Schengen e perché è importante per il turismo

Lo spazio Schengen consente a più di 400 milioni di persone di circolare liberamente tra i Paesi membri senza sottoporsi ai controlli di frontiera. Ogni giorno circa 3,5 milioni di persone attraversano le frontiere interne per motivi di lavoro, studio o visita a famiglie e amici, e quasi 1,7 milioni di persone risiedono in un Paese Schengen mentre lavorano in un altro. Secondo le stime, gli europei effettuano ogni anno 1,25 miliardi di viaggi all’interno dello spazio Schengen, il che apporta notevoli vantaggi anche al settore del turismo e della cultura.

Avviato nel 1985 come progetto intergovernativo tra cinque paesi dell’UE – Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – si è via via ampliato fino a diventare la più vasta zona di libera circolazione al mondo. Per chi non lo sapesse, Schengen è il nome di un piccolo villaggio del Lussemburgo, alla frontiera con la Germania e la Francia.

Ad oggi, restano ancora esclusi dallo spazio Schengen Irlanda e Cipro, mentre ne fanno parte alcuni Paesi non Ue, ossia Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. La Croazia, che ha aderito all’UE dopo la Romania e la Bulgaria, ha preceduto entrambi i Paesi nel diventare il 27° membro di Schengen nel gennaio 2023.