Ancora oggi è una nota località termale affacciata sulla pittoresca Val d’Orcia, un borgo antico con un resort a cinque stelle frequentato da ospiti internazionali.
San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, è da tempi immemori meta di turismo. E lo è ancor più da quando, qualche anno fa, sono emersi i resti delle antiche terme. Da allora si è continuato a scavare, tra roccia e fango.
Ed è proprio durante i recenti scavi che sono stati fatti dei nuovi e incredibili ritrovamenti di importanza eccezionale. Sarebbero i “più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”, hanno commentato i responsabili degli scavi.
Cinquant’anni esatti dopo i Bronzi di Riace, nel santuario ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni, riemerge il più grande deposito di statue di bronzo rinvenuto nell’Italia antica.
Il ritrovamento eccezionale
Conservate per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente termale in vasche sacre sono emerse ben 24 statue di bronzo ancora intatte e in perfetto stato di conservazione.
Cinque di queste sono alte quasi un metro. Tra le più interessanti c’è la statua di un giovane efebo, una statua di Igea, dea della salute, con un serpente arrotolato sul braccio, una di Apollo, dio della musica, delle arti mediche, delle scienze e dell’intelletto, di altre divinità, fanciulli e imperatori.
Le statue riportano iscrizioni sia in latino sia in etrusco. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale di Roma, nel santuario del Bagno Grande nobili famiglie etrusche e romane dedicarono assieme le statue all’acqua sacra.
Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, spiegano nel comunicato ufficiale che ha annunciato la scoperta, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Dalle iscrizioni sappiamo che i dedicanti giunsero da tutto il territorio di Chiusi e Perugia, con molti nomi che ricorrono nel territorio di Siena. Si trattava, dunque, di un santuario di valenza interregionale.
Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi di travertino. A più riprese – sicuramente nel corso del I secolo d.C. – le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. Dunque, non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma piuttosto di una deposizione rituale, mediata con la divinità.
Gli atti votivi proseguirono fino al IV secolo d.C. con la deposizione di quasi 6.000 monete in argento, bronzo e oro. Solo agli inizi del V secolo d.C., il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.
“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, ha rivelato all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto con il sostegno del Comune toscano.
Stiamo parlando del “più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”, ha spiegato Tabolli.
Le statue di bronzo sarebbero state realizzate tra il II secolo a.C. e il I d.C. e farebbero parte di un santuario che comprendeva altari, terrazze digradanti, fontane e piscine di acqua calda
Il neoministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha visitato il laboratorio di restauro ha commentato entusiasta che si tratta di “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un Paese fatto di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”.
Le scoperte precedenti
La felice conclusione della sesta campagna di scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni è l’ennesimo ritrovamento avvenuto negli ultimi anni. Di pochi mesi fa era stato il rinvenimento di centinaia di monete, bronzetti di offerenti, statue in bronzo, piombo e argento. Prima ancora era emerso un gigantesco santuario salvifico dedicato al dio Apollo. E dagli scavi che vanno avanti si aspettano ulteriori reperti eccezionali.