Airbus Beluga, l’aereo più strano del mondo, ha ora una sua compagnia aerea

L'Airbus Beluga, soprannominato la "balena dei cieli” per le sue sembianze, ha ora una propria compagnia aerea, ma non sarà destinata al trasporto dei passeggeri

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

Occhi blu e un sorriso smagliante, l’Airbus Beluga, conosciuto come la “balena dei cieli”, è senza dubbio l’aereo più strano del mondo. Simile al tenero cetaceo bianco di cui porta il nome e le sembianze, questo bizzarro ed enorme velivolo ha ora una propria compagnia aerea. La brutta notizia per i viaggiatori è che non potranno sperimentare un volo a bordo di questo gigante alato, poiché è riservato unicamente al trasporto di tipologie di merci molto specifiche.

Airbus Beluga, la ‘balena dei cieli’ ha una sua compagnia aerea

Il primo Beluga era originariamente conosciuto come Airbus Super Transporter. Ma dopo che il suo soprannome – derivato dalla somiglianza con la bianca balena artica – ha guadagnato popolarità, Airbus ha deciso di rinominare l’aereo Beluga ST. L’aereo ha volato per la prima volta nel 1994 ed è entrato in servizio nel 1995, seguito negli anni da altri quattro esemplari, l’ultimo dei quali è stato lanciato alla fine del 2000.

La flotta è stata sviluppata per trasportare grandi sezioni di aerei Airbus dalle fabbriche in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Turchia alle linee di assemblaggio finali di Tolosa e Amburgo. Prima del Beluga, Airbus utilizzava una flotta di Super Guppy, versioni modificate di aerei passeggeri Boeing Stratocruiser degli anni Cinquanta, già in servizio presso la NASA per il trasporto di parti di veicoli spaziali. Dato che la storia si ripete, il Beluga originale è stato sostituito da un modello più spazioso e avanzato: il Beluga XL. Quest’ultimo è stato studiato per avere una capacità di carico del 30% maggiore rispetto al suo predecessore, per poter ospitare al suo interno due ali dell’A350 XWB, anziché una sola.

Dal 2018 sono stati costruiti sei XL e l’ultimo sarà consegnato molto presto alla compagnia aerea interna di Airbus. “Il Beluga XL può sostituire completamente il Beluga ST sulla rete interna di Airbus, quindi gli ST possono diventare disponibili per un servizio alternativo”, ha spiegato alla CNN Benoît Lemonnier, amministratore delegato di Airbus Beluga Transport. Nello specifico, uno di essi continuerà a lavorare per Airbus e a trasportare parti di aerei, mentre gli altri quattro faranno parte esclusivamente della flotta della nuova compagnia aerea cargo.

Tuttavia, non è la prima volta che i Beluga vengono utilizzati al di fuori di Airbus. Tra il 2000 e il 2010 sono stati, infatti, effettuati alcuni voli charter e i Beluga sono stati utilizzati per trasportare elicotteri e satelliti. Poi, nel 2022, l’azienda ha completato una dozzina di missioni di prova in preparazione al lancio della compagnia aerea. “La differenza ora è che siamo completamente autonomi – dice Lemonnier –  quindi possiamo essere flessibili per i nostri clienti e accettare cambiamenti di data, ad esempio, il che significa che possiamo rimanere in un’area per aspettare un carico utile, cosa che probabilmente sarebbe impossibile per la compagnia aerea interna di Airbus” .

Vantaggi e limiti dell’Airbus Beluga

Sebbene la capacità di 40 tonnellate dei Beluga ST impallidisca dinanzi a quella degli aerei Antonov AN-124 – che possono trasportare il triplo del peso – a detta di Airbus sono dotati di una delle stive di carico più voluminose di qualsiasi altro aereo civile o militare in volo oggi. Questa, infatti, è più alta del 50% e più larga del 10% rispetto ai normali aerei cargo, come il Boeing 747-8F,  e viene generalmente utilizzata per trasportare oggetti voluminosi come satelliti, elicotteri, motori di aerei, simulatori di volo, barche a vela e veicoli militari.

Tuttavia, volare sul Beluga può essere un po’ diverso rispetto ai normali aerei. La “balena dei cieli” può infatti avere un comportamento sensibile al vento a causa della sua grande parte frontale, somigliante alla protuberanza distintiva sulla testa del cetaceo omonimo, ed è per questo che richiede un addestramento specifico per i piloti. Un altro limite è l’autonomia di 3.000 chilometri, il che significa che i viaggi dall’Europa agli Stati Uniti richiedono fino a due soste per il rifornimento, effettuate generalmente alle Azzorre e in Canada.