7 giardini botanici da visitare in Lombardia

I giardini botanici della Lombardia son dei veri e propri gioielli da visitare, meglio se in primavera

Primavera è sinonimo di fioritura. E dove meglio ammirare l’esplosione e il rinascere della natura se non in un orto botanico.

Anche se potrebbe sembrare strano, la Lombardia è una regione ricca di orti botanici da vistare in tranquillità, per ristabilire un contatto sereno con la natura.

I principali son 7 e fanno parte di una rete appositamente costituita.

Parco Botanico di Villa Carlotta
Villa Carlotta è un luogo di rara bellezza, dove capolavori della natura e dell’ingegno umano convivono in perfetta armonia in oltre 70.000 mq visitabili tra giardini e strutture museali. Il parco di Villa Carlotta può essere suddiviso in tre zone principali. Di fronte alla villa si estende “il giardino all’italiana”, costituito da cinque terrazze animate da aiuole geometriche, nicchie, fontane e da molte sorprese botaniche tra cui alte siepi di camelie, grandi tunnel di agrumi e numerose rose. A destra della villa è presente “il giardino all’inglese”, ricco di alberi pregiati di proporzioni eccezionali, di specie rare, di scorci suggestivi e di imponenti masse di rododendri e azalee. Infine, a sinistra della villa è situato “il giardino vecchio”, la cui denominazione si riferisce ad un’area che, probabilmente trascurata per qualche tempo, in seguito apparve talmente infestata da piante spontanee da farla ritenere appunto un vecchio giardino. Esso è costituito da tre lunghi viali che lo tagliano longitudinalmente a livelli differenti ed è ricco di suggestioni romantiche con essenze arboree di enormi dimensioni e presumibilmente di età assai avanzata. Accanto a questi tre giardini, è stata recentemente recuperata un’area a vocazione agricola anticamente destinata a coltivi per le produzioni tipiche del Lario, primo fra tutti l’ulivo.

Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”
L’Orto Botanico di Bergamo è un’istituzione municipale fondata nel 1972. I protagonisti della sua nascita furono l’ingegnere capo del Comune di Bergamo Luciano Malanchini, studioso eclettico e appassionato di scienze naturali, e Guido Isnenghi, agrotecnico, conoscitore della flora locale e dotato di una spiccata sensibilità estetica, coinvolto dal primo nelle fasi progettuali e di gestione. Si tratta di un museo riconosciuto da Regione Lombardia e appartiene alla Rete degli Orti Botanici della Lombardia dal 2002. L’Orto svolge attività di conservazione, ricerca, educative, sociali, promuove eventi culturali, mostre e conferenze. Il patrimonio dell’Orto Botanico è composto dall’Hortus Vivus, cui si affianca un’importante collezioni di erbari – Hortus Siccus Bergomensis – fra cui il prezioso Erbario di Lorenzo Rota (1818-1853), primo descrittore della flora della provincia di Bergamo, e l’Hortus Pictus Bergomensis, raccolta di piante dipinte con tecnica naturalistica.

Orto Botanico di Brera, Milano
Attualmente l’Orto Botanico di Brera è un Museo universitario con la finalità di salvaguardare un bene storico come testimonianza, insieme al Museo Astronomico di Brera, del modello culturale in vigore nella seconda metà del ‘700. Tale modello prevedeva la trasformazione di Palazzo Brera e quindi delle istituzioni in esso presenti, in un luogo di elaborazione e di sintesi di saperi diversi. Per questa ragione l’Università degli Studi di Milano sin dagli inizi degli anni ’80 del ‘900 si è fatta promotrice di progetti e iniziative che salvaguardassero il patrimonio storico-scientifico e storico-naturalistico di Palazzo Brera. Dunque non solo conservazione del bene storico ma diffusione di cultura scientifica: per questo l’Orto Botanico di Brera accoglie quotidianamente in visita scolaresche e gruppi di adulti. Da alcuni anni la Rete degli orti botanici della Lombardia sperimenta il coordinamento e la diffusione di programmi didattico-educativi tra 7 orti lombardi: a tale scopo sono riuniti in associazione, oltre all’Orto di Brera anche gli orti di Bergamo, Bormio, Milano-Cascina Rosa, Pavia e Toscolano Maderno.

Orto Botanico dell’Università di Pavia
L’Orto Botanico pavese si trova nell’attuale sede dagli ultimi decenni del 1700, dopo una complessa sequenza di tentativi per trovare una sede idonea alla coltivazione e all’insegnamento dei semplici nella facoltà medica. La prima cattedra di Botanica fu istituita da Fulgenzio Witman (1763-1773), monaco vallombrosano allievo di Maratta, che insegnò a Pavia dal 1763 al 1773: in questo periodo fu invitato a dare indicazioni per la costruzione di un giardino dei semplici in luoghi diversi dalla sede attuale dell’Orto Botanico.

Giardino Alpino Botanico Rezia, Bormio
Il Giardino Botanico Alpino “REZIA” è posto ad un’altezza di circa 1350-1400 m.s.m., è localizzato su terreno prevalentemente calcareo ed in parte roccioso, condizioni che hanno reso necessari speciali accorgimenti per favorire l’attecchimento e lo sviluppo dei vegetali che vivono a quote diverse e su terreni a reazione acida. Nelle zone rupestri è stato necessario procedere alla creazione di ripiani sui quali il terreno è stato trattenuto ed alla costruzione di scalette e sentieri che permette l’accesso sia al visitatore sia ai curatori del giardino, in modo facile e sicuro. Nel Giardino sono state create quattro sezioni (comprendenti 64 settori) entro le quali le piante sono state riunite su base ecologica e di utilizzo. Le sezioni sono: Flora del Parco Nazionale dello Stelvio; Collezioni Fitogeografiche; Collezioni Sistematiche; Arboreto.

Orto Botanico Città Studi, Milano
L’Orto Botanico Città Studi (ex Cascina Rosa), ufficialmente inaugurato il 19 settembre 2001, è nato dalla bonifica di un terreno di una cascina abbandonata. L’area dell’Orto è strutturata su diversi percorsi didattici e scientifici. Le piante ospitate sono di vario tipo, tra queste ci sono piante spontanee e coltivate, per lo più selezionate tra quelle presenti in Lombardia e specie autoctone. Un piccolo ruscello e uno specchio d’acqua inseriti nel verde hanno permesso di arricchire il campionario delle piante presenti con specie acquatiche tipiche del territorio e specie ornamentali.
Un punto di forza dell’Orto Botanico di Città Studi è rappresentato dalle serre: tre strutture all’avanguardia, utili allo svolgimento della ricerca da parte del personale scientifico dell’Università.

Orto Botanico Brescia, Toscolano Maderno
Si tratta di un Orto botanico, dedicato prevalentemente alle piante medicinali, con una storia del tutto peculiare. Fondato nel 1964 dal proprietario della azienda farmaceutica Simes la cardioterapica, il professor Giordano Emilio Ghirardi, allo scopo di coltivare specie vegetali di diversa provenienza. L’Orto, a quei tempi, si procurava i semi delle piante desiderate attraverso corrispondenti sparsi in tutto il mondo, acclimatava e coltivava anche in larga scala le specie utili, e ne studiava i principi attivi. Alla scomparsa del fondatore, nel 1991, l’Orto è stato donato all’Università degli Studi di Milano. Attualmente l’orto botanico afferisce al Dipartimento di Scienze Farmaceutiche.