Sta suscitando non poche reazioni, soprattutto sul web, l’installazione temporanea che, fino al 19 dicembre, sarà esposta in piazza Municipio a Napoli.
Questo pezzo di arte contemporanea intitolato “Tu si ‘na cosa grande”, è un omaggio dato alla città e alla sua tradizione (vedasi, appunto, il Pulcinella), da parte dello scultore e designer Gaetano Pesce, scomparso ormai sei mesi fa a New York. L’installazione alta 12 metri, non passa certo inosservata nella piazza, ma ciò che maggiormente ha catturato l’attenzione e generato commenti, anche ironici, è la forma fallica della struttura.
Indice
Cos’è la scultura dedicata a Pulcinella di Gaetano Pesce
Per capire cosa significa la scultura “Tu si ‘na cosa grande” e andare oltre al suo aspetto, occorre analizzarne l’essenza. Curata da Silvana Annichiarico, l’opera dell’artista Pesce consiste in due elementi interconnessi: una rivisitazione dell’abito di Pulcinella e due cuori rossi trafitti da una freccia. L’opera esposta nella grande piazza di Napoli è parte del programma artistico “Napoli Contemporanea”, ad oggi coordinato da Vincenzo Trione.
Molti turisti che si fermano in piazza Municipio in questi giorni osservano l’opera con curiosità, scattando foto e condividendo impressioni divertite. Sul web, ovviamente, non sono mancate battute e allusioni, incluso un commento dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che ha detto: “Napoli cresce: da Pistoletto a Pesce”.
All’inaugurazione dell’installazione temporanea hanno partecipato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il Pulcinella di Pesce sembra dunque essere oggi il degno successore della controversa “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, un’opera che aveva anch’essa creato polemiche e che, tristemente, fu poi data al fuoco da un senzatetto.
Il Pulcinella di Pesce oltre lo scandalo
Il sindaco di Napoli non ha evitato il dibattito suscitato dall’opera di Pesce, dichiarando: “All’inizio, come molti, ho avuto una prima impressione simile a quella degli altri. È un pensiero che chiunque potrebbe avere, ed è molto napoletano. Tuttavia, va interpretato anche come un segno di buon augurio.”
Alla base dell’opera, infatti, vi è la rappresentazione – per quanto stilizzata a libera sensibilità dell’artista – di ciò che unisce Pulcinella e il cuore stesso di Napoli e dei suoi cittadini. Come anche espresso dallo stesso Manfredi, l’arte – soprattutto quella contemporanea – ha il compito di suscitare e animare il dibattito, per continuare a far sì che le nostre città siano realmente “vive”.
L’installazione è composta strutturalmente da due sculture: un abito di Pulcinella, montato su una struttura metallica, stabilizzata grazie a cavi decorati decorati con diversi fiori sintetici, capace di illuminarsi dall’interno alla sera, mentre di fronte a questo pezzo vi è un cuore rosso di 5 metri, anch’esso illuminato e trafitto da una freccia metallica piantata su una base triangolare di legno.
Il costo totale, inclusi montaggio e sicurezza, è di circa 180mila euro, di cui 160mila coperti dalla Regione Campania attraverso i fondi Poc, destinati alla promozione culturale nei Comuni. L’artista ha inoltre voluto che l’opera rimanesse a Napoli, con i cuori che diventano proprietà permanente del Comune. Nel frattempo, però, si sta valutando anche la collocazione definitiva del Pulcinella.
Le opere italiane che hanno suscitato più clamore
Negli ultimi anni, sono state diverse le opere italiane che hanno suscitato accesi dibattiti e discussioni sul web, alimentando opinioni contrastanti tra sostenitori dell’arte contemporanea e critici. D’altronde, l’arte contemporanea è paradossalmente quella meno fruibile dal cittadino medio, quella spesso meno immediata e comprensibile, perché non fa della forma il veicolo principale con cui comunicare il messaggio.
Ecco le opere di arte contemporanea che più negli ultimi anni hanno creato un dibattito acceso:
La “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto
Installata dapprima a piazza Municipio, nel cuore di Napoli, la Venere degli Stracci del grande artista Pistoletto è stata al centro di polemiche per la sua rappresentazione, che unisce la bellezza classica della Venere con dei cumuli di vestiti abbandonati e lerci. L’opera vuole riflettere sulla società dei consumi e sul degrado della sostanza, ma ha invece ricevuto critiche per il suo impatto visivo e, successivamente, è stata bruciata da un senzatetto, sollevando un ulteriore dibattito sulla sicurezza e la protezione delle opere pubbliche esposte nelle piazze italiane.
“Big Clay” di Urs Fischer a Firenze
Imponente su Piazza della Signoria, a Firenze, Big Clay è una scultura alta 12 metri che rappresenta una massa informe d’argilla modellata a mano. L’opera ha provocato fin da subito reazioni contrastanti, anche per via della sua mole che non passa inosservata: molti fiorentini l’hanno trovata estranea al contesto storico della piazza, mentre altri l’hanno vista come una provocazione interessante e stimolante che dialoga con il passato e il presente della città.
“LOVE” di Maurizio Cattelan a Milano
La celebre scultura, spesso anche chiamata “il dito”, è un’enorme mano di marmo che mostra il dito medio rivolto verso il palazzo della Borsa di Milano in Piazza Affari. L’opera, oggi ormai icona della città meneghina, il cui titolo ufficiale è LOVE (acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”), è stata accolta con grande scalpore per il suo messaggio provocatorio contro il mondo della finanza.
“La Montagna di Sale” di Mimmo Paladino a Napoli
Installata in piazza del Plebiscito, a Napoli, quest’opera d’arte contemporanea (ma di epoca passata) è formata da una grande montagna di sale sulla quale sono posizionate sculture di cavalli. La reinstallazione dell’opera (originariamente presentata nel 1995) ha suscitato numerose polemiche, soprattutto per il suo impatto visivo, ma anche per il deterioramento che ha subito a causa delle intemperie e dei piccioni, spingendo molti a criticare la scelta di materiali così deperibili per un’opera che dovrebbe rendere un luogo d’uso pubblico ancora più stimolante.
“The Floating Piers” di Christo sul Lago d’Iseo
Correva l’anno 2016 quando l’opera di land art dell’artista bulgaro Christo ha attratto milioni di visitatori sul Lago d’Iseo, permettendo loro di camminare su un ponte galleggiante lungo 3 chilometri. Nonostante l’enorme successo, ci sono state non poche critiche riguardo alla gestione dell’afflusso di persone, all’impatto ambientale e alla difficoltà di accesso per i residenti. L’opera, sebbene temporanea, ha innescato un acceso dibattito sull’arte contemporanea come fenomeno di massa.